Pronto chi parla? La spending review

Redazione 21/06/12
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Alla Funzione pubblica arriva il freno alle telefonate interurbane e verso cellulari. Un’iniziativa che potrebbe fare da apripista ad altre p.a. Intanto in Parlamento depositato il ddl sull’Agenzia delle uscite

 

di Giuseppe Manfredi (tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it)

 

Spending review, dalle parole ai fatti. Almeno a palazzo Vidoni dove arriva lo stop alle telefonate interurbane e verso telefoni cellulari dagli uffici della pubblica amministrazione. Saranno consentite solo ai dirigenti abilitati. Lo prevede una circolare emanata dal ministro per la pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi. Il provvedimento rientra “nell’ottica del piano di spending review varato dal Governo e in linea con la Direttiva generale del Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi, ispirata ai principi del contenimento e della razionalizzazione della spesa per l’anno 2012”. Un provvedimento che potrebbe ora fare da apripista anche per altre amministrazioni. Il Dipartimento della Funzione pubblica ha emanato delle linee direttive “con l’intento di ridurre i costi legati alla telefonia da parte del personale del Dipartimento”. Le utenze saranno abilitate esclusivamente alle chiamate urbane ferma restando l’assegnazione al personale dirigenziale delle utenze abilitate alle chiamate nazionali e verso direttrici mobili, nonché alle chiamate all’estero per i soli Direttori degli uffici e per i dirigenti competenti per le attività internazionali. A ciascun dirigente sarà affidata la responsabilità per le spese derivanti dall’utilizzo delle linee assegnate, verificando ed assicurando un corretto utilizzo anche di quelle utenze specificatamente autorizzate. “L’amministrazione pubblica é come la nostra casa – afferma il ministro – Dobbiamo sempre più tagliare le spese inutili, quelle superflue, quelle evitabili. A cominciare da quelle che appaiono piccole. La spending review é anche questo: una rivoluzione del buonsenso”.  E sempre a proposito di spesa pubblica, nei primi 5 mesi del 2012 la guardia di finanza ha bloccato sprechi di denaro pubblico per 500 milioni di euro, e ha denunciato 1.681 truffatori, tra falsi invalidi e falsi poveri, in totale scoperte frodi a danno dei bilanci previdenziali per oltre 50 milioni di euro. É il bilancio dell’azione della guardia di finanza reso noto alla vigilia della cerimonia per il 238esimo anniversario della fondazione della guardia di finanza che si terrà oggi, a L’Aquila, nella caserma di Coppito. Parallelamente all’impegno nella lotta all’evasione fiscale, le fiamme gialle hanno infatti “intensificato gli sforzi a tutela delle uscite del bilancio pubblico, coerentemente con le esigenze di contenimento della spesa e con i processi di spending review, allo scopo di prevenire ed individuare, secondo il consolidato modello operativo di polizia investigativa, sprechi e malversazioni ottenendo effetti positivi sul saldo di bilancio e senza riduzione del livello dei servizi pubblici offerti”, sottolinea la Gdf. In particolare i controlli vertono nei settori su cui si concentrano i casi più insidiosi: come le grandi frodi all’erogazione di incentivi pubblici preordinati al sostegno o al rilancio delle attività infrastrutturali, energetiche ed industriali, ambiti nei quali sono state individuate truffe per oltre 500 milioni di euro. Ma non solo, “nel perdurante momento di crisi, inoltre, dall’inizio dell’anno il corpo ha organizzato ed avviato numerose azioni finalizzate ad accertare che l’effettivo impiego delle risorse nelle molteplici forme di assistenza erogate dai servizi pubblici, raggiunga effettivamente le persone più deboli e realmente bisognose”. Così il complesso delle frodi individuate nei primi mesi del 2012 a danno dei bilanci previdenziali ammonta ad oltre 50 milioni di euro, con un incremento del 50% circa rispetto all’analogo periodo del 2011. Va intanto segnalata anche la presentazione al Senato, del disegno di legge a firma dei senatori Maurizio Fistarol, Nicola Rossi, Maria Leddi e Enrico Musso, .per l’istituzione di una Agenzia delle uscite. Il disegno di legge presentato oggi al Senato va, secondo Siciliotti, nella giusta direzione. L’obiettivo è quello di creare, nel vincolo della invarianza dei costi per lo Stato, un organismo con poteri investigativi, accertativi e sanzionatori sulle dinamiche della spesa comparabili a quelli di cui dispone l’Agenzia delle entrate sul fronte della lotta all’evasione fiscale. I commercialisti esprimono “grande soddisfazione”. “Se è indubbio – afferma il presidente Claudio Siciliotti – che di disegni di legge sono pieni i cassetti, è vero anche che ormai questi cassetti, e non solo loro, stanno per tracimare e sommergeranno chi non capisse ancora che è arrivato il momento di prendere decisioni concrete”. L`obiettivo è quello di creare un organismo con poteri investigativi, accertativi e sanzionatori sulle dinamiche della spesa comparabili a quelli di cui dispone l`agenzia delle entrate sul fronte della lotta all`evasione fiscale, “nella consapevolezza – spiega Siciliotti – che la lotta alle dissipazioni di risorse pubbliche costituisce nulla più che l`altra faccia della medaglia di un problema che è il medesimo e che nessuna spending review potrà mai essere efficace fino a quando a chi deve curarne il buon esito non verranno attribuiti poteri adeguati”.

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