Molte le novità introdotte per chi vuole aprire una partita Iva dal nuovo regime forfettario per il 2016. Mentre nel 2015, infatti, i contribuenti potevano ancora scegliere tra vecchio regime dei minimi e regime forfettario, la Legge di Stabilità 2016 ha introdotto un nuovo regime che in parte si distingue dai precedenti. Vediamo perché.
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Cos’è il nuovo regime forfettario
Il regime forfettario per i contribuenti che vogliano aprire una partita Iva è stato introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, con l’obiettivo di essere un “regime fiscale agevolato per autonomi” che sostituisse il regime dei minimi in vigore dal 2008. Il regime forfettario, in sostanza, agevola i contribuenti che svolgano lavoro autonomo in forma individuale e di minori dimensioni. Per tutto il 2015, tuttavia, è stato ancora possibile per i professionisti scegliere tra regime dei minimi e forfettario. La Legge di Stabilità 2016 invece, come accennato, ha introdotto un nuovo regime forfettario che ha sostituito completamente gli altri regimi agevolati: dal 1° gennaio 2016 chi vuole aprire una partita Iva con agevolazioni fiscali deve obbligatoriamente usufruire di tale strumento.
Le caratteristiche del nuovo regime agevolato
Il nuovo sistema intende agevolare, tramite una serie di sconti fiscali, chi è titolare di una propria attività ma percepisce bassi redditi. I requisiti per entrare a far parte del regime forfettario per il 2016 sono fondamentalmente tre: non aver conseguito ricavi superiori ai limiti indicati nell’allegato della Legge di Stabilità 2016, che variano a seconda del codice ATECO di riferimento (che per i professionisti è di 15.000 euro); non aver sostenuto spese per collaboratori superiori a 5.000 euro lordi; non aver superato i 20.000 euro di costi lordi per ammortamento di beni strumentali.
Il calcolo dell’imposta sostitutiva avverrà applicando l’aliquota di riferimento al prodotto tra il fatturato sviluppato e il coefficiente di redditività calcolato in funzione del codice ATEO e dunque associato al tipo di attività svolta. Per l’inizio delle nuove attività è prevista un’aliquota agevolata al 5% per i primi 5 anni, oltre i quali salirà al 15%. Il regime, tuttavia, esonera dall’applicazione degli studi di settore e dal versamento di Iva e Irap.
Se il vecchio regime dei minimi, che assicurava un’aliquota del 5%, poteva essere usufruito per soli cinque anni comunque fino al compimento dei 35 anni di età, una delle principali novità del nuovo regime forfettario è l’assenza di limiti temporali. Si può infatti rimanere nel nuovo regime semplificato anche oltre i cinque anni e uscirne solo in caso di decadimento dei requisiti di permanenza.
Regime forfettario e regime dei minimi: come fare?
Chi ha già aperto partita Iva con il regime forfettario del 2015 può continuare a operare normalmente, pur adeguandosi alla nuova Legge di Stabilità. Chi nel 2015 si trovava sotto il regime dei minimi potrà invece proseguire la sua attività fino alla scadenza dei cinque anni o al raggiungimento dei 35 anni di età, ma è obbligato ad applicare l’aliquota del 15% al primo anno. Per i quattro anni successivi, invece, potrà applicare l’aliquota del 5%.
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