Presentati al Senato gli emendamenti. Per gli enti locali, riduzione del debito dal 2013. Cassa integrazione per gli statali in sovrannumero. Fondi per scuola e sicurezza
di Giuseppe Manfredi
“Ai fini della tutela dell’unità economica della Repubblica, a decorrere dall’anno 2013, gli enti territoriali riducono l’entità del debito pubblico”. Lo prevede un emendamento del governo al d.d.l. stabilità presentato ieri in serata dal Governo in commissione bilancio al Senato. Entro domenica, secondo gli accordi intercorsi, il d.d.l. dovrebbe avere il via libera sia di palazzo Madama sia della Camera e approdare dunque in Gazzetta Ufficiale.
La norma rimanda ad un decreto non regolamentare del ministero dell’Economia le modalità di attuazione della norma.
Il decreto dovrà stabilire “distintamente per regioni, province e comuni, la differenza percentuale, rispetto al debito medio pro capite, oltre la quale i singoli enti territoriali hanno l’obbligo di procedere alla riduzione del debito; la percentuale annua di riduzione del debito; le modalità con le quali può essere raggiunto l’obiettivo di riduzione del debito. A tal fine si considera equivalente alla riduzione il trasferimento di immobili ai fondi o alle società costituiti dallo Stato per la dismissione degli immobili pubblici”. Vediamo altre novità di interesse per gli enti locali, per i quali si profila anche l’ennesima revisione del patto di stabilità. Arriva la dismissione degli immobili pubblici attraverso il conferimento a uno o più fondi comuni d’investimento immobiliare e a una o più società, anche di nuova costituzione, le cui quote o azioni saranno prioritariamente oggetto di offerta pubblica di vendita. Il Tesoro potrà accettare come corrispettivo anche titoli di Stato. I proventi saranno destinati alla riduzione del debito pubblico. Nel caso di operazioni che abbiano ad oggetto esclusivamente immobili liberi, i proventi della cessione sono destinati al Fondo ammortamento dei titoli di Stato. Il ministro dell’economia, si legge, è autorizzato a conferire o trasferire beni immobili dello Stato con alcune eccezioni a “uno o più fondi comuni di investimento immobiliare, ovvero a una o più società, anche di nuova costituzione”. I beni sono individuati con uno o più decreti del presidente del Consiglio su proposta del ministro dell’Economia da pubblicare in Gazzetta Ufficiale. “Alla cessione delle quote dei fondi o delle azioni delle società – prosegue la norma – si provvede mediante le modalità previste dai decreti di natura non regolamentare del ministero dell’economia che dovranno prioritariamente prevedere il collocamento mediante offerta pubblica di vendita. Il ministero può accettare come corrispettivo delle cessioni anche titoli di Stato”.
“Il primo decreto di individuazione è emanato entro il 30.4.2012. Sono conferiti o trasferiti beni immobili di proprietà dello Stato e una quota non inferiore al 20% delle carceri inutilizzate e delle caserme assegnate in uso alle forze armate.
Inoltre, con uno o più decreti di natura non regolamentare del ministro dell’economia sono conferiti o trasferiti i beni immobili e sono stabiliti i criteri e le procedure per l’individuazione o l’eventuale costituzione della società di gestione del risparmio o delle società, nonché per il collocamento delle quote del fondo e delle società”. Ai fini dell’attuazione della norma è autorizzata la spesa di 1 milione di euro l’anno a decorrere dal 2012.
In tema di finanziamenti, il relatore Garavaglia ha presentato un emendamento che stanzia 100 milioni per la messa in sicurezza degli edifici scolastici mentre altri 450 milioni di euro arrivano per il comparto sicurezza nel 2012: 200 milioni per il ministero della Difesa; 220 milioni per Polizia, Carabinieri e Vigili del fuoco; 30 milioni per la Gdf. Altri 100 milioni di euro arriveranno per interventi urgenti in materia di difesa del suolo.
Di interesse alcune disposizioni in materia di personale pubblico. Se in un’amministrazione i dipendenti pubblici verranno ritenuti in soprannumero o si rilevino comunque eccedenze di personale, gli statali potranno essere posti in mobilità. Se però questi non potranno essere ricollocati scatterà una sorta di cassa integrazione. Le pubbliche amministrazioni che hanno situazioni di soprannumero o rilevino comunque eccedenze di personale, in relazione alle esigenze funzionali o alla situazione finanziaria, secondo il testo del governo, saranno tenute a darne comunicazione al dipartimento della funzione pubblica. Dopo 10 giorni dalla comunicazione al dipartimento, l’amministrazione potrà risolvere il contratto di lavoro per chi ha compiuto l’anzianità massima contributiva di 40 anni. In subordine, scatterà la mobilità con “la ricollocazione totale o parziale del personale anche mediante il ricorso a forme flessibili di gestione del tempo del lavoro o a contratti di solidarietà” nella stessa amministrazione o anche “presso altre amministrazioni comprese nell’ambito della regione”. Chi non sarà ricollocato, avrà un’indennità pari all’80% dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale con esclusione per qualsiasi altro emolumento retributivo per la durata “massima” di due anni.
Gli altri emendamenti al d.d.l. stabilità
>> emendamenti nn. 5.2000 e 5.0.1000
>> emendamenti nn. 3.1000, 4.0.1000 e 5.1000
Articolo tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it
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