Un tempo il biglietto da visita che riassumeva lo stato di salute di un Paese era il tasso di cambio.
Poi, con l’entrata in vigore della moneta unica e della Bce, la politica monetaria è stata centralizzata.
Lo stato di salute di un Paese è rappresentato dallo spread
Ora lo stato di salute di un Paese è rappresentato dallo spread, che riflette il rischio del rapporto debito pubblico/pil.
Il nostro rapporto debito pubblico/pil è molto alto: 132%
Da qui la necessità di tenere i conti pubblici in ordine, riducendo il deficit, ovvero la differenza tra entrate ed uscite a livello nazionale.
Il debito pubblico è la somma dei deficit che si sono accumulati anno dopo anno.
Adesso lo spread italiano, ovvero la differenza in percentuale del rendimento dei bund tedeschi in confronto dei Btp italiani, è in aumento: 180 punti.
Perché lo spread aumenta di nuovo?
Essenzialmente per tre motivi:
L’incognita della politica di Donald Trump (Leggi anche: Gli elettori di Donald Trump non sono né poveri, né ignoranti);
L’incognita del percorso della manovra finanziaria (Leggi qui: SPECIALE LEGGE DI STABILITÀ 2017);
L’incognita del risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre.
Per maggiori approfondimenti si consiglia SPECIALE REFERENDUM 4 DICEMBRE: COSA SI VOTA
Perché i mercati finanziari non temono la vittoria del NO?
Attenzione: i mercati finanziari non temono la vittoria del NO; temono l’incertezza del risultato, il fatto che ancora non sappiamo se vincerà il sì o se vincerà il NO.
Pesa molto di più l’incertezza sul destino della riforma costituzionale: ad oggi la Camera ha rispedito in commissione la legge di stabilità perché mancano le coperture.
Figuriamoci se i mercati finanziari si fanno spaventare dalla vittoria del NO, dopo la Brexit e la vittoria di Donald Trump.
Ma in realtà è un falso problema: se vince il sì, avanti tutta con Matteo Renzi; se vince il NO, dimissioni di Matteo Renzi e governo con presidente del consiglio Pier Carlo Padoan.
Se non è zuppa, è pan bagnato.
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