Reti parallele e loro riproduzione alla base della distorsione organizzativa

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         E’ stato osservato più volte che una esasperata specializzazione funzionale crea spersonalizzazione, rigidità e infedeltà a ogni livello organizzativo, come vi è molte volte un’incapacità dei vertici di capire i segnali che provengono dall’interno e dall’esterno dell’organizzazione stessa, d’altronde i valori di ciascuna persona devono trovare riscontro nella simbologia organizzativa in modo da ottenere una identificazione utile all’impegno sociale (Rinaldi).
         Ogni organizzazione produce un senso non solo per raggiungere degli obiettivi, ma anche per darsi una coesione per mezzo della prevedibilità delle proprie azioni, si ha una “costruzione del significato” (Weick) che dà un senso retrospettivo alle situazioni create, riempie le discrepanze tra previsione e quindi aspettativa e l’effettivo accaduto.
         Gli ingredienti per creare significato sono oltre che la cornice, l’informazione (contenuti) la connessione (processo), per la cornice si intendono le tradizioni, i valori e le immagini simboliche con cui leggere le informazioni ( Contesini ), ma quello che a noi interessa è la connessione che può deviare e modificare l’informazione.
         Lyotard nella sua descrizione del post-moderno identifica nella società una frammentazione elastica di giochi linguistici, la stessa frammentazione si ripete nelle organizzazioni non più gerarchicamente compatte.
         Ogni informazione mediante le varie forme di comunicazione genera il piano della manifestazione, crea quindi immagini, ossia codici denotativi di significato implicito e riflessivo, questo tuttavia si appoggia sul piano dell’immanenza il quale è dato dai valori portati e dagli elementi (attori, figure, temi) che costituiscono la narratività (Greimas ).
         In questo rapportare immagine (espressione formale), identità (contenuto sostanziale) e i segni può realizzarsi l’incoerenza (Castelli-Merlino), ma questa può anche essere il prodotto di un sovrapporsi di reti interne.
         Ad una rete formale si sovrappone una rete informale la quale in molti casi facilita l’agire dell’organizzazione, superando per le vie brevi i blocchi nei flussi di informazioni e nell’operatività, il rischio che tali reti assumano nel tempo prevalenza con propri valori e fini impliciti contrapposti ai fini e valori ufficiali.
         L’elemento portante in ciascuna rete sono gli hub, pochi nodi vitali di collegamento e svincolo fra gli altri punti, i nodi attraverso cui si ricompone la rete, ma le reti possono essere molte non collegate fra loro in parallelo, il pericolo ulteriore è il collegamento fra queste reti attraverso il formarsi di un unico cluster gigante questo avviene quando i link saranno in numero sufficiente in modo che ogni nodo ne abbia almeno uno, si formerà in termini sociologici una comunità parallela nella quale una delle reti avrà assorbito le altre reti e precisamente le reti con più collegamenti secondo la “legge del collegamento preferenziale” (Barabasi).
         Ne consegue che solo l’identificazione e l’eliminazione degli hub porterà al collasso della rete e del sistema di valori da essa sostenuti, dobbiamo considerare che vi può essere da parte di queste reti una distorsione della “struttura dell’attenzione”, la quale è costituita da un complesso di fattori interattivi che relazionano fra loro i membri dell’organizzazione, il risultato può essere la modifica degli stimoli informativi.
         Le informazioni acquistano importanza solo per il fatto che sono raccolte e portate all’attenzione, quindi se il sistema di informazione determina la struttura dell’attenzione e i relativi processi si rappresentazione, il pericolo si aggrava se la rete distorsiva portatrice di propri autonomi valori antagonisti all’efficienza dell’organizzazione penetra nel sistema informativo condizionandolo.
         Infatti l’interagire fra la cognizione dell’ambiente e l’azione della struttura dell’attenzione crea il quadro percepito dell’organizzazione, pertanto la leadership corre sempre il rischio di una unidimensionalità valutativa.
         Né si può nascondere l’ulteriore pericolo, nel formarsi di reti antagoniste, della diffusione di una cultura alternativa a quella organizzativa, costituendo gli hub  punti di diffusione di sistemi comportamentali espressione di valori in contrasto con quelli propri dell’organizzazione, il reclutamento avverrà in termini minimalisti e le modifiche saranno impercettibili fino all’emergere di un mutamento totale, una transizione di fase chiamata dai fisici “percolazione” (Barabasi).
         Dobbiamo considerare che gli individui apprendono, come i primati, dall’osservazione (Van Schaik) si che la rete è anche una trasmissione culturale che non può essere lasciata a se stessa e riprodursi attraverso nuovi reclutamenti da parte degli hub, tale reclutamento potrà avvenire sia all’interno dell’organizzazione che attraverso accessi pilotati esterni.
 
 
Sergio Sabetta
 
        
 
Bibliografia
 
·        S. Contesini, La produzione del senso nelle organizzazioni, ComplexLab.com (complessità, scienze cognitive);
·        P. Castelli – M. Merlino, Identità, immagine e generazione del senso: un modello semiotico per le imprese, E & M – SDA Bocconi, 69-90, 2/2007, Etas;
·        A. L. Barabasi, Link, Einaudi 2004;
·        J. F. Lyotard, La condizione post-moderna, Feltrinelli 2001;
·        A. J. Greimas, Del senso II, Bompiani 1998;
·        F. Rinaldi, Valorizzare le risorse umane ovvero la coerente incoerenza, E&M SDA Bocconi, 73-86, 6/2009, Etas;
·        Carel Van Schaik, Il segreto dell’intelligenza, Le Scienze, 73-79, 454, 6/2009;
·        K. Weick, Senso e significato nell’organizzazione, Cortina ed. 1997. 

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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