Quali sono i rischi di non essere conformi al GDPR?

Al giorno d’oggi, chi ha un sito web, non può non conoscere uno degli acronimi più discussi degli ultimi tempi, ovvero GDPR

Redazione 06/03/25

Al giorno d’oggi, chi ha un sito web, non può non conoscere uno degli acronimi più discussi degli ultimi tempi, ovvero GDPR. Si tratta del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (Regolamento UE 2016/679), un importante normativa europea che disciplina la raccolta, l’uso e la protezione dei dati personali dei cittadini dell’Unione Europea.
È entrato in vigore il 25 maggio 2018, e da allora, ha lo scopo di garantire maggiore trasparenza e controllo sui dati personali degli utenti e imporre obblighi più stringenti alle aziende e organizzazioni che trattano tali dati.
Trattandosi di una normativa molto importante, è altamente sconsigliabile bypassarne gli adempimenti o adeguarsi in modo “impreciso”. Come vedremo in questo approfondimento, infatti, la normativa è piuttosto complessa e delicata e, in quanto tale, richiede solitamente l’intervento di un esperto in materia per adeguare il sito web.
Prima di procedere, è sempre consigliato richiedere una GDPR Audit, cioè un’analisi con la quale si evidenziano gli aspetti critici da sistemare e quelli che, invece, sono ben conformi alla norma.

Indice

1. Il GDPR in breve: come adeguare il sito web?


Adeguare un sito web al GDPR significa adottare tutte le misure necessarie per proteggere i dati personali degli utenti e garantire la conformità alla normativa europea. Il regolamento si applica a qualsiasi sito che raccoglie e tratta dati personali, inclusi e-commerce, blog con moduli di contatto, siti aziendali con form di iscrizione alla newsletter e piattaforme che usano cookie di tracciamento.
I principali passaggi per essere conformi al GDPR riguardano la redazione di un un’informativa sulla privacy chiara, che descriva quali dati vengono raccolti, come vengono utilizzati e per quanto tempo vengono conservati. Successivamente bisogna implementare un sistema di gestione dei consensi che permetta agli utenti di accettare o rifiutare il trattamento dei propri dati, inclusi i cookie non essenziali.
Infine è necessario proteggere i dati con misure di sicurezza adeguate, come la crittografia, i certificati SSL e l’aggiornamento continuo delle piattaforme CMS utilizzate. Al tempo stesso il regolamento chiede di garantire i diritti degli utenti, come la possibilità di accedere, modificare o eliminare i propri dati personali su richiesta.
Per chi utilizza cookie di profilazione, infine, è obbligatorio mostrare un banner conforme al GDPR, che informi l’utente e consenta la gestione personalizzata del consenso prima che i cookie vengano installati.

2. Sanzioni e rischi per chi non si adegua


La normativa prevede multe fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo globale dell’azienda, a seconda di quale importo sia più elevato.
Nel corso degli anni, diverse aziende sono state sanzionate per violazioni del GDPR, in particolar modo per la mancanza di trasparenza nell’utilizzo dei dati degli utenti.
Oltre alle multe, ovviamente, il rischio maggiore per chi non si adegua è la perdita di fiducia degli utenti. Un sito web che non rispetta il GDPR, infatti, può essere segnalato dagli utenti o bloccato dalle autorità, con danni alla reputazione del brand.

3. A chi rivolgersi per mettere a norma un sito web?


La risposta a questa domanda varia in base al tipo di azienda. In genere è possibile valutare l’inserimento di un DPO (Data Protection Officer), cioè un esperto incaricato di monitorare la conformità al GDPR e di gestire le problematiche relative alla protezione dei dati.
In alternativa è possibile rivolgersi a figure esterne, cioè consulenti privacy e cybersecurity che effettuano audit di conformità e suggeriscono le migliori pratiche per adeguarsi alla normativa.
Ci sono infine anche le agenzie specializzate in GDPR compliance, cioè specializzate in servizi di adeguamento per siti web, incluse analisi, configurazione dei cookie e revisione delle informative legali.

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