Rilevazione di Bankitalia sui dati 2005-2010: rapporto con il Pil al 7,1% a 110,7 mld. Due terzi dei prestiti da banche e Cassa depositi. Finanza locale, tirata d’orecchie del Viminale sulla trasmissione delle certificazioni di bilancio
articolo di Fortunato Laurendi tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it
È sceso al 7,1% il rapporto tra il debito delle amministrazioni locali e Pil a fine 2010. La rilevazione è della Banca d’Italia che segnala anche come si tratti del livello più basso dal 2007. Il dato assoluto si attesta a 110,7 miliardi di euro ed è pari al 6% del debito complessivo delle amministrazioni pubbliche. In rapporto al prodotto delle rispettive aree geografiche, il dato è pari al 6,4% nel Nord-Ovest, al 4,7% nel Nord-Est, all’8,6% al Centro e al 9,1% nel Mezzogiorno. I dati si riferiscono al periodo 2005-2010.
Il 43,4% del debito riguarda enti del Nord del Paese (28,3% nel Nord-Ovest e il 15% nel Nord-Est), il 26,5% il Centro e il 30,2% il Sud. In rapporto al prodotto delle rispettive aree geografiche il debito delle amministrazioni locali era pari al 6,4 per cento nel Nord-ovest, al 4,7 nel Nord-Est, all’8,6 nel Centro e al 9,1 nel Mezzogiorno. Il 44% del debito è stato contratto dai comuni, il 37,6% dalle regioni e l’8,2% dalle province, mentre il restante 10,2% fa capo ad altri enti prevalentemente nel settore finanziario.
Per quanto riguarda la ripartizione per strumento, il 30,7% del debito è costituito da prestiti erogati da Istituzioni finanziarie monetarie residenti, il 37,6% da prestiti della Cassa depositi e prestiti e il 2,4% da prestiti erogati da intermediari non residenti. Le obbligazioni emesse all’estero rappresentano il 16,3% del totale, quelle emesse in Italia l’8,4%. Il 4,7% del debito deriva da operazioni di cartolarizzazione. I dati, ricorda il documento, sono elaborati a partire dalle segnalazioni statistiche di Vigilanza e della Centrale dei rischi, che rilevano solo i contratti conclusi con intermediari operanti in Italia; i dati della Centrale dei rischi, inoltre, tengono conto solo delle operazioni di importo superiore alla soglia di censimento. Le informazioni fornite vanno quindi considerate come una stima per difetto dell’operatività complessiva. La quota dei prestiti sul totale del debito, rileva ancora il Bollettino, è salita dal 69,4% nel 2009 al 70,6% nel 2010; è diminuita la quota dei prestiti erogati dagli IFM residenti (passata dal 32,7% al 30,7%) mentre è salita sensibilmente quella dei prestiti della CDP (dal 34,3 al 37,6 per cento), che riguardano soprattutto i comuni. Nel 2010 si è registrata una contrazione dell’incidenza sul debito della componente relativa ai titoli (dal 25,6 al 24,6 per cento) e alle altre operazioni (dal 5,0% al 4,7%).
Sempre in tema di finanza locale, anche se su tutt’altro versante, va ricordato che il Ministero dell’interno, con la circolare FL 10/2011, ha dato una “tirata d’orecchie” alle amministrazioni locali sull’ invio tramite posta elettronica certificata dei documenti firmati digitalmente dai sottoscrittori relativamente alle certificazioni di bilancio ex articolo 161 t.u.e.l. La circolare evidenzia che la trasmissione del certificato effettuata da molti enti – in alcuni casi – non è giunta a buon fine a seguito di errori che ne hanno impedito il caricamento. Il Viminale rammenta che le ricevute di accettazione e di consegna della mail non sono sufficienti a dimostrare l’avvenuta corretta trasmissione e,quindi, occorre aver cura di verificare la ricezione anche del messaggio finale di avvenuto caricamento. Un momento di particolare importanza anche in termini di conseguenze che ne possono derivare: la circolare sottolinea infatti che al mancato adempimento, si connette la sanzione prevista dal comma 3 dell’articolo 161 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, alla luce di quanto statuito anche dell’articolo 20, comma 16, del decreto-legge n. 98 del 2011.
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