Propaganda fascista, sì della Camera alla nuova legge

Redazione 13/09/17
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È stato approvato ieri dalla Camera il disegno di legge Fiano che mira a introdurre nel Codice penale il reato di propaganda fascista. Sono previsti fino a due anni di carcere per chi promuove pubblicamente o attraverso i media fascismo e nazismo e per chi produce e vende beni che chiaramente si rifanno alle due ideologie. Diventa punibile, tra le altre cose, il saluto romano in pubblico.

Particolarmente attuale dopo i fatti di cronaca degli ultimi mesi ma osteggiato da molti dei partiti di opposizione, il provvedimento passa ora al Senato. Vediamo di fare chiarezza.

 

Cosa prevede la nuova legge?

La nuova proposta di legge, a firma Emanuele Fiano del Pd, introdurrebbe nel Codice penale il nuovo articolo 293 bis. Dopo le modifiche apportate in Parlamento, l’articolo prevede che chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o nazista, “anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione e vendita” di beni a essi chiaramente riferiti, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. Stessa pena per chi “ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità”.

Rischierà il carcere dunque, se la legge verrà approvata, chi farà il saluto romano in pubblico e più in generale chi tenterà di diffondere e promuovere le ideologie legate al fascismo o al nazismo. E non solo: il disegno di legge prevede che la pena sia aumentata di un terzo se il fatto sarà commesso attraverso strumenti telematici o informatici.

 

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Norma liberticida o freno a razzismo e violenza?

Il passaggio del disegno di legge alla Camera ha suscitato numerosi dibattiti tra le forze politiche, ma Fiano assicura che la nuova norma non è liberticida e serve solo a “mettere un freno ai rigurgiti neofascisti”. Il deputato Pd Walter Verini parla di legge necessaria e di contrasto ai fatti “direttamente riconducibili all’istigazione al razzismo e alla violenza”.

A essere colpite, insomma, almeno secondo le intenzioni dei firmatari, sarebbero le condotte che chiaramente si rifanno a principi antidemocratici, violenti e xenofobi di fascismo e nazismo. Condotte che finora difficilmente potevano essere perseguite, e quindi arginate. Non un bavaglio alle idee, dunque, ma una legge a difesa della democrazia.

I fatti di cronaca: neofascismo e razzismo

Quel che è certo è che il disegno di legge approda in Parlamento in un momento particolarmente delicato. I fatti di cronaca degli ultimi mesi hanno confermato che la discussione sul fascismo e sui partiti di estrema destra è ancora molto sentita e attuale. Quest’estate, il caso dello stabilimento balneare di Chioggia apertamente inneggiante a Mussolini e alla dittatura. Nelle ultime settimane, ancora più eclatanti, le dichiarazioni di Forza Nuova di organizzare un raduno a Roma il giorno dell’anniversario della marcia di Mussolini. E poi, sempre ad opera di Forza Nuova, la pubblicazione su Internet del manifesto razzista contro i migranti ripreso –direttamente– dalla Repubblica Sociale Italiana controllata da fascismo e nazismo.

La Legge Scelba e la Legge Mancino

Esistono già, oggi, leggi che puniscono la ricostituzione del partito fascista?

Sì. La Legge Scelba, introdotta nel 1952 e ancora valida, proibisce la costituzione di un’associazione avente la finalità di “riorganizzazione del disciolto partito fascista”. La più recente Legge Mancino, del 1993, punisce invece i comportamenti legati all’ideologica nazifascista che incitano alla violenza e alla discriminazione. Si tratta però, per l’appunto, di leggi che si applicano in casi molto specifici e del tutto particolari, spesso di difficile accertamento. Esiste, in sostanza, una “zona grigia” di diffusione di idee potenzialmente violente e antidemocratiche che sempre più negli ultimi tempi sta salendo alla ribalta della cronaca.

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