SRL semplificate con capitale a un euro

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In seguito all’entrata in vigore dell’art. 3 del D.L. 24 gennaio 2012, n. 1 recante“Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”, noto anche come decreto sulle liberalizzazioni, il legislatore ha introdotto il nuovo art. 2463 bis c.c.,che istituisce la fattispecie della società a responsabilità limitata semplificata . Tali società perseguono l’obbiettivo di favorire l’accesso dei giovani all’esercizio dell’attività di impresa; infatti la Srl Semplificata (volgarmente Srl “ad un euro”) permette di avviare una startup con soltanto 1 euro di capitale a cui devono essere aggiunti altri 168 euro per l’imposta di registro.

Tale fattispecie prevede dunque la sostituzione della vecchia disciplina che limitava la possibilità di formare Srl, alla presenza di un capitale sociale minimo di 10.000 euro.

Non si tratta però di una “rivoluzione” tutta italiana, ma de facto di una prassi a cui il nostro Stato si è solo conformato, ma già preesistente in paesi come gli Usa e il Regno Unito.

Sicuramente questa opportunità permette di estendere la possibilità di accesso alla creazione di società, che risulta essere garantita anche a chi non disponga dei famosi 10.000 euro di cui sopra necessari, e quindi favorendo verosimilmente un coinvolgimento maggiore dei giovani, risaputamente fucine di idee.

Gli aspetti positivi di tali società sono di certo plurimi; innanzitutto i costi costitutivi sono sostanzialmente più che dimezzati, dai 1000/1500 euro necessari per la Srl ordinaria (10.000 euro di capitale) ai circa 700/800 euro (o spesso meno) per le Srls, e la possibilità per i soci di non versare il capitale minimo (2.500 per le normali srl costituite con 10.000 euro da una pluralità dei soci). Inoltre, grazie al recente “ritocco” dell’art. 2463-bis c.c. non è più previsto neanche che i soci con età superiore ai 35 anni vengano esclusi automaticamente dalla società, essendo invece in prima istanza il requisito giovanile la sola precondizione richiesta a tutti i soci per la costituzione di tal società. In conclusione, inoltre ,in caso di fallimento o liquidazione della società Srl (o Srls), non viene intaccato il patrimonio personale dei soci se non nel limite del capitale versato (1 Euro!)

Nonostante però tale società venga palesemente agevolata all’inizio, essa non usufruisce poi di alcuna forma di agevolazione una volta divenuta a tutti gli effetti operativa. Ad esempio, in merito ai costi amministrativi, alle società italiane (ad oggi) non vengono riservate agevolazioni di sorta sulla tassa annuale sui libri sociali o su quella dell’iscrizione presso il Registro delle imprese (non richiesta alle società inglesi); a livello fiscale, non sono previste agevolazioni IRES (nelle società inglesi, al di sotto di 300.000 sterline di reddito si pagano imposte pari al 20%), né è prevista la fatturazione in esenzione IVA (ammessa per le micro-società inglesi che fatturano meno di 73.000 sterline), né è prevista la tenuta di contabilità semplificata (questa, si ritiene, sarà forse introdotta con il bilancio in forma semplificata tratteggiato, ma ancora in attesa di regolamentazione, dall’art. 14 della L. n. 183/2011). Ancora, è implicito che alcuni istituti di credito potrebbero doversi ‘abituare’ a concedere del credito a società praticamente prive di capitale sociale, quindi per il loro punto di vista “società potenzialmente pericolose”.

L’aspetto però più originale delle Srls ,è di certo la palese sottocapitalizzazione con cui la stessa sarà chiamata ad operare; dal giorno in cui si costituisce la società e si “da il via” alla stessa, la società avrà ovviamente  costi  e spese. Si pensi al costo del commercialista, se non quello del notaio stesso che si occupa della costituzione.

E’ palese dunque che qualche soldo in cassa la società ce lo deve pur avere, e questo anche se non ha capitale sociale. Quindi i soci dovranno in ogni caso versare dei soldi alla società per affrontare le prime e necessarie spese.

Ma allora forse il costruire una società con il capitale di Euro 10 mila – e ricordiamoci che dei 10 mila se ne deve effettivamente versare solo il 25% quanto la S.l.r. ha più di un socio – non era così poi assurdo.

Aggiungiamo in oltre che casisticamente il 60% delle 12.973 nuove società, tra srl semplificate e a capitale ridotto iscritte nel registro delle imprese al 31 maggio 2013, è inattivo. Al 31 marzo 2013 il 90% delle società costituite ha dichiarato di non avere personale. I dati sono emersi da un’indagine condotta dalla Federnotai Lombardia.

In ultimo, quanto alla capitalizzazione, le società costituite con 1 euro di capitale sociale sono il 17% del totale, il 45% delle nuove srl è stato costituito con meno di 500 euro, il 19% delle società ha un capitale sociale compreso tra i 500 ed i 900 euro. E poco più di un quinto supera i mille euro. I numeri ci dicono che la macchina non si è mai mossa perché bloccata dalle morse della burocrazia; forse liberarla potrebbe essere utile a tutti.

Quindi , traendo ognuno di noi delle somme, potremmo affermare realmente che sia sempre e in ogni caso vantaggiosa una S.r.l. a 1 Euro?

Alessandro Paccoi

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