Piano «Destinazione Italia»: l’Oua chiede un confronto con il Governo sui nuovi contenuti in materia di lavoro, processo civile, Tribunale delle imprese e mediazione

Redazione 25/09/13
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Anna Costagliola

La Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA) ha approvato un documento in cui si analizzano le anticipazioni apparse sui mezzi di informazione sul cosiddetto progetto del Governo, «Destinazione Italia», presentato il 18 settembre scorso e del quale sono stati diffusi solo sintetici stralci. Tra i nodi controversi: il Tribunale delle imprese, il processo civile, le materie relative al «lavoro», la mediazione obbligatoria. Relativamente a quest’ultimo aspetto Nicola Marino, presidente OUA, ha ricordato che «il 20 settembre scorso è, appunto, entrato in vigore un sistema che nelle sue precedenti applicazioni ha già dimostrato di essere un completo fallimento». È nota la contrarietà dell’OUA all’istituto della mediazione in mancanza di un forte potenziamento del sistema giustizia. Per l’Organismo dell’Avvocatura la risoluzione delle posizioni in conflitto è meglio garantita con l’intervento di un soggetto realmente terzo e qualificato quale è il Giudice, capace di assicurare uguaglianza sostanziale tra le parti.

Si sottolinea, peraltro, come questo ritorno alla mediazione obbligatoria costituisca un’ingiustificata forzatura rispetto a una sentenza della Consulta che la dichiarava incostituzionale per eccesso di delega, ma non solo: la Corte non mancava nelle motivazioni di indicare un lungo elenco di altri evidenti profili di possibili illegittimità, tra i quali la limitazione all’accesso alla giustizia per i cittadini (una chiara negazione di un diritto costituzionale) ma anche la dubbia qualità e terzietà dei mediatori e degli organismi di conciliazione privati.

Tanto premesso, nel documento si riconosce come la reintrodotta mediazione, pur con diverse evidenti criticità, che rimarranno tra gli obiettivi da migliorare, è una versione edulcorata. Infatti, grazie alle proteste dell’avvocatura e al lavoro dei parlamentari sono state introdotte alcune importanti garanzie, prima tra tutte la possibilità che si preveda la gratuità della mediazione in caso di mancata conciliazione dopo il primo incontro, l’obbligatoria presenza del legale, l’esecutività dell’accordo delle parti in determinati casi. Condivisibile è apparsa altresì la necessità di una revisione del sistema tra due anni e del limite a quattro anni della sperimentazione.

Rispetto agli evidenziati traguardi, l’OUA si rivolge al Governo e al Ministro della Giustizia per impedire, con riferimento ai contenuti preannunciati del cd. decreto «Destinazione Italia», che si facciano passi indietro. A tal proposito, disappunto e contrarietà sono espressi rispetto all’intendimento del Governo di rendere possibile la rinuncia all’assistenza legale nel procedimento di mediazione. Detta rinuncia, addirittura esprimibile ancor prima dell’insorgenza del contrasto, lascerebbe i cittadini, specie quelli meno abbienti o più deboli, alla mercé dei grandi gruppi di potere, senza poter beneficiare della tutela tecnica di chi può esattamente evidenziare a cosa si rinuncia.

La strada da intraprendere per implementare il sistema giustizia, conclude l’OUA, è invece quella di una netta inversione di rotta, guardando al futuro e alla modernità, puntando sulla managerialità, sulle prassi positive, sul processo telematico (ancora a macchia di leopardo), ma anche favorendo i sistemi alternativi proposti dalla stessa Avvocatura, come la mediazione facoltativa, la negoziazione assistita e le camere arbitrali. È solo in tal modo che si possono costruire le condizioni per avere una macchina giudiziaria moderna ed efficace per i cittadini, le imprese e per il rilancio della competitività del Paese».

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