Via libera della Camera allo Statuto delle imprese

Redazione 01/04/11
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Lo Statuto delle imprese e dell’imprenditore, nato dall’unificazione di testi
presentati da tutti i gruppi parlamentari è stato approvato all’unanimità
dalla Camera, e passa ora all’esame del Senato. Lo Statuto delle imprese rappresenta
un testo importante volto a stabilire i diritti fondamentali delle imprese, definendone
lo statuto giuridico, con particolare riferimento alle micro, piccole e medie
imprese
, anche sulla scorta delle indicazioni contenute nello Small Business
Act
, adottato quest’ultimo dall’Unione europea allo scopo di creare un contesto
legislativo e amministrativo più favorevole alle Pmi, che costituiscono
l’ossatura del sistema economico europeo e italiano in particolare, eliminando
gli eccessi burocratici che ne ostacolano lo sviluppo.
I principi generali che contribuiscono a definire lo statuto giuridico
delle imprese e sui quali poggia l’intero impianto del provvedimento in esame
vanno essenzialmente ravvisati nella libertà di iniziativa economica e
concorrenza, nella sussidiarietà orizzontale, inteso quale principio informatore
di tutte le politiche pubbliche, nell’adozione di norme certe sull’attività
d’impresa e nella progressiva riduzione degli oneri amministrativi a carico delle
imprese, nel diritto delle imprese all’accesso al credito informato, corretto
e non vessatorio, nella tutela della capacità inventiva e tecnologica delle
imprese per agevolarne l’accesso agli investimenti e agli strumenti di garanzia
della proprietà intellettuale, nella previsione di incentivi fiscali e
di misure di semplificazione amministrativa, nella promozione di politiche di
aggregazione tra le imprese, nonché nell’attuazione di misure indirizzate
a ridurre la durata dei processi civili relativi al recupero dei crediti entro
termini ragionevolmente brevi, con la previsione di un termine massimo pari ad
1 anno (art. 2).
Lo statuto mira, in sostanza, a favorire la competitività del sistema produttivo
nazionale nell’ambito internazionale incentivando il ruolo delle imprese e degli
imprenditori, anche mediante la previsione di uno snellimento della procedura
per l’avvio di nuove imprese, soprattutto di quelle giovanili, femminili e innovative.
In detta prospettiva, costituiscono specifiche finalità del provvedimento
in oggetto (art. 1):
a) il riconoscimento del contributo fondamentale che le imprese apportano alla
crescita dell’occupazione e alla prosperità economica, assieme al riconoscimento
dei doveri cui l’imprenditore è tenuto ad attenersi nell’esercizio della
propria attività;
b) la predisposizione delle basi per la costruzione di un quadro normativo e di
un contesto sociale e culturale volto a favorire lo sviluppo delle imprese, anche
di carattere familiare;
c) la realizzazione di più equi sistemi sanzionatori connessi agli adempimenti
cui le imprese sono tenute nei confronti della pubblica amministrazione;
d) l’inclusione delle problematiche sociali e delle tematiche ambientali nello
svolgimento delle attività delle imprese e nei loro rapporti con le parti
sociali;
e) lo snellimento delle procedure per l’avvio di nuove imprese, in particolare
da parte dei giovani e delle donne;
f) la valorizzare del potenziale di crescita, di produttività e di innovazione
delle imprese, con particolare riferimento alle micro, piccole e medie imprese;
g) l’adeguamento dell’intervento pubblico e dell’attività della pubblica
amministrazione alle esigenze della piccola e media impresa nei limiti delle risorse
umane, strumentali e finanziarie disponibili.
A garanzia del perseguimento delle suindicate finalità, viene espressamente
previsto che Stato, regioni, enti locali ed enti pubblici sono tenuti a valutare,
prima della loro adozione, l’impatto delle iniziative legislative e regolamentari
sulle imprese, anche mediante consultazione delle parti sociali interessate (art.
5).
Punti salienti del provvedimento attengono alla previsione di misure per la riduzione
e trasparenza degli adempimenti amministrativi a carico di cittadini e imprese
(art. 6) e per la semplificazione dei rapporti con la pubblica amministrazione,
prevedendosi che si svolgano in coerenza con i principi di economicità,
efficacia, efficienza, tempestività, imparzialità, proporzionalità,
uniformità di trattamento e di pubblicità e con il minor aggravio
di oneri meramente formali e burocratici relativi all’avvio dell’impresa e all’instaurazione
di rapporti di lavoro nel settore privato, nonché di obblighi e adempimenti
non sostanziali a carico dei lavoratori e delle imprese. Viene disposta, inoltre,
la pubblicazione e l’aggiornamento, tramite le camere di commercio, di norme e
requisiti minimi per l’esercizio di ciascuna tipologia di attività imprenditoriale
e si stabilisce che non possono essere addotti tra i motivi che ostano all’accoglimento
di una domanda inadempienze o ritardi attribuibili all’amministrazione (art. 8).
