Sistri abrogato dalla manovra-bis

Redazione 28/08/11
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Dal 13 agosto per la tracciabilità dei rifiuti sufficiente il registro di carico e scarico

 

Il Sistri, il sistema di tracciamento digitale dei rifiuti è stato abrogato a pochi giorni dall’entrata in vigore delle sanzioni per reati ambientali. L’art. 6, comma 2 del decreto legge 138/2011 (la cosiddetta manovra-bis o manovra di ferragosto, in vigore dal 13 agosto) ha infatti abrogato con effetto immediato il comma 2, lettera a), dell’articolo 188-bis, e l’articolo 188-ter, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (codice ambiente); il successivo comma 3 mantiene invece ferma la restante disciplina in materia di gestione dei rifiuti e, richiamando le norme applicabili del Codice ambientale, stabilisce che la gestione dei rifiuti debba avvenire nel rispetto degli obblighi relativi alla tenuta dei registri di carico e scarico (registro che doveva essere progressivamente sostituito dal SISTRI, appunto) e dei formulari di identificazione.

Il SISTRI, istituito dalla L. 296/2006, è (ma ora si dovrebbe dire era) un sistema di controllo della tracciabilità alternativo rispetto alla tenuta dei registri di carico e scarico. Dopo un faticoso rodaggio (clamoroso il flop del click day di maggio, che spinse le imprese a chiedere una proroga dell’entrata in vigore), il Ministero dell’Ambiente aveva lavorato per migliorare le funzionalità del nuovo sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti. Il primo agosto 2011, infine, era stato posto anche l’ultimo tassello: era infatti stato pubblicato il D.Lgs. 121/2011 che, oltre ad  estendere la responsabilità amministrativa anche a diverse fattispecie di reati ambientali, interveniva anche sulla disciplina del SISTRI e introduceva dal primo settembre 2011 un regime sanzionatorio transitorio, al fine di graduare la responsabilità nel primo periodo di applicazione del SISTRI.

Ora la manovra di ferragosto segna un deciso dietrofront che il Governo (ma non il ministro Prestigiacomo) motiva con gli eccessivi oneri amministrativi derivanti dal SISTRI, che si tradurrebbero in un grave rallentamento dell’attività imprenditoriale, soprattutto per i piccoli operatori, con conseguenti effetti negativi in termini economici e produttivi. In realtà l’abrogazione del SISTRI rischia di tramutarsi in un boomerang per le casse dello Stato; infatti, per essere pronte all’appuntamento dell’ormai imminente entrata in vigore del SISTRI le imprese avevano già sostenuto ingenti costi: oltre al nuovo software ed alla  formazione dei dipendenti, imprese ed enti avevano già provveduto al pagamento dei contributi di iscrizione per il 2010 e per il 2011: somme di cui ora si richiede la restituzione (Stefano Minieri).

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