Ue: liberi professionisti equiparati alle piccole e medie imprese

Redazione 14/01/13
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Anna Costagliola

La Commissione europea riconosce il ruolo dei liberi professionisti nello sviluppo economico e nella creazione di occupazione e apre loro l’accesso ai fondi europei su misura, equiparandoli alle piccole e medie imprese. Dunque i professionisti come le piccole e medie imprese, non a livello di qualificazione giuridica ma in quanto motori per lo sviluppo economico e l’occupazione da sostenere con fondi su misura. Si tratta, come sottolineato dalla stampa, di una svolta fondamentale per un mondo attualmente fuori dalla logica degli aiuti, sia nazionali che europei, al netto di alcune forme di sostegno previste da poche leggi regionali e solo in alcune zone d’Italia. Per l’Europa è il momento di porre i liberi professionisti al centro della politica e dell’agire, approvando programmi di finanziamento, di sgravi fiscali e di sostegno.

La decisione europea di erogare incentivi ai professionisti costituisce il portato dell’intenzione della Commissione Ue di lavorare alla rimozione degli ostacoli, ingiustificati e non necessari, per accedere alla libera professione. Il piano d’azione Imprenditoria 2020, che rappresenta l’ossatura di una direttiva comunitaria che sarà approvata nei prossimi mesi, sottolinea il ruolo fondamentale dell’istruzione e della formazione per far crescere le nuove generazioni e prevede misure specifiche a sostegno degli imprenditori esistenti, con particolare attenzione ad alcune categorie quali i giovani e le donne. Il piano infatti affronta anche gli ostacoli che limitano l’imprenditorialità ed indica gli ambiti chiave in cui occorre intervenire: accesso ai finanziamenti (attraverso la creazione di un mercato europeo della micro finanza e la semplificazione della fiscalità per gli investimenti diretti privati), sostegno alle imprese ed in particolar modo alle start-up, semplificazione amministrativa (attraverso la riduzione dell’onere normativo) e facilitazione dei trasferimenti di imprese. Il documento predisposto dalla Commissione, individuando nei liberi professionisti i futuri destinatari di politiche di sostegno mirate, indica un percorso che ve dal facile accesso al credito alla necessità di seguire il professionista durante l’intero ciclo di vita, garantendo e sostenendo la continuità e l’adeguatezza del reddito, con una particolare attenzione al tema degli oneri amministrativi e burocratici, da sempre di ostacolo alla competitività.

Esemplificando, appena entra nel mondo del lavoro, il professionista potrà pensare di attingere al microcredito ottenendo interessi ribassati e piani di restituzione agevolati, o essere aiutato nel corso della sua attività professionale in caso di assunzioni di dipendenti o per investire in supporti informatici. Finora, invece, il libero professionista ha affrontato da solo tutti gli oneri e i costi dell’essere imprenditore di sè stesso.

Tra gli obiettivi vi è anche quello di intervenire per eliminare le barriere al mercato unico, creando in tal modo le condizioni per le piccole e medie imprese per sviluppare le loro attività transfrontaliere, evitando i fenomeni della doppia imposizione e rimuovendo gli squilibri fiscali che limitano gli investimenti esteri. Infine, la Commissione raccomanda agli Stati membri di continuare nell’opera di ammodernamento del mercato del lavoro, attraverso la semplificazione della legislazione e lo sviluppo di contratti di impiego flessibili, inclusi gli accordi di lavoro a tempo ridotto.

D’ora in poi, dunque, i professionisti avranno gli stessi diritti e le stesse opportunità di un piccolo e medio imprenditore.

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