Come tutelare il business online di formazione con le nuove normative

Nel dinamico universo del web, avviare un’attività online viene percepito come un’impresa alla portata di tutti, quasi priva di barriere d’ingresso.

Redazione 18/04/25

Nel dinamico universo del web, avviare un’attività online viene spesso percepito come un’impresa alla portata di tutti, quasi priva di barriere d’ingresso. Una diffusa convinzione alimentata dalla facilità con cui si possono creare vetrine virtuali e profili social, ma che rischia di oscurare un aspetto cruciale, vale a dire l’esistenza di un intricato sistema di regole e normative che governano i business online.
Soprattutto settori come quello in rapida crescita della formazione online si trovano oggi a navigare in un mare di disposizioni legali, tra cui spiccano le normative europee e internazionali in materia di contratti digitali, tutela del diritto d’autore e, non meno importante, la protezione dei dati personali. Ignorare queste normative espone le aziende a rischi concreti, sfociando in sanzioni economiche che possono seriamente compromettere la loro stabilità finanziaria.

Indice

1. La necessità di una tutela legale


La pandemia ha rappresentato uno spartiacque epocale, accelerando in maniera esponenziale la digitalizzazione di numerosi settori. Tra tutti, quello della formazione online non ha fatto eccezione, anzi, ha vissuto una vera e propria esplosione alimentato da una perfetta congiunzione di fattori.
In primo luogo, la natura stessa dei servizi di formazione online si è rivelata adatta alle restrizioni imposte dalla crisi sanitaria, con la possibilità di erogare contenuti e interagire con gli studenti da remoto. La fattibilità operativa di trasferire corsi e lezioni su piattaforme digitali ha reso la formazione online non solo una soluzione di ripiego, ma una modalità efficiente e scalabile.
Parallelamente, la necessità imposta dal lockdown si è rapidamente trasformata in un’opportunità lungimirante per molti professionisti. La formazione online ha aperto nuove frontiere per l’espansione del business, consentendo di raggiungere un pubblico globale e di diversificare l’offerta formativa.
Bisogna però ammettere che questa rapida transizione verso il digitale ha spesso portato molti professionisti a lanciarsi nella condivisione delle proprie competenze attraverso piattaforme online trascurando aspetti legali cruciali. La gestione dei contratti con gli utenti, le politiche di rimborso, la tutela della privacy degli iscritti e il rispetto del diritto d’autore sui materiali didattici sono diventati nodi problematici. Superficialità che hanno innescato un aumento significativo di controversie legali, casi di frode e sanzioni, evidenziando in modo inequivocabile la necessità impellente di una protezione legale strutturata per le attività di formazione online.
Blindare il proprio business online significa prevenire i problemi prima che si verifichino – sottolinea con forza l’avvocato Vicenzo Randazzo, esperto del settore – Troppi imprenditori si rivolgono a un avvocato solo quando il danno è già fatto, mentre una consulenza preventiva mirata può rappresentare un investimento strategico, evitando sanzioni, dispendiosi contenziosi e significative perdite economiche.”

2. Errori comuni e soluzioni legali


Uno degli scivoloni più comuni riguarda la gestione dei rimborsi. Come evidenzia l’avvocato Randazzo, “Troppi corsi vengono proposti senza definire con chiarezza le condizioni contrattuali, aprendo la strada a contestazioni”. Ignorare normative specifiche, come l’articolo 59 del Codice del Consumo che esclude il diritto di recesso una volta iniziata la fruizione del servizio digitale, può generare onerosi contenziosi.
“Molti imprenditori cadono nella trappola di scaricare contratti generici generati dall’IA senza personalizzarli – mette in guardia Randazzo – ignorando clausole vitali come le liberatorie per l’uso dell’immagine o gli accordi di non divulgazione (NDA)”. Questo evidenzia come la tecnologia, pur potente, non possa sostituire la competenza e il giudizio di un professionista del diritto. L’inserimento di clausole contrattuali adeguate, con la consulenza di un legale esperto, diventa quindi un’arma di prevenzione fondamentale.
Un’altra area minata è il rispetto delle normative sui contratti a distanza e sulla protezione dei dati. “Le aziende devono assicurare la validità legale delle firme digitali e ottenere un’accettazione inequivocabile delle clausole potenzialmente vessatorie”, avverte Randazzo. Inoltre, l’incalzare di nuove direttive come la NIS 2 e gli standard ONU 2030 inaspriscono i requisiti in materia di cybersicurezza e tutela delle informazioni personali. Non adeguarsi a queste normative espone a sanzioni severe e danni reputazionali.
La lista degli errori potenziali è lunga e variegata e va dalla superficiale gestione della privacy e l’inadeguata implementazione del GDPR, alla redazione di termini e condizioni ambigui per l’e-commerce, fino alla sottovalutazione delle implicazioni legali dei contenuti condivisi su piattaforme come YouTube (cosa si può dire e come), senza dimenticare il delicato tema del diritto d’autore e del controllo legale sul materiale promozionale (il “copy”).
È qui che emerge con forza l’importanza cruciale di affidarsi a professionisti del diritto con una solida preparazione sulle normative che regolano il business online, sia a livello nazionale che internazionale. Un avvocato specializzato non è solo un risolutore di problemi, ma un vero e proprio stratega legale. Il suo ruolo primario è prevenire le problematiche giuridiche, analizzando a monte ogni aspetto dell’attività online per identificare potenziali criticità e implementare soluzioni ad hoc. Intervenire tempestivamente, fin dalle prime fasi di progettazione del business, permette di costruire fondamenta legali solide e di evitare costosi errori.

3. Lo studio dell’avvocato Randazzo


Lo studio legale dell’avvocato Vincenzo Randazzo si distingue per la sua specializzazione nella tutela delle aziende online e offline. Fondato sette anni fa, oggi conta quattro sedi in Italia e sta ampliando la propria presenza a livello internazionale. L’obiettivo è rafforzare l’internazionalizzazione dello studio, con particolare attenzione ai mercati fuori dall’Unione Europea, come gli Emirati Arabi Uniti, dove normative e regolamenti richiedono una preparazione specifica.
Con una squadra composta da circa 27 professionisti, tra avvocati, manager interni, personale amministrativo e collaboratori esterni, lo studio offre un servizio altamente specializzato su tutto il territorio italiano. “Non ci limitiamo alla consulenza legale classica – precisa Randazzo – ma abbiamo sviluppato un approccio innovativo basato su un servizio di tutela a 360 gradi”.
In sostanza, un pacchetto di servizi legali che prevede due diligence legale per verificare la conformità dell’azienda alle normative vigenti, la gestione delle diffide, compliance per siti web, per evitare sanzioni legate alla privacy e al GDPR, controllo della comunicazione sui social e dei contenuti pubblicitari, per prevenire violazioni e accuse di pubblicità ingannevole, redazione di contratti blindati, tra cui NDA e patti di riservatezza.
“Il nostro obiettivo è offrire una tutela completa e preventiva. Perché nel mondo digitale, più che mai, prevenire è sempre meglio che curare”, conclude Randazzo.

Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?


Potrai rimanere aggiornato salvando questo articolo, in costante aggiornamento, nella tua Area Personale di Diritto.it.
Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità!

Iscriviti alla newsletter
Iscrizione completata

Grazie per esserti iscritto alla newsletter.

Seguici sui social


Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento