Parlamento europeo: via libera alla Commissione antimafia europea

Redazione 27/10/11
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di Anna Costagliola

Nella sessione plenaria del Parlamento europeo del 25 ottobre è stato approvato quasi all’unanimità il rapporto sulla criminalità organizzata presentato dalla Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (Libe). Detta Commissione svolge attività nell’ambito della protezione, nel territorio dell’Unione europea, dei diritti dei cittadini, dei diritti dell’uomo e dei diritti fondamentali, compresa la protezione delle minoranze e adotta misure necessarie per combattere tutte le forme di discriminazione diverse da quelle fondate sul sesso e da quelle che si verificano sul luogo di lavoro e nel mercato del lavoro. Si occupa altresì della legislazione relativa alla trasparenza e alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e contribuisce alla gestione integrata delle frontiere esterne e alla cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale.

L’obiettivo del rapporto approvato dal Parlamento europeo è quello di individuare efficienti strumenti per combattere la criminalità organizzata nell’Unione europea. Tali strumenti sono stati individuati nell’istituzione di una Commissione parlamentare antimafia europea, che dovrà avvenire entro 3 mesi, la quale, dopo soli 6 mesi dall’inizio dell’attività, dovrà presentare i risultati della sua indagine sulle organizzazioni criminali che operano attraverso le frontiere, nonché sulle appropriazioni di fondi pubblici e sulle contaminazioni dell’economia legale e del sistema finanziario europei.

Nel testo del rapporto si chiede poi all’esecutivo di Bruxelles l’istituzione di una super Procura europea, che integri la Corte europea di giustizia, potenzi Eurojust, l’ufficio europeo antifrode (Olaf) ed Europol, con particolare attenzione ai fenomeni di criminalità organizzata transnazionale.

Si invita, inoltre, la Commissione europea a redigere una proposta di direttiva volta a rendere uniformemente punibile in tutti gli Stati membri il reato di associazione mafiosa, che attualmente sembra essere contemplato dalla sola legislazione italiana.

Ulteriore punto nodale del rapporto è quello relativo all’assunzione dell’impegno a definire norme per assicurare l’incandidabilità di persone condannate per reati di partecipazione a organizzazioni criminali o commessi nell’ambito delle stesse, compresi i reati di favoreggiamento e corruzione, chiedendosi agli Stati membri di stabilire norme analoghe per le elezioni nazionali.

Con l’approvazione di questo rapporto, al Parlamento europeo si è cominciato a discutere di una comune strategia per contrastare il crimine organizzato in tutta l’Unione, superando le diverse esperienze e tradizioni degli Stati membri, esprimendosi così un segnale forte nel contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie. Ciò nella consapevolezza che la dimensione transnazionale del fenomeno della criminalità organizzata ha assunto tratti sempre più preoccupanti per effetto della crescente globalizzazione delle società. Il progressivo processo di globalizzazione e la presa di coscienza dell’affievolimento dei confini nazionali hanno infatti avuto come conseguenza la sempre maggiore realizzazione di traffici illeciti e delitti su scala sovranazionale, mediante l’impiego di reti operative che superano i confini locali.

Finora ostacolo principale ad affrontare in maniera efficiente le dimensioni e le caratteristiche delle forme di criminalità a base transnazionale hanno costituito le differenze tra le singole legislazioni e le difficoltà cui si è andati incontro nel tentare un loro coordinamento. La volontà di uniformare leggi e tipologie di intervento ha condotto all’approvazione del rapporto sulla criminalità organizzata, che costituisce un decisivo passo in avanti nella lotta al crimine organizzato. 

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