Minori nei casi di diritto familiare transfrontaliero: La Commissione UE propone nuove regole per meglio proteggere i minori.

Redazione 04/07/16
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Le nuove regole serviranno ad accelerare il procedimento giuridico e amministrativo e a garantire che sia sempre preso in considerazione ciò che è nel migliore interesse del minore.

La scorsa settimana, la Commissione europea ha proposto dei miglioramenti per le norme UE che proteggono i bambini nell’ambito delle controversie transfrontaliere civili per quanto riguarda la potestà genitoriale e la custodia del minore, i diritti di accesso e i casi di sottrazione.

Le regole aggiornate si basano sulla valutazione di quelle già esistenti e mirano a porre rimedio alle mancanze in precedenza individuate. In particolare, un obiettivo fondamentale è quello di assicurare, nel complesso, procedure più rapide dato che, nelle controversie transfrontaliere sulla responsabilità genitoriale, il tempo è essenziale al fine di proteggere gli interessi del bambino.

Procedure più efficaci per affrontare la sottrazione transfrontaliera e garantire che la voce del minore sia udita.

Le scadenze da applicarsi alle diverse fasi della procedura di ritorno del bambino saranno limitate a un periodo massimo di 18 settimane (massimo sei settimane per l’autorità centrale ricevente per procedere con il dossier, sei settimane per la Corte di prima istanza e sei settimane per la Corte d’appello). Una decisione sul ritorno sarà appellabile solo una volta, e il giudice dovrà considerare se una sentenza che ordini il ritorno del bambino sia al contempo applicabile. Nel pieno rispetto della struttura dei sistemi giuridici nazionali, si garantirà che i casi di rapimento di minore siano giudicati da un numero limitato di giurisdizioni, affinché i giudici sviluppino le competenze necessarie.

Al minore che sia in grado di costituire un pensiero proprio sarà garantita la possibilità di esprimere le sue opinioni in tutti i procedimenti riguardanti il suo caso. Questo varrà in particolare per i procedimenti sull’affidamento e l’accesso, così come sul ritorno dei bambini se rapiti da uno dei loro genitori.

 

La rapida esecuzione delle decisioni negli altri Stati membri e una cooperazione migliorata tra le autorità degli Stati membri. 

Attualmente, i genitori hanno spesso bisogno di attuare una decisione sulla custodia o di avere la possibilità di vedere questa decisione eseguita in un altro Stato membro. Con le nuove regole, sarà abolita la delibazione o exequatur, cioè la procedura intermedia necessaria per l’esecuzione di una sentenza in un altro Paese. Nel caso in cui l’applicazione non sia ancora avvenuta dopo sei settimane, la Corte informerà l’autorità centrale richiedente dello Stato membro d’origine o direttamente il richiedente circa i motivi per la mancata attuazione tempestiva. Inoltre, al fine di accelerare l’esecuzione, il giudice che ha emesso la sentenza sarà in grado di dichiararla provvisoriamente esecutiva.

La buona cooperazione tra le autorità centrali nella gestione dei casi sui minori è il presupposto indispensabile per una fiducia reciproca tra le autorità dei diversi Stati membri. Le nuove regole promuoveranno una migliore cooperazione tra autorità centrali, perché sono il punto di contatto diretto per i genitori e giocano un ruolo fondamentale nel sostenere i giudici nell’applicazione delle regole. Inoltre, le autorità di assistenza sociale del bambino saranno meglio integrate nella cooperazione transfrontaliera.

Queste nuove regole porteranno benefici sia alle famiglie sia ai bambini, che trarranno beneficio dalle tempistiche ridotte per la risoluzione dei procedimenti e permetteranno di evitare i pesanti costi solitamente legati a tali procedure. 

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