Visita fiscale: cosa cambia con la riforma Madia?

Redazione 07/02/17
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Importanti novità in arrivo per i lavoratori dipendenti che vogliono assentarsi dal lavoro per malattia. Il decreto correttivo alla riforma Madia che dovrà essere approvato entro fine febbraio prevede infatti che il compito di verificare lo stato di malattia, oggi di competenza delle Asl, sarà trasferito all’Inps sia nel settore pubblico sia in quello privato. Questo per garantire una maggiore efficacia delle visite fiscali e, quasi sicuramente, norme più rigide alle quali il lavoratore dovrà attenersi.

Vediamo allora cosa potrebbe cambiare dal 2017 per tutti i lavoratori dipendenti.

 

Come funziona la visita fiscale?

La visita fiscale è l’accertamento medico che il datore di lavoro, sia pubblico sia privato, può predisporre per verificare l’effettivo stato di malattia del dipendente assente.

Il dipendente deve essere reperibile in casa al momento della visita fiscale, indipendentemente dal fatto che la malattia gli permetta di uscire o meno dalla sua abitazione. L’assenza alla visita Inps è infatti un comportamento illecito a prescindere dalla gravità della malattia.

 

Visita fiscale: presto norme più severe?

Il pacchetto di decreti correttivi alla riforma Madia che sarà approvato entro la fine del mese dovrebbe contenere diverse novità per quanto riguarda la visita fiscale. I controlli, come accennato, passerebbero infatti a un Polo Unico gestito direttamente dall’Inps, con l’esplicito intento di combattere l’assenteismo e le false certificazioni.

Con ogni probabilità saranno proprio le visite a cambiare radicalmente: fa discutere, in particolare, la proposta di autorizzare visite fiscali ripetute, in modo da essere certi del controllo e dello stato di salute del lavoratore.

 

In quali orari bisogna essere reperibili oggi?

Il dipendente malato ha attualmente l’obbligo di essere reperibile presso il suo domicilio tutti i giorni, inclusi la domenica e i giorni festivi. Il medico dell’Inps, tuttavia, non può passare a qualsiasi ora. Più precisamente, il lavoratore deve rimanere a casa:

  • dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 se è uno statale o un dipendente degli Enti Locali;
  • dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00 se è un dipendente del settore privato.

Al di fuori di questi orari, il medico non può effettuare la sua visita.

 

Visite fiscali: cambiano le ore di reperibilità

La riforma attualmente allo studio del Governo prevede un cambiamento delle fasce orarie di reperibilità. Per avere dati certi bisognerà aspettare la pubblicazione del decreto, ma si prevede un’armonizzazione delle fasce di reperibilità tra i settori pubblico e privato (che oggi, come si è visto, sono rispettivamente di 7 ore e 4 ore).

La riforma garantirà anche finalmente la continuità professionale dei medici iscritti alle liste speciali per le visite fiscali, permettendo una maggiore specializzazione e un’attività più esclusiva.

 

Cosa succede se il dipendente salta la visita?

Il lavoratore dipendente che salta la visita fiscale è punito con varie sanzioni disciplinari. Il dipendente assente alla prima visita domiciliare, in particolare, perde il diritto all’indennità Inps per dieci giorni.

Il lavoratore deve a questo punto presentarsi per il controllo il giorno successivo presso l’ambulatorio dell’Inps; in caso di seconda assenza, e se il lavoratore non presenta giustificazioni valide entro dieci giorni, l’Inps sospende il 50% del trattamento economico fino al termine della malattia.

In caso di terza o successiva assenza, l’indennità è sospesa del tutto.

 

La riforma dei permessi Legge 104

Il decreto di prossimo approvazione intende infine intervenire sui permessi lavorativi riservati ai dipendenti che assistono familiari non autosufficienti o affetti da handicap grave ai sensi della Legge 104. Con ogni probabilità saranno modificate, in particolare, le regole sui preavvisi in occasione dei prossimi rinnovi contrattuali.

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