Professionisti, in arrivo una card europea per agevolarne la mobilità negli Stati membri

Redazione 21/12/11
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di Lilla Laperuta

È stata presentata lo scorso 19 dicembre dal Commissario europeo al Mercato interno la proposta che modifica la direttiva 2005/36 sul riconoscimento delle qualifiche professionali, recepita in Italia con il D.Lgs. 206/2007. L’obiettivo è quello di incoraggiare la mobilità del comparto professionale negli Stati membri dell’Unione grazie ad un rapido riconoscimento delle qualifiche professionali. Lo strumento che consentirà di accelerare le procedure per il riconoscimento dei titoli è stato individuato nell’istituzione di un tesserino magnetico, una “card” professionale europea, sotto forma di certificato elettronico.

La “card”, predisposta su base volontaria, deve attestare l’esperienza accademica e professionale e deve essere collegata al sistema Imi (Internal market information system), ovvero il sistema d’informazione del mercato interno.

Saranno finalmente allentati i lacci burocratici che si frappongono a chi, dotato delle necessarie qualifiche professionali, voglia esercitare la professione in uno Stato membro diversi da quello d’origine.

In riferimento alle professioni armonizzate da direttive settoriali (medici, odontoiatri, infermieri, architetti, veterinari, farmacisti, ostetriche), la Commissione chiede un aggiornamento dei requisiti minimi di formazione e introduce, con riguardo specifico alle professioni sanitarie, un meccanismo proattivo di allerta, che servirà a segnalare il divieto di esercizio della professione in tutta Europa, tutelando maggiormente la sicurezza dei cittadini.

La Commissione europea chiede, inoltre, di estendere il sistema di riconoscimento delle qualifiche anche alla professione notarile, ma con alcuni accorgimenti: I notai potranno svolgere all’estero tutte le attività che non richiedono l’apposizione del sigillo di Stato. È prevista, ancora, una misura compensativa (un test europeo o un periodo di tirocinio all’estero) per i notai che vogliono stabilirsi in un altro Stato membro.

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