Tutela dei consumatori: il Parlamento approva la nuova direttiva

Redazione 01/07/11
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Approvata dal Parlamento europeo una nuova direttiva a tutela dei consumatori nelle vendita a distanza, e dunque anche via Internet. Agli Stati membri sono dati due anni di tempo per farla propria e, in Italia, una volta recepita, verrà ad integrare l’attuale Codice del consumo (D.Lgs. 205/2006).
La direttiva, tramite il conseguimento di un elevato livello di tutela dei consumatori, intende favorire il corretto funzionamento del mercato interno mediante l’armonizzazione di taluni aspetti delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri in materia di contratti tra consumatori e professionisti. L’obiettivo è quello di modificare e far confluire in un unico testo normativo le principali direttive dell’Unione europea in materia di diritti dei consumatori e più precisamente quelle relative ai contratti a distanza, ai contratti conclusi fuori dei locali commerciali, alle clausole abusive ed alle garanzie dei beni di consumo. Secondo l’Unione europea, il diverso modo in cui gli Stati membri hanno attuato tali direttive nei rispettivi ordinamenti ha portato alla creazione di un quadro normativo assolutamente disomogeneo, in cui le regole relative ai contratti conclusi con i consumatori cambiano da Paese a Paese.

Con la direttiva in oggetto, si scrivono, pertanto, regole certe, valide per tutta l’Unione, attraverso la previsione di una disciplina maggiormente protettiva in materia di contratti on-line, con un rafforzamento degli obblighi di informazione posti a carico dei venditori, e di un articolato sistema di garanzie per ciò che concerne la consegna dei prodotti in modo da favorire il commercio transfrontaliero tra Stati membri dell’Unione.

La direttiva è applicabile, alle condizioni e nella misura stabilita nelle sue disposizioni, ai contratti conclusi tra un professionista e un consumatore. È altresì applicabile ai contratti per la fornitura di acqua, gas, elettricità e teleriscaldamento da parte di prestatori pubblici nella misura in cui detti prodotti di base sono forniti su base contrattuale. È esclusa, invece, l’applicabilità delle relative disposizioni con riguardo ad una serie di fattispecie contrattuali specificamente individuate.

La nuova direttiva regola in modo particolare l’ambito degli acquisti a distanza, e quindi anche il commercio elettronico, introducendo norme intese a tutelare gli acquirenti in modo particolare sui tempi e modi di recesso e di restituzione del bene.

Particolare attenzione è proprio dedicata alla disciplina del recesso, il cui termine di esercizio viene portato, per tutti gli Stati membri, a 14 giorni dalla consegna della merce (non più, dunque, dalla conclusione del contratto, come previsto attualmente); qualora il venditore non informi chiaramente il cliente circa il diritto di recesso, la durata del periodo di ripensamento è estesa ad un anno. Detta previsione si applica alle vendite via Internet, per telefono, per corrispondenza e a vendite effettuate al di fuori di punti vendita, ad esempio al domicilio del consumatore, per strada ecc. Il diritto di recesso è esteso alle aste on-line (es. eBay), benché le merci acquistate tramite asta possano essere restituite solo se acquistate da un venditore professionista.

I consumatori disporranno di un formulario di recesso standard che potranno usare (senza essere obbligati a farlo) se, cambiato parere, desiderano recedere da un contratto concluso a distanza o a domicilio. Ciò renderà più facile e rapido il recesso se il contratto è stato concluso nell’UE.

I commercianti sono tenuti a corrispondere un rimborso ai consumatori per il prodotto entro 14 giorni dal recesso; il rimborso deve coprire anche le spese di consegna. Per scongiurare il rischio che il professionista si trovi a dover restituire il pagamento ricevuto prima ancora di aver ripreso in consegna la merce, è tuttavia prevista la possibilità di subordinare il rimborso alla prova, offerta dal consumatore, che i beni acquistati sono stati restituiti.

L’unico onere a carico del consumatore è proprio quello relativo alle spese di spedizione della merce da restituire al professionista; quest’ultimo, tuttavia, sarà costretto a sopportare anche tale costo qualora il valore delle merce superi l’importo di € 40,00.

La direttiva interviene anche sulle modalità di conclusione dei contratti, prevedendo che i contratti conclusi mediante l’uso di internet non siano vincolanti per i consumatori qualora gli stessi non confermino di aver preso chiaramente visione del prezzo e di tutte le sue componenti.

Quelle sopra menzionate sono solo alcune delle disposizioni, le più significative, destinate ad operare negli Stati membri una volta concluso l’iter per l’entrata in vigore della direttiva in commento. In particolare, gli ultimi step nella procedura attengono ai seguenti momenti:

a) approvazione formale da parte del Consiglio dei ministri del testo concordato (settembre);

b) pubblicazione della nuova direttiva nella Gazzetta ufficiale dell’Unione (prossimo autunno);

c) recepimento delle nuove norme nelle legislazioni nazionali entro la fine del 2013.

 

(Anna Costagliola)

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