Pregresse professionalità e mediazione

Scarica PDF Stampa

Un mediatore entra nel vivo di una relazione conflittuale per fornire ausilio alle persone che vi si trovano bloccate, per cattiva gestione delle proprie dinamiche relazionali causate dalla conflittualità, e perché possano sbloccare la relazione, superando gli ostacoli ed addivenire ad un accordo.

Viene applicata la mediazione dei conflitti in tutti quei casi in cui la continuità della relazione tra le parti in lite è più importante ed indispensabile rispetto alla volontà di far rivalere un diritto o un interesse; ecco perché la mediazione familiare nei casi di separazione o di divorzio è uno strumento prezioso per sbloccare i conflitti tra genitori e di riflesso favorisce i figli.

Lo svolgimento mediatico si dipana su due fronti: 1) quello della gestione delle emozioni e della conflittualità emergente dei partecipanti durante le sedute, 2) quello della conduzione e formulazione dei contenuti delle trattative e relativi accordi .

Apparentemente queste due strade sembrano terreno di professionisti diversi: gli psicologi sono attenti al grado di rabbia e al desiderio di vendetta nella gestione della conflittualità, al processo di elaborazione della perdita del coniuge, al transfert e al contro-transfert nel processo di mediazione, all’elaborazione e guarigione interiore connesso alla mediazione di divorzio, all’opportunità d’ascolto dei figli nella mediazione familiare, alle dinamiche di potere e del loro riequilibrio nella gestione delle trattative, all’imparzialità o neutralità del mediatore, alla sua direttività, ecc. I giuristi si attivano su argomenti come: il facilitare le transazioni tributarie nella separazione patrimoniale dei coniugi, la validità legale ed etica degli accordi, misura valutativa degli accordi delle parti, l’identificazione e la gestione dei variegati interessi nelle negoziazioni, coinvolgimenti professionali e ruolo del mediatore in caso di fallimento della mediazione etc.

La provenienza da pregresse professionalità sensibilizza verso questo o quel settore: coloro di matrice giuridica sono in genere attenti ad elementi diversi e complementari rispetto ai formatori di origine medico-psicologica.

Qualsiasi persona che scelga una professione, la ‘sposa’. In tale ruolo si sente proprio come qualsiasi coniuge: conosce meglio di chiunque altro i pregi e i difetti della propria professione, pertanto giunge alla mediazione con aspettative e intenzioni diverse, dettate dal proprio ‘matrimonio’ professionale.

Il Forum Europeo Formazione e Ricerca in Mediazione Familiare, associazione composta da più di 75 centri di formazione di sette paesi d’Europa, si propone di facilitare l’accrescimento qualitativo dei mediatori familiari europei tramite scambi di esperienze che ha generato degli Standard di Base per la Formazione dei Mediatori Familiari. L’interdisciplinarietà della formazione è stata privilegiata dal Forum Europeo intesa come reciproca conoscenza e scambio tra il mondo giuridico-legale e quello psico-sociale indistintamente tra intervenuti e formatori .

Spesso il mediatore-terapeuta afferma :

Io conosco le tecniche per fornire aiuto nella comunicazione e ricostruire in loro la capacità perché risolvano in prima persona i loro problemi personali e familiari legati alla separazione o al divorzio. Gli avvocati tendono sempre al controllo delle persone e trovare soluzioni ai problemi della gente nel modo in cui essi stessi pensano che dovrebbero essere risolti. E poi essi non sono in grado di gestire le emozioni più intense che spesso emergono in questi casi. La provenienza professionale è tale da consentirmi alquanto familiare con le controversie legali che investono i miei pazienti.

Il mediatore-avvocato :

Le persone impreparate di una formazione legale e vogliono operare come mediatori sono paragonabili a dei ‘paramedici legali’: non starei certo tranquillo se mi operasse un paramedico! Io non sono uno di quei mediatori ‘sensitivi’ e inconcludenti: mi adopero affinché i clienti arrivino ad un accordo concreto e omologabile in Tribunale.

Il mediatore-pedagogista afferma:

L’importanza è la pars construens della mediazione. Io utilizzo lo stesso linguaggio genitoriale e sono consapevole delle questioni più importanti d’affrontare. Le controparti nelle negoziazioni costruttive devono confrontarsi ed affrontare direttamente i conflitti, non hanno bisogno di chi li guida tenendoli per mano come fanno gli psicologi; e gli avvocati in mediazione non possono dare aiuti legali, quindi perché la legge dovrebbe essere così dominante in questi casi?

Un giudice-mediatore :

Chi ha la formazione, l’esperienza e la qualifica più adatta per risolvere in modo imparziale queste dispute se non un Giudice? Io so cosa, come, quando occorre per raggiungere un accordo giusto e rispettoso delle leggi.

Lo psicologo, che in qualità di CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) si trova di fronte a scelte difficili, se non quasi impossibili, è senz’altro la figura più appropriata nel riconoscere le dinamiche in atto nel contesto familiare che gli si presenta, spesso si sente limitato nell’utilizzo del potenziale terapeutico che la propria professione gli concede. Lo psicologo o il terapeuta, vedono nella mediazione familiare un valido strumento per la tutela dei minori, in quanto essa restituisce e conferma la bigenitorialità. Anche il pedagogista condivide quest’ottica in qualità di esperto educatore. L’assistente sociale, subissato da problematiche di ogni genere, valuta positivamente l’acquisizione di una competenza nuova che favorisca nella risoluzione dei problemi delle coppie in crisi. Psicologi, terapeuti, pedagogisti e assistenti sociali, sono tuttavia più o meno diffidenti nei confronti della propria capacità di gestire efficacemente e con professionalità il lato economico e patrimoniale delle trattative, in quanto sentono di addentrarsi in un settore complesso e cavilloso: da esperti.
L’avvocato, schiacciato dalle lungaggini burocratiche e formali, dalla scarsa sensibilità e capacità di alcuni colleghi che solo di rado si accostano al Diritto di Famiglia, riconoscono nella mediazione familiare un sistema più veloce e snello, oltre che più confidenziale e rispettoso della privacy, per raggiungere un buon accordo tra le parti.

Corbi Mariagabriella

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento