Verso l’approvazione di un diritto comune europeo della vendita facoltativo al fine di stimolare il commercio e ampliare la scelta dei consumatori

Redazione 19/10/12
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Anna Costagliola

La Commissione affari economici dell’Europarlamento ha dato il via libera al voto in plenaria per il provvedimento sul diritto comune europeo della vendita facoltativo, con il quale si intende contribuire all’abbattimento delle barriere ancora esistenti nel mercato unico, garantendo ai consumatori una scelta più ampia e un livello maggiore di tutela.

Se, infatti, il mercato unico europeo, che sta per compiere 20 anni, ha trasformato il modo in cui gli europei vivono, studiano, lavorano, viaggiano e, più in generale, si comportano, tuttavia persistono ancora barriere agli scambi transfrontalieri, derivanti in massima parte dalle differenze tra i diritti dei contratti dei 27 Stati membri, che rendono complesso e costoso vendere all’estero, soprattutto per le piccole imprese. Scoraggiati dagli ostacoli posti dal diritto dei contratti, si stima che i professionisti rinuncino ogni anno a un business transfrontaliero di almeno 26 miliardi di euro. Parallelamente, 500 milioni di consumatori europei perdono la possibilità di accedere a una maggior scelta a prezzi inferiori, essendo poche le imprese che offrono i loro prodotti all’estero, soprattutto nei mercati nazionali più piccoli.

È, quello appena descritto, il motivo per cui la Commissione europea sta portando avanti la legislazione su un diritto comune europeo della vendita facoltativo, che contribuirà ad abbattere queste barriere, garantendo ai consumatori una più ampia scelta di prodotti a prezzi inferiori, un più elevato livello di tutela e maggiori certezze dei diritti nelle transazioni transfrontaliere. Pertanto, con l’approvazione definitiva di un corpus unitario di norme applicabile a tutti i contratti transfrontalieri in tutti i 27 Paesi membri dell’UE, il consumatore avrà la possibilità di concludere, con un semplice click, un contratto europeo di facile applicazione che per giunta gli offre un grado di tutela elevato.

Anche per le imprese i vantaggi saranno notevoli:

a) un regime comune (ma facoltativo) di diritto dei contratti, grazie al quale i professionisti non dovranno più districarsi tra le incertezze derivanti dal fatto di doversi confrontare con più sistemi contrattuali nazionali;

b) riduzione dei costi di transazione per le imprese che desiderano vendere oltre frontiera. Attualmente le imprese che intendono effettuare operazioni transfrontaliere devono adattarsi a ben 26 diritti nazionali dei contratti diversi, con quel che ne consegue in termini di traduzioni e consulenze legali, pari a un costo medio di 10.000 euro per ogni nuovo mercato di esportazione;

c) sostegno alle piccole e medie imprese per espandersi in nuovi mercati.

Il diritto comune europeo della vendita, quando diventerà operativo, sarà applicabile, solo se entrambe le parti lo concordano volontariamente e in modo esplicito, ai contratti transfrontalieri (tra imprese e consumatori o tra imprese) in cui si riscontra la maggior parte dei problemi legati ai costi di transazione aggiuntivi e alla complessità giuridica. Gli Stati membri potranno, peraltro, scegliere di rendere applicabile il diritto comune europeo della vendita anche ai contratti nazionali.

In una comune condivisione di opinioni, il diritto comune europeo della vendita facoltativo contribuirà a rilanciare il mercato unico, motore della crescita economica dell’Europa. Offrirà alle imprese uno strumento facile ed economico per espandere la loro attività in nuovi mercati europei e nel contempo garantirà ai consumatori l’accesso a offerte migliori e un livello più elevato di protezione. In sintesi, il diritto comune europeo della vendita varrà ad eliminare le barriere e a massimizzare i benefici per i consumatori e le imprese.

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