Querela appropriazione indebita: spetta anche al detentore?

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Il diritto di querela per il reato di appropriazione indebita spetta anche al detentore della cosa?
(Riferimento normativo: Cod. pen., artt. 120, 646)

Corte di Cassazione -sez. II pen.- sentenza n.8659 del 25-11-2022

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Indice

1. La questione


La Corte di Appello di Torino confermava una sentenza del Tribunale di Novara con la quale l’imputata era condannata alla pena di giustizia per il delitto alla stessa ascritto (art. 646, comma primo, cod. pen.).
Ciò posto, avverso il provvedimento emesso dai giudici di seconde cure proponeva ricorso per Cassazione la difesa dell’accusata che, tra i motivi addotti, deduceva vizio della motivazione perché, a suo avviso, contraddittoria e manifestamente illogica in ordine all’accertamento di una valida querela.


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2. La soluzione adottata dalla Cassazione


La Suprema Corte riteneva il motivo summenzionato infondato alla luce di quell’orientamento nomofilattico secondo il quale il diritto di querela per il reato di appropriazione indebita spetta anche al soggetto, diverso dal proprietario, che detenendo legittimamente ed autonomamente la cosa, ne abbia fatto consegna a colui che se ne sia appropriato illegittimamente (Sez. 2, n. 20776 del 08/04/2016).
Difatti, a fronte del fatto che, nel caso di specie, il querelante era risultato essere quanto meno il detentore di tali beni, ad avviso degli Ermellini, la Corte territoriale aveva fatto buon governo del principio di diritto appena menzionato.

3. Conclusioni


La decisione in esame desta un certo interesse essendo data con essa risposta al seguente quesito di diritto: se il diritto di querela per il reato di appropriazione indebita spetta anche al detentore della cosa.
Si afferma infatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso orientamento nomofilattico, che il diritto di querela per il reato di appropriazione indebita spetta anche al soggetto, diverso dal proprietario, che detenendo legittimamente ed autonomamente la cosa, ne abbia fatto consegna a colui che se ne sia appropriato illegittimamente.
E’ dunque sconsigliabile, perlomeno alla stregua di questo approdo ermeneutico, contestare la proposizione della querela ove sia proposta dal detentore in siffatto caso.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, proprio perché contribuisce a fare chiarezza su questa tematica giuridica sotto il profilo giurisprudenziale, non può che essere che positivo.

Avv. Di Tullio D’Elisiis Antonio

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