Smart working: concessa proroga ai soggetti fragili

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Il Governo lavora alla ricerca di una soluzione, che cosa accadrà in caso non ci fosse una proroga dello smart working a giugno?
Per approfondire consigliamo il volume: Smart Working -Cosa abbiamo imparato dopo l’emergenza

Indice

1. Che cos’è lo smart working


Il lavoro agile chiamato anche con lo pseudo-anglicismo di smart working, è una forma di telelavoro definito nell’ordinamento italiano come:
una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.
Rappresenta un’evoluzione di concetto del sistema precedente perché è caratterizzato dal fatto che la prestazione lavorativa è svolta senza una postazione fissa, in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno.
Non va confuso con il telelavoro, che prevede che il dipendente lavori tipicamente da casa e che ci sia di solito un unico rientro a settimana nel posto di lavoro tradizionale.
Questi due aspetti hanno determinato una scarsa adozione del telelavoro che a oggi è ancora poco utilizzata.
Un’altra differenza tra le due modalità di lavoro è data nell’introduzione del diritto alla disconnessione.
Negli accordi di lavoro agile stipulati tra aziende e dipendenti, devono essere stabilite misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro.
Il lavoro agile è anche, ma non esclusivamente, una modalità di svolgimento della prestazione lavorativa di tipo inclusivo, poiché favorisce l’assunzione delle categorie di lavoratori che hanno particolari esigenze di flessibilità oraria per malattia o esigenze personali, per i neo-genitori e gli studenti lavoratori.
Un vasto insieme di prestazioni lavorative relative a determinate attività o funzioni svolte da impiegati, quadri, dirigenti può essere idealmente trasformata in una modalità di lavoro di agile, a seguito della graduale informatizzazione e l’abbandono della carta.
Archivistica e gestione documentale, disegnazione e modellazione 3D, amministrazione-finanza-controllo, contabilità clienti e fornitori, emissione richieste e ordini di acquisto, Risorse Umane e ICT.
Al 2022, si stima che nelle aziende che adottano o adotteranno un accordo collettivo per il lavoro agile, un lavoratore su tre abbia lavorato in questa modalità per almeno 2-3 giorni alla settimana.

2. Il quadro della situazione attuale


A fine giugno, se il Governo non adotterà altre misure, scadrà il diritto per i fragili, sia nel pubblico sia nel privato, e per i genitori con figli sino a 14 anni, esclusivamente nel privato, di lavorare secondo la modalità dello smart working.
Con la dichiarazione della fine della pandemia, che è il motivo per il quale si era optato a favore della proroga della misura, adottata in chiave di prevenzione dal rischio del contagio nei luoghi di lavoro, il dossier è nelle mani del Ministro del Lavoro, Marina Calderone che, a fine marzo, in occasione dell’ultima proroga, riuscì a reperire i 16 milioni necessari per confermare questa possibilità ai lavoratori fragili, mentre per i genitori la norma era scaduta a fine dicembre.
Se non so deciderà di concedere un’altra proroga, dal prossimo 1 luglio, i lavoratori fragili e i genitori di figli al di sotto di 14 anni, non essendoci più la tutela delle legge, dovranno ritornare a lavorare in presenza.
Nonostante questo, nelle aziende nelle quali attraverso la contrattazione collettiva le parti hanno disciplinato il lavoro agile, queste due categorie di lavoratori dovranno rientrare secondo le modalità che prevedono le intese.
Nel periodo post pandemia si è registrata una diffusione di accordi aziendali tra datori di lavoro e rappresentanze sindacali, in molti casi sono previsti due o tre giorni di lavoro da remoto la settimana alternati da giorni in presenza. 


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3. Genitori con figli under 12, disabili e caregivers


Nelle altre imprese resta la “protezione” che assicurano l’articolo 18 della legge 81/ 2017 e l’articolo 4 lett.b del Decreto Legislativo 105/ 2022, secondo i quali i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile devono riconoscere priorità alle richieste delle lavoratrici e dei lavoratori con figli sino a dodici anni di età, o senza nessun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità (articolo 3, comma 3 legge 104 del 1992), o alle richieste dei lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata (articolo 4, comma 1 legge 104 del 1992) o che siano caregivers.
Se le categorie menzionate richiederanno di fruire del lavoro agile, non potranno essere sanzionate, demansionate, licenziate, trasferite o sottoposte a diverse misure organizzative che si possano ripercuotere in modo negativo sulle condizioni di lavoro.

4. Le interpretazioni della norma


In relazione all’esercizio del diritto allo smart working per i fragili e i lavoratori con figli che hanno meno di 14 anni sono emerse due linee di interpretazione:

  • Il diritto al lavoro da remoto al 100%, nonostante non fosse esplicitamente previsto dalla normativa.
  • Il diritto al 100% di svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, in parte da remoto e in parte in presenza.

5. Concessa proroga esclusivamente ai soggetti fragili


Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo si è pronunciato in relazione in merito alla scadenza di fine mese della proroga dello smart working per i dipendenti privati con figli under 14  e per i fragili.
Come si legge sull’Agenzia di Stampa Ansa, Il titolare del Dicastero ha dichiarato al Messaggero:
Nello specifico mi permetto di osservare che non siamo più in pandemia, di conseguenza, non  credo ci sia più l’urgenza di agire sui genitori con figli under 14.
Auspico continui ad esserci la giusta attenzione nei confronti dei fragili
”.
Rispetto alle norme su Corte dei Conti e scudo erariale, il ministro ha affermato:
Le polemiche mi sembrano una tempesta in un bicchier d’acqua, preferisco rispondere nel merito. Lo scudo erariale è stato introdotto nel 2020 da Conte e poi prorogato da Draghi. Non vedo per quale ragione si debba alzare un polverone su questa altra proroga, finalizzata a mettere le nostre persone nelle condizioni di realizzare in un clima di fiducia, e in tempi molto stretti, i molti progetti del Piano. Sul controllo concomitante, sull’avanzamento del Piano vigila l’Ue e la norma non incide in nessun modo sulle prerogative della Corte. I controlli contabili ci dovranno essere”.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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