Riforma pensioni: quali sono le ultime novità?

Redazione 26/07/16
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Molte le novità che dovremo aspettarci nei prossimi mesi in materia di pensioni anticipate e maggiore flessibilità in uscita dal lavoro. La riforma pensionistica più volte annunciata dovrebbe infatti coinvolgere un numero maggiore di cittadini di quanto inizialmente pensato, inquadrati in diverse categorie sulla base del reddito, dell’età e dei contributi accumulati. Facciamo il punto delle più importanti iniziative che dovrebbero essere introdotte dal Governo a partire dall’anno prossimo.

 

L’APE e le pensioni anticipate

L’APE, o Anticipo Pensionistico, è il principale programma annunciato da Renzi per la riforma del sistema delle pensioni. Come abbiamo visto nel dettaglio in un precedente articolo, l’APE sarà molto probabilmente parte della Legge di Stabilità 2017 e introdurrà la possibilità di poter accedere alla pensione anticipata a 63 anni per i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953 (e successivamente per quelli nati tra il 1954 e il 1956). L’Ape, giova ricordare, funzionerebbe come un anticipo e non come una vera e propria misura di salvaguardia: l’anticipo pensionistico dovrà essere restituito, a rate, non appena si saranno raggiunti i requisiti maturati per il pensionamento. Usufruendo del provvedimento, i lavoratori dovranno inoltre accettare un taglio della pensione compreso tra l’1 e il 3% annuo, con la possibilità di arrivare al 4% per gli assegni pensionistici più elevati. Le penalizzazioni, tuttavia, saranno compensate in alcuni casi da uno speciale meccanismo di detrazioni fiscali.

 

Le altre misure previste dal Governo

L’Anticipo Pensionistico non è però, come accennato, l’unica riforma in materia prevista dal Governo. Sembra infatti che un’attenzione speciale potrà essere riservata per i “precoci”, ovvero i cittadini che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età e quindi tra i 14 e i 18 anni. Per questa categoria di lavoratori, che ha iniziato il versamento di contributi prima delle altre, verrà probabilmente riconosciuto un bonus contributivo di 4 o 6 mesi l’anno. Questo consentirà loro di andare in pensione anche con soli 41 anni di contributi. Il Governo sta similmente valutando la possibilità dell’allargamento delle misure speciali per coloro che svolgono mansioni particolarmente usuranti.

Ma non è tutto. La riforma pensioni potrebbe portare anche a un allargamento della “no tax area”, che oggi è valida solo per i pensionati con meno di 75 anni e reddito inferiore ai 7.750 euro annui e per coloro che hanno più di 75 anni e reddito inferiore a 8.000 euro. Le nuove norme dovrebbero innalzare per tutti il tetto al di sotto del quale non si pagano le tasse a 8.124 euro. Novità, infine, anche sulle quattordicesime. La misura, che è oggi disponibile solo per i cittadini che percepiscono meno di 9.786 euro all’anno di pensione, sarà infatti probabilmente allargata a tutti coloro che ricevono una pensione inferiore o uguale a 12mila euro lordi annui.

Redazione

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