Violenza alle donne

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Gli atti di violenza perpetrati ai danni delle donne, sono oggetto di dibattiti pubblici e campagne sensibilizzatici dell’opinione pubblica. Purtroppo si deficita, ancora, di  politiche di sostegno alle vittime

Nelle indagini espletate nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo,  negli ultimi dieci anni, hanno dato un riscontro poco edificante: la violenza contro le donne è endemica

Il 27 novembre 2006 il consiglio d’Europa è stato il promotore di  una campagna “Per combattere la violenza contro le donne, inclusa la violenza domestica”, identificando tre obiettivi fondamentali:.

1) rafforzare il sostegno e la protezione delle vittime,

2) promuovere politiche e norme giuridiche mirati a debellare l’espressioni violente contro le donne;

3) suscitare una metamorfosi  nei confronti di tale problema, evidenziando quanto la violenza maschile rappresenti il maggior problema strutturale di una società che risulta già essere perniata dalla disparità gestionale del potere nelle relazioni tra i due sessi e stimolando tutti governi degli Stati membri ad agire.

La violenza sulle donne è una “violenza di genere”, espressione di quella sete di dominio e controllo che gli uomini tendono alacremente ad esercitare, sottacendone le reali intenzioni.

Una chiave di lettura per la comprensione della complessità del fenomeno è quella dell’analisi, ed interazione, dei diversi fattori socio, culturali ed economici.

Gli artefici di tali reati non sono solo mariti, fidanzati, compagni abbandonati, amici respinti, seguono a notevole distanza padri, fratelli e solo per ultimi, e in casi isolati, i “mostri” sconosciuti.

Questo è da spiegare alla luce di quel senso di possesso nei confronti della donna presente nei cosiddetti “delitti d’onore”, che hanno segnato per decenni la storia della cultura del nostro paese- soprattutto nell’Italia Meridionale -, almeno fino al 1981 quando è stato abrogato l’articolo 587 del codice penale, con la “L. 5 agosto 1981 n. 442”(prevedeva solo una pena da tre a sette anni per chi aveva ucciso la moglie, la fidanzata o la figlia, per cancellare l’offesa legata al proprio onore e a quello della sua famiglia).

In Italia è stato attivato un servizio finanziato dalla Comunità Europea.

 

Il progetto ha come obiettivo la presa in carico delle forme di violenza domestica e tra ex partner, nei seguenti casi:

1) Invio da parte di forze dell’ordine dell’individuo violento.

2) Invio da parte della Procura della vittima.

3) Trattamento dell’autore delle condotte criminose.

4) Supporto psicotraumatologico della vittima.

 

In particolare, il progetto si concentra su alcune tipologie di autori di condotte lesive:

1) Persone (stalker) che molestano l’ex partner (molestia assillante); l’intervento si focalizza su stalker di ogni età, anche giovani autori ed anche persone colpevoli di maltrattamento in famiglia.

2) Persecutori liberi (non ancora condannati) e detenuti oppure persecutori in custodia cautelare.

Il servizio si attiva sempre mediante un’istanza o richiesta, che deve essere compilata attentamente e supportata da quanta più documentazione (prove) per dimostrarne la fondatezza, il Questore si attiva ad ammonire verbalmente il soggetto nei cui confronti è stato chiesto l’intervento, invitandolo a tenere un comportamento conforme alla legge, considerando, nei suoi confronti, la possibilità di adottare  eventuali provvedimenti restrittivi in ambito di armi e munizioni. Di tale azione “ammonitoria” viene stilato un verbale di cui viene rilasciata una copia al richiedente ed una all’ammonito.

Polso rigido anche dalla Cassazione, infatti, la quinta sezione penale di Cassazione, con la sentenza n. 25527 dello scorso 5 luglio, ha ammonito i giudici di merito ad essere solleciti nell’emissione di misure di sicurezza a tutela delle vittime di Stalking.

I Supremi Giudici di legittimità hanno valutato che può essere configurato il reato di stalking, di cui all’art. 621 bis c.p.. quando la persecuzione si concretizza anche con soli due episodi se quest’ultimi generano nella vittima stati di ansia e paura tali da sovvertire il normale svolgimento della quotidianità.

 

 

Mariagabriella Corbi

Dottoressa in Scienze dell’educazione

Consulente dell’educazione familiare

Mediatrice Familiare

www.noproblemforyou.it

Corbi Mariagabriella

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