Ulteriori norme incidono in materia di analisi di impatto della regolazione,
che costituisce una delle principali metodologie di valutazione a supporto delle
decisioni pubbliche, prevedendosi misure volte a ridurre un eccesso di regolazione
e a semplificare l’assetto normativo vigente, attraverso l’illustrazione di una
indispensabile base informativa di supporto alla decisione, relativa agli oneri
informativi gravanti sui cittadini e sulle imprese per ciascun atto normativo
e ai relativi costi incidenti sui destinatari.
Altre misure sono volte a contrastare i ritardi di pagamento delle pubbliche
amministrazioni nelle transazioni commerciali, prevedendosi che tali amministrazioni
non possano derogare unilateralmente ai termini di pagamento fissati dal D.Lgs.
231/2002 e che è nulla la rinuncia agli interessi di mora. Inoltre si prevede
una delega legislativa per introdurre modifiche al citato D.Lgs. del 2002, in
modo da adeguarlo alla nuova disciplina europea relativa alla lotta contro i ritardi
di pagamento (direttiva 2011/7/UE) e da prevedere misure di contrasto degli effetti
negativi della posizione dominante di imprese sui propri fornitori o sulle imprese
subcommittenti, nonchè un sistema di diffide e sanzioni nel caso di ritardato
pagamento.
Il provvedimento, inoltre, è volto a rendere più trasparente l’informazione
relativa agli appalti pubblici d’importo inferiore alle soglie stabilite
dall’Unione europea e ai bandi per l’accesso agli incentivi da parte delle micro
e piccole imprese, nonché a favorire l’accesso delle micro, piccole e medie
imprese ai pubblici appalti.
Al fine di garantire ed incrementare la competitività e la produttività
delle micro, piccole e medie imprese e delle reti di imprese, si prevede che lo
Stato, nell’attuazione delle politiche pubbliche e attraverso l’adozione di appositi
provvedimenti normativi, debba provvede a creare le condizioni più favorevoli
per la ricerca e l’innovazione, l’internazionalizzazione, la capitalizzazione
e la promozione del made in Italy, garantendo ai predetti soggetti imprenditoriali
una riserva minima del 60% degli incentivi alle imprese (di cui almeno il 25%
va riservato alle micro e piccole imprese) e condizioni trasparenti e non vessatorie
di accesso al credito. Inoltre, al fine di favorire l’avvio di imprese femminili,
si prevede l’adozione di misure volte a rendere più effettivo il principio
di pari opportunità. Ancora, nella seduta alla Camera, è stato dato
il via libera al varo, da parte del Ministero dello sviluppo economico, di un
portale dedicato al "Made in Italy" per aiutare il consumatore ad orientarsi
nella ricerca di prodotti tipici italiani. È stato inoltre inserito il
dimezzamento delle sanzioni previste dal codice civile nel caso di omessa esecuzione
nei termini di denunce, comunicazioni o depositi al registro delle imprese.
Tra le altre novità da ultimo approvate in sede parlamentare è la
previsione del Garante per le micro, piccole e medie imprese, con il compito
di monitorare l’attuazione dello Small Business Act, di valutare in via
preventiva e successiva l’impatto della regolazione sulle micro, piccole e medie
imprese, di predisporre un rapporto annuale che individui le politiche e le specifiche
misure da attuare per favorire la competitività delle medesime imprese.
Infine, in vista dell’attuazione dello Small Business Act, il provvedimento
introduce nell’ordinamento la legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle
micro e piccole imprese
, da presentare alle Camere il 30 giugno di ogni anno.
Tale strumento normativo, volto a definire gli interventi in materia per l’anno
successivo a quello di presentazione, reca, oltre a una o più deleghe,
norme di immediata applicazione per favorire e promuovere le Pmi, rimuovere gli
ostacoli che ne impediscono lo sviluppo, ridurre gli oneri burocratici, ed introdurre
misure di semplificazione amministrativa (Anna Costagliola).

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