Nuovo decreto taglia-esami: Dall’appropriatezza prescrittiva al dialogo medico-paziente

Redazione 15/07/16
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Senso di responsabilità del medico e maggior dialogo col paziente al centro del nuovo accordo sui nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea).

Senso di responsabilità del medico e maggior dialogo col paziente: Queste sono le idee chiave che scaturiscono dal contestato decreto ‘taglia-esami’ che ha concluso una vicenda che, nei mesi scorsi, aveva attirato polemiche e critiche, tanto da parte dei cittadini che dei medici.

I nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), nati dal lavoro congiunto tra professionisti e ministero della Salute, sono la grande novità perché, Oltre a offrire una gamma di nuove prestazioni per i cittadini, apportano vari elementi innovativa al ‘Decreto Appropriatezza’.

Approvato a dicembre scorso con l’obiettivo di limitare le prescrizioni inutili, il decreto doveva, secondo quanto detto dal Ministro della Salute Breatrice Lorenzin e riportato su Repubblica, “creare una cultura diversa che permettesse di responsabilizzare i professionisti nel prescrivere in modo appropriato”.

Non avendo però dato i risultati sperati, si è voluto superare quel provvedimento con i nuovi Lea, su cui,  ha specificato il ministro Lorenzin, “abbiamo avuto il consenso informale del Mef e aspettiamo a ore la nota ufficiale”.

Libertà di prescrivere secondo necessità e coscienza.

Oltre al fatto che non ci saranno sanzioni, già previsto da una delle modifiche introdotte in questi mesi, si ribadisce la libertà di prescrivere secondo necessità e coscienza. Infatti, il medico potrà continuare a prescrivere tutto quello che riterrà necessario alla salute dei cittadini, ai quali verrà notificata la notizia tramite una campagna informativa.

Nonostante il cambio di direzione a dire poco radicale, il tema dell’appropriatezza però rimane, perché, come ha spiegato Lorenzin, si vuole introdurre “un regime prescrittivo concordato con medici e società scientifiche basato sul senso di responsabilità”.

Perciò, invece dell’obbligo da parte del medico di scrivere delle note nella ricetta, basterà solamente indicare il quesito diagnostico. Inoltre, si monitorerà l’operato complessivo dei prescrittori, non più la singola prescrizione. Infine, l’ ampio paniere di 200 prestazioni ‘a rischio inappropriatezza’ non sarà più nel mirino, sostituito da un gruppo ristretto, per lo più relativo a test genetici.

Un’autonomia che deve avere vincoli e dimostrare la responsabilità di una categoria

Con l’accordo, come sottolineato dal Ministro della Salute, si “inaugura un nuovo metodo di lavoro insieme alle categorie coinvolte” e si garantisce “libertà di prescrizione ma con un occhio alla sostenibilità del sistema”.

Si tratta in realtà di un ritorno “a un’autonomia che deve avere vincoli e dimostrare la responsabilità di una categoria.” – ha sottolineato Roberta Chersevani presidente della Federazione ordini dei medici (Fnomceo) – “Il medico potrà continuare a prescrivere perché preoccupato della salute del proprio assistito ma è importante tenere conto di evidenze scientifiche e regole”.

Continua aggiungendo che di fondamentale importanza “è la comunicazione e la relazione col paziente. L’informazione è centrale nel nostro lavoro perché il paziente che viene messo a conoscenza delle motivazioni può più facilmente accettare un sì o un no da parte del medico”.  

Redazione

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