Violentano una compagna di scuola per “consenso frainteso”: si riapre il processo

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La Procura generale della Corte d’Appello di Firenze ha accolto il ricorso della vittima e si avrà un altro processo.
Per approfondire si consiglia il volume: La violenza di genere e domestica

Indice

1. La vicenda


I fatti risalgono a settembre 2018, quando un gruppo di compagni di scuola si riunì per una cena, alcuni giorni prima che ricomincino le lezioni.
I ragazzi sono maggiorenni, a parte uno di loro, al quale mancano pochi giorni al compimento dei 18 anni.
La vittima aveva bevuto un po’ di più e si era concessa una canna.
Subito dopo non era stata bene ed era andata in giardino a prendere una boccata d’aria.
Fuori c’erano sono alcuni ragazzi, compreso il suo ex di qualche mese prima.
Stando alla versione della ragazza i tre abusarono di lei che non si reggeva neanche in piedi.
Come riporta il quotidiano locale “Il Tirreno”, il “quasi maggiorenne” era stato rinviato a giudizio dal Tribunale per i minorenni di Firenze e aveva ottenuto la messa alla prova (con condizioni severe), mentre i maggiorenni si ritrovarono con un’imputazione, dopo che il Pubblico Ministero aveva chiesto l’archiviazione del caso.
Anche il Giudice per le Udienze Preliminari (GUP) ritenne che i compagni di scuola non fossero imputabili, evidenziando che la ragazza in precedenza ebbe un rapporto intimo con uno dei due imputati e che lo stesso fu filmato dagli altri.
Secondo il Giudice di Primo Grado, i ragazzi che avrebbero obbligato la compagna di scuola a compiere atti sessuali non voluti non si possono condannare per stupro vista “la non piena credibilità della ragazza”, la “scarsa attendibilità delle sue dichiarazioni” che fanno pensare che sia “verosimile che il rapporto sessuale fosse iniziato con consenso implicito almeno con uno dei ragazzi”, che vengono tratti in inganno dalla “apparente disinvoltura della giovane” che avrebbe accettato spettatori al suo precedente rapporto sessuale con uno di loro.


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2. L’accoglimento del ricorso


Adesso si vedrà quale parere esprimeranno i Giudici di Secondo Grado che, accogliendo il ricorso, consentiranno che venga celebrato un altro processo. Il Procuratore della Corte d’Appello di Firenze non ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato della ragazza, lo ha accolto il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Firenze, sollevando questioni di merito sulla decisione del Giudice di Primo Grado e menzionando la giurisprudenza prevalente della Suprema Corte di Cassazione che, negli ultimi dieci anni, ha stabilito che nei casi di violenza sessuale il consenso non deve mai essere dato per scontato e neanche acquisito in modo tacito.
A maggio 2023 la III Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione si è espressa affermando che:
Nei reati contro la libertà sessuale, il dissenso è sempre presunto, salva prova contraria.   Continuare ad attribuire alla vittima l’onere di resistere all’atto sessuale che le viene imposto, quasi gravasse su di essa una ‘presunzione di consenso’ agli atti sessuali da dovere di volta in volta smentire significherebbe confermare una supina accettazione di stereotipi culturali ampiamente superati”. 

3. La Direttiva del Parlamento Europeo su violenza sessuale e consenso


I rapporti sessuali non consensuali verranno considerati come stupro, lo afferma una recente Direttiva del Parlamento Europeo in relazione alla lotta agli abusi contro le donne.
Il teso approvato da parte della Commissione cambierebbe la definizione di stupro nelle legislazioni nazionali.
In particolare, il Parlamento Europeo chiede che il consenso venga valutato caso per caso e che l’elenco delle circostanze aggravanti includa le situazioni particolari della vittima come gravidanza, disagio psicologico, l’essere vittima di tratta o in strutture per richiedenti asilo.
Si include una definizione di stupro basata sul consenso, norme più severe sulla violenza informatica e un migliore sostegno alle vittime.
Nel testo viene chiesto di inserire un numero maggiore di aggravanti, come i reati che hanno provocato la morte o il suicidio delle vittime, quelli contro una figura pubblica e quelli basati sull’intenzione di preservare o ripristinare “l’onore”.
Gli Eurodeputati chiedono anche una definizione ampliata di “materiale intimo” che non può essere condiviso senza consenso, per includere immagini di nudo o video non di natura sessuale e prevenire il fenomeno del “revenge porn” che dovrebbe essere classificato come molestia informatica, a parte il sostegno alle vittime.
Il Parlamento Europeo chiede che i Paesi membri garantiscano assistenza legale gratuita alle vittime, in una lingua a loro comprensibile e provvedano a raccogliere le prove il più rapidamente possibile attraverso un supporto specializzato.

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La violenza di genere e domestica

Negli ultimi anni è decisamente cresciuta l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica verso il fenomeno della violenza contro le donne, anche perché non passa giorno, purtroppo, in cui non si abbia notizia di minacce, persecuzioni, lesioni o dell’uccisione di una donna da parte di un coniuge, fidanzato o convivente. Questo avviene nonostante ci siano, ormai da tempo, leggi e regolamenti per contrastare ciò che viene definita “violenza di genere”. In questa direzione, a completamento della necessaria attività di formazione per le Polizie Locali, si è ritenuto importante sistematizzare le conoscenze acquisite e le competenze sviluppate in una pubblicazione che possa rappresentare uno strumento utile per gli operatori, sia nello svolgere un ruolo attivo nell’attività di prevenzione, sia nell’attività di indagine e di supporto alle vittime che denunciano. Il testo inquadra il fenomeno della violenza di genere dal punto di vista sociale e antropologico, investiga le modalità della violenza psicologica, analizza la normativa vigente e la sua evoluzione nel tempo, propone strumenti di indagine e di intervento nonché tecniche di audizione delle vittime. Si sofferma poi anche sui reati in ambito di violenza di genere che possono essere compiuti mediante l’utilizzo di tecnologie telematiche e su un fenomeno poco conosciuto ed indagato quale quello della violenza in relazioni intime tra persone LGBTQ. Loredana Borinato Coordinatrice dei formatori per l’Area Politiche per la Sicurezza della SIPL, Ispettrice Capo della Polizia Locale di Torino. Simonetta Botti Responsabile dell’Area Comunicazione della SIPL, si occupa di management dei servizi rivolti alle persone fragili. Cinzia Mammoliti Criminologa specializzata in manipolazione relazionale e violenza psicologica. Simonetta Moro Psicologa e psicoterapeuta con perfezionamento in Psicologia Giuridica, Assistente Capo di Polizia Locale – Comune di Bologna. Luca Zigiotti Ispettore Capo Polizia Locale di Torino. Esperto in Polizia Giudiziaria, Digital Forensics, Data Analysis e Nuove Tecnologie.

Loredana Borinato, Simonetta Botti, Cinzia Mammoliti, Simonetta Moro, Luca Zigiotti | Maggioli Editore 2022

Dott.ssa Concas Alessandra

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