Tra inflazione normativa e decrescita economica, Parte Prima: La visione sistematica

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            Vi è la perdita di una descrizione della società, di sé stessa in termini omogenei quale sistema complessivo, in questa auto descrizione per sottosistemi si hanno realtà differenti che agiscono autonomamente per singoli sistemi sociali, con la conseguente perdita di una capacità operativa collegata per obiettivi tra sottosistemi (Nasschi), si ha un indebolimento strutturale con il prevalere di pressioni esterne, infatti non si avranno più prospettive differenti su una realtà comune bensì delle realtà differenti, nella società moderna si parla di osservazioni di secondo grado a seguito del rapporto strutturale fra sistema sociale dei mass media e differenti sottosistemi che agiscono nell’ambiente, si ha quello che Luhmann definisce palcoscenico su cui si rappresenta la “sfera pubblica”.

            Dimensione oggettiva quantitativa, temporale della novità e sociale del conflitto, nonché dello scandalo, vengono a sovrapporsi con giudizi di tipo normativo tendenti alla moralizzazione senza per questo volere moralizzare (Luhmann) , non viene analizzato il modo di procedere nell’insieme concentrando l’attenzione sul risultato e su alcuni frammenti utili alla propria visione (WinKler) , si crea quindi una “agenda” di temi da aggiornare quotidianamente nella ricerca della novità eclatante, mentre nella pubblica amministrazione i problemi vengono affrontati non per il loro valore bensì per il carattere di “urgenza” che acquisiscono (Addario – Cevolini), in questo acquista rilevanza l’elemento  della protesta quale palcoscenico dell’urgenza.

            Nella creazione di un sistema questo non può osservare il proprio inizio o la propria fine non esistendo ancora o cessando di esistere, esso può solo prevedere con tutte le possibilità di rischio insite, nel sistema economico il rischio risiede sia nei pagamenti che nel risparmio e viene reso manifesto attraverso la circolazione monetaria, il pagamento è il metodo attraverso cui ottenere ulteriori operazioni di tipo economico, stimolate dalla  necessità di soddisfare i “bisogni” i quali vengono a modificarsi con l’evoluzione sociale in un rimando tra bisogni primari e di autorealizzazione, allargandoli progressivamente all’intera compagine sociale nella ricerca di un allargamento della base economica (Luhmann).

            Il mutamento è frutto di una relazione complessa di carattere circolare, si che l’espansione del settore dei servizi è disaggregabile in vari sottosettori di cui alcuni in espansione ed altri in contrazione, trattasi comunque di un settore non inesauribile (Gershuny) che non può realizzare il sogno di un crescente benessere generalizzato, come criticato da Arthur J. Penty, e che a sua volta soffre nella perdita di occupazione di una crescente capacità tecnologica dell’Intelligenza Artificiale da applicarsi, come già avvenuto nel manifatturiero, anche ai servizi, tanto che comincia a parlarsi di reddito di cittadinanza quale possibilità di consumo di manufatti e servizi da parte di una eccedenza di popolazione, per cui non necessita in molti casi la manodopera umana, questo in un progressivo convergere nel modello economico dei paesi maggiormente sviluppati a prescindere dal regime politico (Aron e Sonbart).

            I bisogni “interminabili” che vengono creati nella loro irraggiungibile soddisfazione, fa sì che si crei una forma patologica di narcisismo alla quale, come osserva Lasch, “Quelli che ci hanno preceduto sono subito dimenticati, di quelli che verranno, nessuno si cura”, si vive ossessionatamente per il presente, l’informazione diventa quindi pervasiva, continua e rinnovata in continuazione, un flusso che favorisce e obbliga al presente, nel quale conoscenza e manipolazione si sovrappongono e il potere passa ai cosiddetti “agenti della modernizzazione” ossia a coloro che decidono sull’informazione (Hegedus).

            La tecnologia agisce nella dinamica sociale interagendo con altre variabili quali il contesto dell’ambiente esterno, le dimensioni organizzative, la localizzazione, le caratteristiche storiche della proprietà, l’ideologia, tutti fattori che vengono a influenzarsi reciprocamente, l’individuo quale consumatore attivo, a cui i servizi devono dare una risposta (Toffler) agisce comunque entro binari informativi predefiniti, lo stesso Stato nell’intervenire economicamente diventa parte interna del mutamento economico nel definire il concetto di “bene assoluto” a cui collegare la propria “autorità” (Offle).

            Nel mutare delle condizioni ambientali e tecnologiche si passa da un modello lavorativo gerarchico per procedure ad un modello organico, nel quale il concetto di mansioni è sostituito dal concetto di ruolo, ossia da un insieme di compiti predefiniti alle attività e relazioni organizzative proprie di determinate responsabilità e aspettative, dando più importanza ai risultati che ai compiti, dove dovrebbe prevalere responsabilità nelle decisioni e cooperazione nel coordinarsi e integrarsi, sostanzialmente elementi che se applicati correttamente costituirebbero la qualità del lavoro.

            Il crescere della complessità determina una progressiva differenziazione funzionale con una parallela crescita delle possibilità classificatoria, ne consegue una tendenziale indeterminatezza di pensieri e valori che nel fare perdere unità alla realtà ne aumentano la necessità di integrazione, una visione analitica dovrà pertanto essere integrata da una visione olistica, come una visione specialistica da una visione di insieme dove si affianca alla visione funzionale una visione simbolica ed estetica, con la possibilità di una conflittualità culturale in cui gli individui si possono perdere progettualmente in una eccedenza di possibilità ed alternative, favorite dalla difficoltà di relazioni gratificanti e il ripiegarsi narcisisticamente su oggetti materiali ed immagini di compensazione.

            Anche il lavoro come qualsiasi azione umana risponde a delle precise finalità di carattere etico, estetico, sociologico e cognitivo che nell’insieme forniscono un senso ben riconoscibile all’agire, la dimensione etica persegue le finalità di un benessere fisico, economico e spirituale da parte di una entità umana che raccoglie nel suo essere sia gli aspetti biologici che economici e trascendentali, ne consegue che abitudini, comportamenti ed ordini vengono ad esprimere una etica organizzativa a cui l’individuo può aderire o meno, ma nella sua eventuale condivisione si viene a sviluppare la coesione e l’identità di appartenenza da cui nasce la qualità richiesta da quel tipo di organizzazione, nell’estetica si formano il gusto e i modelli su cui giudicare la realtà sensibile, una eventuale dissonanza fra immagine interna ed esterna può risolversi nel tempo in un rischio sia per l’organizzazione che per l’individuo, a sua volta l’aspetto cognitivo si fonda sull’esperienza, il suo controllo e la conseguente teorizzazione in nuovi principi per l’applicazione in esperienze successive (Taylor), questa quindi si fonda sui tipi di relazioni e sugli elementi che da questa nascono, quali l’ironia, la falsificazione, la fiducia, l’inganno, l’aggressività, dove agiscono accanto agli elementi lessicali codici simbolici.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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