Riforma pensioni: quali sono le novità su precoci e Ape?

Redazione 16/09/16
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In vista della Legge di Stabilità 2017, continua il dibattito tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Gli argomenti centrali della discussione continuano a essere l’anticipo pensionistico (Ape) e soprattutto le misure per i lavoratori precoci. Se da un lato l’Ape sembra ormai cosa certa, e restano da stabilirne solo le condizioni, le misure di agevolazione per i precoci potrebbero slittare all’anno successivo per mancanza di fondi.

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I lavoratori precoci

I “lavoratori precoci ” sono i cittadini che hanno iniziato a lavorare ad età basse o molto basse, e che quindi hanno maturato molti anni di contributi prima degli altri lavoratori. I precoci sono nella maggior parte dei casi, anche a causa del fatto che solitamente non hanno completato il loro percorso di studi universitario, cittadini che svolgono lavori manuali particolarmente logoranti e faticosi.

 

Cos’è la quota 41?

I sindacati, nel corso del dibattito con il Governo Renzi, hanno richiesto una “quota 41” per i lavoratori precoci. La quota 41 consentirebbe ai lavoratori di andare in pensione raggiunta la quota di 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Le intenzioni del Governo, che pure ha dichiarato in passato di voler predisporre misure assistenziali per la pensione dei precoci, sono ancora poco chiare. Le dichiarazioni del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha affermato che i costi della quota 41 sono molto alti, non fanno ben sperare. Una soluzione di compromesso, pare, potrebbe consistere in un bonus contributivo ridotto oscillante tra i 2 ed i 6 mesi per ogni anno di lavoro effettivo prestato prima dei 18 anni.


L’anticipo pensionistico

Sembra invece assodato che i lavoratori potranno usufruire dell’anticipo pensionistico (Ape) dall’età di 63 anni. Se confermato, l’Ape introdurrà la possibilità di poter accedere a tale pensione anticipata per tutti i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953. Nessuna distinzione, quindi, tra lavoratori dipendenti e professionisti autonomi. L’anticipo, tuttavia, dovrà essere restituito a rate non appena si saranno raggiunti i requisiti maturati per il pensionamento.

L’Ape, tuttavia, sarà quasi sicuramente a costo zero per i lavoratori che si trovano nelle condizioni più disagiate. Chi percepisce redditi molto bassi, è disoccupato senza ammortizzatori sociali o fa lavori rischiosi o molto faticosi non dovrà pagare né il capitale anticipato né assicurazione e interessi. Gli altri lavoratori che decidano di usufruire della pensione anticipata, invece, dovranno pagare per vent’anni 50 o 60 euro al mese per un anno di anticipo o dai 150 a 200 euro al mese per usufruire dei tre anni di anticipo.

 

Quando si definiranno i termini della riforma pensioni?

Il prossimo incontro tra Governo e sindacati è previsto per il 21 settembre: l’obiettivo del Governo, inoltre, è quello di chiudere il dibattito prima della fine del mese. Il disegno di Legge di Bilancio, infatti, dovrà essere presentato in Parlamento entro il 20 ottobre 2016.

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