Responsabilità singola e responsabilità collettive Alla ricerca di un nuovo equilibrio

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“ E’ dal caos che emergono allo stesso tempo ordine e disordine” ( Prigogine)

Responsabile è colui che ha coscienza delle conseguenze delle proprie azioni non solo su di sé ma anche sul gruppu, la responsabilità si allarga quindi dal soggettivo alla collettività e diventa il collante del sociale, essa sebbene distinta dall’imputabilità ( Scheler) ne contiene l’essenza non proveniente per causa esterna ma incorporata nell’agire del soggettivo e nella sua coscienza dell’azione, superando la netta distinzione kantiana tra i due termini.

Da questa semplice definizione iniziale ne scaturiscono le diverse forme che la responsabilità assume, nonché le difficoltà di lettura collettiva di esse.

La prima responsabilità, attualmente all’attenzione della collettività, è quella finanziaria fondamento della moneta unica e di una crescita sostenibile nel tempo, questa può andare in contrasto con una responsabilità sociale relativa alla salvaguardia dei diritti e della dignità dell’uomo, viene a variare il punto di equilibrio tra le due responsabilità, e tra queste e la responsabilità individuale al proprio miglioramento.

Questi a sua volta si pone in equilibrio con la responsabilità alla crescita del gruppo ristretto familiare, il concetto di responsabilità viene pertanto a variare con il variare della cultura e della scala dei valori, fino a trasformare l’individuale in egocentrismo concentrando la responsabilità solo sul sé, la pressione può essere tale da condurre alla irresponsabilità singola e collettiva, quale fuga dalla propria impossibilità decisionale, irresponsabilità che si può manifestare anche come indifferenza, l’assenza da passione di colui che di fatto non può autonomamente decidere e nel decide segue il cliché subito ma non condiviso ( Moravia).

Il venire meno delle ideologie ha imposto costi e benefici, una stretta contabilità che ha di fatto appiattito il concetto di responsabilità in una unidimensionalità allineata sull’ego, ognuno responsabile per sé stesso e di se stesso, unico collante i rapporti economici, viene meno un impegno collettivo per obiettivi condivisi, se non quali somme e non sinergie di interessi individuali.

La responsabilità è istinto ma anche e soprattutto logica, una logica che supera la soluzione delle necessità individuali per applicarsi al gruppo e assurgere ad una razionalità collettiva che elabora l’istinto ed il senso dell’empatia nel tessuto della collettività stessa.

Nel momento in cui viene meno la stasi determinata da un equilibrio esistente, la dinamicità e la complessità determinata dalla variabilità determina una sensibilità organizzativa alle pressioni, a quel battere d’ali che anche una semplice responsabilità singola può determinare.

Il variare del concetto di una delle responsabilità si ripercuote sulla determinazione delle altre responsabilità, viene a modificarsi il senso della probabilità delle altre responsabilità con una nuova descrizione circa l’evoluzione del sistema verso l’equilibrio, quindi il modificare i termini di una responsabilità porterà da un aspetto deterministico ad un carattere probabilistico delle altre responsabilità, sia giuridiche che sociali, secondo un’onda progressiva (Prigogine).

Essa è elemento collante dell’equilibrio sociale, ma ha in sé l’elemento di rischio del suo variare nel tempo con la velocizzazione del contesto sociale.

In questo fascio di responsabilità che vengono a convergere sull’individuo, vi è la ricerca di un nuovo equilibrio nel quale il prevalere di una delle responsabilità non ne comprima un’altra; il confine variabile è determinato dall’urgenza del momento in una causalità della ricerca, ma i rapporti che si creano molte volte vengono a sfuggire per una visione a tunnel del problema e del territorio circostante su cui incide, favorita dal precipitare degli eventi.

 

 

Sabetta Sergio

 

Bibliografia

  • A. Moravia, Gli indifferenti, Bompiani;
  • I.  Prigogine – I. Stengers, Tra il tempo e l’eternità, Boringhieri;
  • N. Abbagnano, Storia della filosofia, vol. III, Utet.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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