Il presente contributo propone una lettura logico-deduttiva delle norme sul sovraindebitamento alla luce del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, evidenziando i risvolti strategici, giuridici e sociali ancora sottovalutati dalla prassi professionale e dalla letteratura specialistica. L’articolo vuole offrire una visione sistemica della gestione del debito, riscoprendo la centralità del soggetto debitore quale portatore di diritti, e non solo di obbligazioni. Per l’approfondimento consigliamo il volume Le tutele del nuovo sovraindebitamento: come uscire dal debito.
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Indice
- 1. Il nodo: il sovraindebitamento non è una devianza, ma una condizione economica tipica
- 2. Il paradosso: il debitore incapiente è il più meritevole
- 3. La famiglia come unità di rischio e di soluzione
- 4. La meritevolezza non è un dogma rigido
- 5. Il professionista come architetto della ripartenza
- 6. Conclusione: serve un cambio culturale, non solo giuridico
- Formazione per professionisti
1. Il nodo: il sovraindebitamento non è una devianza, ma una condizione economica tipica
Il sovraindebitamento non è l’eccezione, bensì il risultato prevedibile di un ecosistema economico basato sull’iperaccesso al credito e su una cultura del consumo finanziato. L’uso massivo di strumenti come BNPL, carte revolving e prestiti digitali ha reso sistemica l’insolvenza. La normativa, dal 2012 in poi, ha riconosciuto il diritto a una “seconda possibilità”, ma questo diritto resta ancora poco praticato. Per l’approfondimento consigliamo il volume Le tutele del nuovo sovraindebitamento: come uscire dal debito.
Le tutele del nuovo sovraindebitamento. Come uscire dal debito
Aggiornato al terzo decreto correttivo del CCII (D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136), il volume, giunto alla sua II edizione, propone un’ampia ricognizione delle rilevanti novità normative e del panorama giurisprudenziale sul tema della crisi da sovraindebitamento. Sono raccolti diversi casi giudiziari riguardanti piani, omologati e non, ove emergono gli orientamenti dei vari fori e le problematiche applicative della normativa di riferimento. Il taglio pratico rende l’opera uno strumento utile per il professionista – gli organismi di composizione e i gestori della crisi, gli advisor e i liquidatori – al fine di offrire un supporto nelle criticità e i dubbi che possano sorgere nella predisposizione del Piano. Monica MandicoAvvocato cassazionista, Founder di Mandico&Partners. Gestore della crisi, curatore, liquidatore e amministratore giudiziario. È presidente di Assoadvisor e coordinatrice della Commissione COA Napoli “Sovrain- debitamento ed esdebitazione”. Già componente della Commissione per la nomina degli esperti indipendenti della composizione negoziata presso la CCIAA di Napoli. Esperta in crisi d’impresa e procedure di sovraindebitamento e presidente di enti di promozione sociale. Autrice di numerose pubblicazioni, dirige la Collana “Soluzioni per la gestione del debito” di Maggioli Editore, ed è docente di corsi di alta formazione e master accreditati presso Università e ordini professionali.
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2. Il paradosso: il debitore incapiente è il più meritevole
L’art. 283-284 CCII codifica il diritto all’esdebitazione dell’incapiente, riconoscendo dignità giuridica a chi non ha risorse. Tuttavia, molti operatori giuridici ancora percepiscono l’incapienza come esclusione dal sistema, anziché come suo punto di giustizia. La lettura combinata con gli artt. 3 e 36 Cost. e con la Raccomandazione UE 2014/135 impone un’inversione di paradigma: chi non ha, ha diritto a ripartire.
3. La famiglia come unità di rischio e di soluzione
La liquidazione controllata familiare (art. 66 CCII) è una norma rivoluzionaria ma spesso ignorata. Consente di superare la logica individuale e valutare il sovraindebitamento in ottica unitaria. Ne deriva che responsabilità e soluzioni devono essere costruite congiuntamente. I professionisti devono cambiare approccio: il piano non è solo economico, è relazionale.
4. La meritevolezza non è un dogma rigido
Troppo spesso, in sede di valutazione, la meritevolezza viene interpretata in chiave sanzionatoria, quasi fosse una presunzione di colpa morale. Ma le norme – in particolare gli articoli 280 e 282 del CCII – non richiedono la perfezione del comportamento del debitore, bensì l’assenza di dolo o frode consapevole. È un requisito che deve essere letto con attenzione e misura. La vera ratio della meritevolezza è selettiva, ma non punitiva. Serve a distinguere chi ha agito con negligenza colposa e chi invece ha tentato di rispettare i propri obblighi ma è stato travolto da eventi fuori dal proprio controllo: perdita del lavoro, crisi economica, separazioni familiari, eventi sanitari, default del garante. La valutazione va ancorata ai principi costituzionali di uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.) e tutela della persona (art. 2 Cost.), nonché alla Raccomandazione UE 2014/135 che impone una celere e concreta seconda possibilità. Inoltre, la meritevolezza non può essere appiattita su una logica notarile. Il debitore non è tenuto a dimostrare la propria innocenza assoluta, ma a far emergere la coerenza e la credibilità del suo comportamento complessivo. Il giudice, di fronte a una domanda di esdebitazione, è chiamato ad esercitare un giudizio prudenziale, non automatico, ponderato su tutti i fattori di contesto. Una meritevolezza intesa come responsabilità consapevole, e non come perfezione retroattiva.
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5. Il professionista come architetto della ripartenza
Non serve solo compilare modelli o caricare portali. Il professionista della crisi, in particolare l’OCC, deve leggere flussi di cassa, individuare passività latenti, costruire piani finanziari coerenti. È consulente strategico, non esecutore formale. È qui che si gioca la differenza tra procedure che falliscono e soluzioni che funzionano.
6. Conclusione: serve un cambio culturale, non solo giuridico
Il vero cram-down deve colpire lo stigma sociale. Il debitore non è un colpevole, ma un soggetto vulnerabile da reintegrare. Il CCII offre gli strumenti per farlo, ma serve uno sguardo nuovo, interdisciplinare, orientato alla tutela sostanziale della persona.
L’autrice è Avvocato, esperta in diritto bancario, crisi d’impresa e strumenti di regolazione della crisi da sovraindebitamento.
Formazione per professionisti
Corso abilitante e di aggiornamento per Gestore della crisi da sovraindebitamento
Definito dalle Linee guida generali elaborate dalla Scuola Superiore della Magistratura ed erogato ai sensi dell’art. 16 del D.P.R. 162/1982, dell’art. 4 co. 5 e 6 del d.m. 202/2014, e dell’art. 356 CCII.
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