Un primo bilancio sulla mediazione civile

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I dati forniti dal Ministero della Giustizia consentono di trarre alcune conclusioni sul ricorso alla mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali. Tale istituto, introdotto con D.Lgs. n. 28/2010, non ha avuto da subito vita facile: gli ordini professionali degli avvocati sono partiti con una raffica di contestazioni che hanno prodotto notevole incertezza circa il futuro della conciliazione (la Corte Costituzionale deve ancora pronunciarsi sull’argomento). Tuttavia, a dispetto dell’alea che la circonda, la mediazione sembra finalmente decollare dopo essere diventata obbligatoria il 21 marzo di quest’anno. Si fa riferimento naturalmente alla mediazione che è condizione di procedibilità della domanda giudiziale per molte delle controversie in materia civile2, mentre per le altre3 l’obbligatorietà è solo differita di un anno, precisamente al 20 marzo 2012.

I dati sembrano parlare chiaro: gli Enti abilitati a tenere corsi di formazione sono n. 203 e gli Organismi di mediazione registrati sono saliti a n. 4594.

Ma il risultato più significativo è il trend seguito dalle mediazioni nel trimestre di riferimento, vale a dire dal 21 marzo al 30 giugno 2011. Infatti il numero delle iscrizioni di procedimenti presso gli organismi accreditati è salito da n. 5.070 a 7.333, registrando un incremento del 28%.

In dettaglio, quando compare l’aderente, le mediazioni si concludono quasi al 60% con la conciliazione, evitando così il ricorso al tribunale.

L’indagine conoscitiva mette a confronto la mediazione obbligatoria con quella facoltativa e quella demandata dal giudice.

L’esperienza sul campo dimostra che, come prevedibile, la mediazione obbligatoria la fa da padrone, rappresentando ben il 69% delle iscrizioni, a fronte di un 29% di mediazioni volontarie e di un residuale 1%, riferito sia alle mediazioni demandate che a quelle obbligatorie in quanto previste da clausole contrattuali.5

Da queste prime proiezioni l’istituto conferma la funzione di deterrenza all’attività contenziosa e rivela di essere considerato dagli utenti come un utile strumento per limitare i costi della soluzione giurisdizionale. Infatti i proponenti la mediazione sono assistiti da un avvocato solo nella percentuale del 17,25% (contro l’82,75%) e, quasi specularmente, anche gli aderenti assistiti da un legale si attestano su una percentuale di minoranza del 29,10%.

Sono statistiche che tenderebbero ad avallare la percezione della mediazione come forma alternativa di composizione di interessi sul modello della più consolidata esperienza anglosassone, così come peraltro era nelle intenzioni del legislatore.

La lettura del dato deve comunque essere integrata con quella del valore della mediazione.

Il Ministero fornisce un valore medio della lite di euro 80.781,25. Ma si tratta di un dato statistico, in quanto un’attenta lettura della composizione analitica del valore dei procedimenti iscritti rivela che il 42% circa delle mediazioni insistono negli scaglioni compresi tra 0 e 5.000 euro; quasi il 13% si attesta su ciascuno dei quattro scaglioni successivi6 e, dopo aver espunto le liti di valore indeterminato, appena un 5% del valore delle liti è compreso tra 250.000 e 2.500.000 euro. Quasi prive di significato statistico le mediazioni oltre tale cifra (0,18%).

Infine una considerazione conclusiva sulla natura delle controversie sulle materie obbligatorie. La pole position è attribuita ai diritti reali (25%), seguiti da locazioni (17%) e rispettivamente, a pari merito, da contratti assicurativi e risarcimento danni da responsabilità medica (entrambi al 12%). Distaccati al 10% i contratti bancari e, più o meno sulla stessa percentuale (6% e 7%) divisioni e successioni ereditarie. Appaiati al 3% sono il comodato e i risarcimenti danni da diffamazione a mezzo stampa, mentre il fanalino di coda è costituito, al 2%, dall’affitto di aziende. Fuori gioco i patti di famiglia che non risultano neppure chiamati in causa (0%). La proiezione, se il confronto si apre alle altre materie oggetto di mediazione (che ammontano a circa il 28,74%), risulta proporzionalmente diluita pur mantenendo la medesima gradazione.

1 Sulla base dei dati pubblicati dal Ministero della Giustizia il 5/08/2011 e relativi al primo semestre 2011;

2 diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e da diffamazione a mezzo stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari;

3 materia condominiale e risarcimento del danno derivante da circolazione di veicoli e natanti;

4 al 4 settembre 2011;

5 dati aggiornati al 27 luglio 2011;

6 valore della lite 5.001 – 10.000 percentuale mediazioni 12,18%

“ 10.001 – 25.000 “ 14,84%

“ 25.001 – 50.000 “ 11,86%

“ 50.001 – 250.000 “ 12,67%;

Imbesi M. Gabriella

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