Il piano nazionale “Industria 4.0”: l’industria automatizzata e interconnessa

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Il cosiddetto “Piano Nazionale Industria 4.0” si sostanzia nella nuova Legge di Bilancio 2017 (legge n. 232 del 2016) per il triennio 2017/2019. Si tratta di un sistema di incentivi alle imprese molto competitivo quanto complesso. Tra le principali novità, l’introduzione di ammortamenti particolarmente vantaggiosi, per l’installazione di nuove tecnologie nelle aziende italiane, risulta sicuramente la misura con maggiore attrattività in assoluto per le imprese. Le agevolazioni riguardano l’acquisto di soluzioni hi-tech avanzate da parte delle imprese e hanno come scopo principale quello di favorire un alto tasso di investimento early stage per startup e PMI innovative.

In buona sostanza, la suddetta Legge di Bilancio 2017 ha previsto, de facto, la proroga del c.d. “super ammortamento” e ha introdotto, in tal senso, ulteriori agevolazioni: si tratta del c.d. “iper ammortamento” e della maggiorazione del 40% sul costo di acquisizione dei beni strumentali immateriali (ad es. software ed applicazioni) per i soggetti che già beneficiano del suddetto iper ammortamento.

 

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Nello specifico, il “super ammortamento” è una misura che prevede una maggiorazione del 40% del costo di acquisizione dei “beni materiali strumentali nuovi”, ovvero quei beni materiali, di uso durevole, impiegati come strumenti di produzione all’interno del processo produttivo dell’impresa, che non sono mai stati utilizzati, a qualunque titolo, dal cedente. Nella proroga prevista dalla Legge di Bilancio rientrano, tra l’altro, i beni materiali acquisiti in proprietà o tramite contratto di leasing finanziario, ovvero i beni realizzati in economia o mediante contratto di appalto.

In maniera similare ma non del tutto speculare, l’ “iper ammortamento” (c.d. “bonus digitale”) prevede la possibilità di maggiorare il costo di acquisizione del 150% degli investimenti nei beni strumentali nuovi inclusi nell’Allegato A alla Legge di Bilancio 2017: si tratta di circa 50 categorie di beni, rientranti, a titolo meramente esemplificativo, nelle aree della meccatronica, robotica, big data, sicurezza informatica, nanotecnologie, sviluppo di materiale intelligente, stampa 3D e internet. In estrema sintesi, l’agevolazione è applicabile a tutti quei beni funzionali alla trasformazione delle imprese italiane in chiave “Industria 4.0”, ovvero “degli investimenti in beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti, dei sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità, dei dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza sul posto di lavoro in logica 4.0”. I soggetti beneficiari di questa nuova misura sono tutti quegli attori economici e sociali titolari di reddito d’impresa e non, compresi quelli esercenti arti e professioni. Particolare rilevanza, inoltre, assumono i requisiti per l’accesso a tale forma di incentivazione all’innovazione: ex multis, è necessario rispettare il requisito dell’ “interconnessione”, che si declina, in buona sostanza, nella “capacità del bene di scambiare informazioni con sistemi interni – es. meccanismi di progettazione e sviluppo del prodotto – e/o esterni – es. clienti, fornitori – per mezzo di un collegamento basato su specifiche documentate, disponibili pubblicamente e internazionalmente riconosciute”.

Le misure previste dal Piano Nazionale Industria 4.0 sono entrate in vigore a partire dal 1° gennaio 2017. Alla luce di quanto previsto dalla norma, è chiara l’intenzione del legislatore nazione di puntare sull’innovazione delle imprese italiane e di predisporre una strategia lungimirante sia per rilanciare gli investimenti a favore delle aziende sia per gettare le basi per una concreta ed efficace Industria 4.0.

Dott. Delle Cave Gianluigi

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