Sociologia della pressione normativa

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La normazione agisce sull’Io tanto sul piano logico dell’utile che sul piano emotivo sia relazionale, quale il potere e la stima, sia in quello più profondo che è il privato, l’intima essenza del sé, nell’individuo si intrecciano pertanto la cultura con l’Io; espressione organizzativa della logica e del piano relazionale ne diventano quindi tanto la burocrazia che le strutture giurisdizionali, sia nell’aspetto regolamentare che sul piano operativo pratico, in un ambiente culturale che può essere favorevole o in opposizione, con il pericolo di una autoreferenzialità senza un progetto chiaro e il relativo alto rischio per i “valori”, dove i limiti non ben definiti in un riadattamento continuo della costruzione tecnologica del mondo possono ampliare ma anche disarticolare le libertà stesse.

La preminenza dell’Io sociale a discapito dell’Io individuale è andata progressivamente perdendosi e con essa la trasmissione di valori “assoluti”, la preminenza assolutizzante dell’Io soggettivo, consona al passaggio dall’era industriale a quella post-moderna dei servizi, ripropone il dilemma già rilevato nel raffronto tra Socrate e Platone, dove a un individuo socratico pienamente responsabile si contrappone la pericolosità dell’eccessiva soggettività, vi è pertanto la necessità di prestare attenzione ai fini e ai valori (Dewey), fornendo senso all’agire attraverso la valorizzazione culturale che presuppone sempre la riflessione, emerge la sua centralità tanto nell’inserimento sociale dell’individuo quanto come agente nella sua trasmissione temporale di valori (Parsons), tuttavia non vi è un apprendimento perfettamente imitativo, ogni individuo nel porre la propria ineliminabile soggettività viene a modificare condotta e cultura (Blumer).

L’individuo diventa il portatore di una cultura in un rapporto di continuità tra personalità e cultura stessa, il processo di socializzazione viene a condizionare la visione della realtà e pertanto gli atteggiamenti di coloro che vivono nel medesimo contesto (Linton), vi è quindi un interagire tra la personalità di base, matrice comune di una cultura e la personalità dell’individuo, Linton  parla di una “personalità di status” dove alla posizione formale dello status corrisponde il ruolo attivo dell’azione, consegue che l’armonia è l’adesione al ruolo imposto dallo status, risorge il dilemma già sollevato da Socrate e Platone.

Alla prima fase della socializzazione segue quella dell’integrazione sociale, al sistema delle punizioni e gratificazioni a cui si affianca l’auto-disapprovazione segue la formazione della rappresentazione del contesto in cui agire, Schutz introduce il concetto di oggettivazione del mondo per cui si agisce in base ad assunti che le cose siano uguali per tutti, dando per scontati molti fatti ed interpretazioni, la realtà assume un proprio ordine permettendo un senso comune all’interagire umano e per tale via creando reciproche aspettative, il processo avviene attraverso l’esteriorizzazione dell’agire umano nel produrre l’ordine sociale, a cui segue l’oggettivazione di una realtà ordinata indipendentemente dai singoli, fino ad arrivare all’interiorizzazione con una simmetria tra realtà oggettiva e soggettiva che permette di creare l’identità, la costruzione culturale crea pertanto l’intelligenza dove lo strumento centrale della comunità è il linguaggio che permette l’appropriazione sociale della conoscenza comune (Bruner), in cui azione, immaginazione e simbolo si fondono nella formazione umana, nella ricerca di un adattamento per stadi (Piaget).

La frammentazione culturale crea un relativismo che rende nel   suo eccesso problematico individuare e mantenere i valori su cui fare ruotare i giudizi, il sistema sociale con i suoi sottosistemi è in bilico tra la ricerca dell’omeostasi e la ricerca individuale alla gratificazione delle proprie aspettative, in una valutazione dei vantaggi e svantaggi personali nei quali lo sviluppo di un super-ego con le sue norme che conducono all’autocontrollo disapprovativo viene a perdersi (Persons); il cambiamento avviene progressivamente a partire da alcuni gruppi entro il sistema, con una irreversibilità e accelerazione al raggiungimento della massa critica, la comunicazione da elemento equilibratore attraverso le tre funzioni sociali proprie di indicazioni dei pericoli e opportunità, nel tendere a favorire lo scambio sociale e trasmettere l’eredità culturale (teoria funzionalista – Lasswell), diventa elemento di modifica dell’equilibrio generale imponendo a ciascun individuo la necessità di un adeguamento del proprio comportamento al nuovo equilibrio generale (Lewin), con una nuova attribuzione di senso e di costruzione delle identità individuali.

La norma è pertanto accettata o meno nel contesto culturale in cui è calata, trova una sponda negli interessi di gruppo che viene a sollecitare e cerca di essere attuata dalle istituzioni di controllo, dove gli stessi membri vivono la tensione di essere mezzi interessati ma anche partecipi dell’ambiente in cui vivono, con le pressioni culturali e le sollecitazioni materiali che ne possono ricevere, acquisiscono quindi l’ambivalenza di essere al contempo possibili portatori di interessi etici collettivi, ma anche possibili mercenari al servizio di gruppi, novelle “compagnie di ventura”.                                                                                                            

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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