Rapporto sull’Avvocatura 2024: difficoltà e innovazione

Lorena Papini 09/05/24
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Il “Rapporto sull’Avvocatura 2024”, realizzato in collaborazione con il Censis per Cassa Forense, si presenta come una prosecuzione approfondita e aggiornata delle analisi già intraprese nel 2023. Esso mira a delineare lo stato attuale e le prospettive future della professione legale in Italia, evidenziando come l’avvocatura stia affrontando periodi di significativa trasformazione.

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Indice

1. Situazione socio-economica degli avvocati nel rapporto sull’avvocatura 2024


Il documento fornisce anche un’analisi dettagliata della situazione socio-economica degli avvocati, segnalando particolari difficoltà tra i giovani e le donne, specialmente in aree meno urbane. In particolare:

    • Si riduce, nel 2023, dell’1,3% il numero degli iscritti alla Cassa, ma in diverse regioni del Paese il numero di avvocati per mille abitanti resta uguale o superiore a sei.
    • La quota delle donne avvocato sul totale torna, nel 2023, al 47,1% e riporta la distribuzione fra uomini e donne avvocato a dieci anni fa
    • Sale a 49,3 anni l’età media degli avvocati; il rapporto fra avvocati attivi e pensionati scende al 6,7; era 7,7 nel 2019.
    • L’anno passato ha registrato 8.043 cancellazioni fra gli iscritti a Cassa Forense, a fronte di 6.193 nuove iscrizioni. 5.408 le cancellazioni da parte di donne avvocato, la metà circa con un’anzianità professionale inferiore ai 10 anni;
    • L’area della criticità della professione interessa oggi il 54,6% degli avvocati, in leggera diminuzione rispetto al 2023; al Sud è intorno al 60%.
    • il 34,6% lascerebbe la professione; i costi eccessivi e il basso ritorno economico le cause della propensione all’abbandono.

    Si registra una determinazione politica a superare queste criticità, anche se le riforme legislative in materia di giustizia non sono state percepite come completamente risolutive.

    2. Innovazione e modello degli studi strutturati


    Il rapporto pone un forte accento sulla necessità per gli avvocati di abbracciare l’innovazione per rimanere competitivi. Una tendenza chiave osservata è la graduale transizione dai tradizionali studi legali a modelli di studio strutturati, che integrano diverse competenze e offrono un’ampia gamma di servizi legali. Questi nuovi modelli sono più attrezzati per rispondere a una domanda sempre più complessa e articolata, mettendo in luce la crescente interdipendenza tra professionisti del diritto e l’adozione di tecnologie avanzate.

    3. Esclusività delle prestazioni e Intelligenza Artificiale


    Il rapporto evidenzia un notevole dibattito sull’esclusività delle prestazioni legali. Circa il 46,4% degli avvocati intervistati sostiene l’estensione dell’esclusività a tutte le attività potenzialmente contenziose. Inoltre, l’adozione dell’intelligenza artificiale è vista positivamente dalla maggioranza (58,7%) degli avvocati, a patto che sia regolamentata adeguatamente, sottolineando il suo potenziale nell’analisi giurisprudenziale e nella gestione degli elementi di valutazione giudiziari.

    4. Monocommittenza e regolamentazione


    Una sfida importante affrontata nel rapporto è la questione della monocommittenza, con il 48,7% degli avvocati che ritiene necessaria una regolamentazione dei collaboratori di studio, pur mantenendo lo status di libero professionista autonomo e indipendente.

    5. Prospettive e sviluppi futuri


    Infine, il rapporto conclude con una riflessione sulle prospettive future dell’avvocatura, sottolineando la necessità di un maggiore empowerment e supporto attraverso soluzioni di welfare attivo proposte da Cassa Forense. Si evidenzia un incremento dei redditi post-pandemia e una leggera diminuzione delle percezioni di criticità nella professione, sebbene persistano incertezze e scetticismo verso il futuro.

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    Lorena Papini

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