Manovra economica 2011 (D.L. 98/2011): patto di stabilità, virtuosità ridisegnata

Redazione 14/07/11
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Tra i nuovi criteri anche l’effettiva partecipazione degli enti locali all’azione di contrasto all’evasione fiscale. Lo prevedono gli emendamenti del relatore alla manovra correttiva, che già domani sarà legge. Privatizzazioni al via entro 2013

 

Articolo di Giuseppe Manfredi tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

 

Novità sul Patto di stabilità interno: cambiano i parametri di virtuosità per i comuni. Lo prevede uno degli emendamenti del relatore Gilberto Pichetto Fratin depositati ieri in Commissione bilancio al Senato sulla manovra correttiva (decreto-legge 98/2011, che già domani, dopo il passaggio di ieri notte in commissione e di oggi a Palazzo Madama, diventerà legge con il via libera della Camera dei deputati). La misura stabilisce che gli enti locali siano classificati in quattro classi sulla base di una serie di parametri tra cui “la prioritaria considerazione della convergenza tra spesa storica e costi e fabbisogni standard”; “ il rispetto del Patto di stabilità interno”; “il rapporto tra spesa in conto capitale finanziata con risorse proprie e spesa corrente; “l’autonomia finanziaria”; “l’effettiva partecipazione all’azione di contrasto dell’evasione fiscale” “il rapporto tra le entrate di parte corrente riscosse e accertate”. Le modifiche apportate ai parametri, spiega la relazione tecnica, non determinano effetti finanziari. La manovra così come è stata modificata non affossa più il federalismo fiscale, ha affermato il presidente dell’Anci, Osvaldo Napoli, uscendo dall’incontro al ministero del Tesoro tra governo e enti locali. “È stato un incontro estremamente franco – ha affermato Napoli – il federalismo non muore perché il taglio al fondo di riequilibrio fiscale che agiva su province e comuni è stato eliminato. Ci sono state inoltre – ha aggiunto – delle modifiche al patto di stabilità anche se ancora non siamo soddisfatti. Queste modifiche partiranno dal 2013-2014 e nel frattempo verranno avviati dei tavoli tecnici per discutere i problemi relativi ai comuni virtuosi perché il patto così com’è crea delle difficoltà”. Al termine dell’incontro degli enti locali con i Ministri del tesoro Giulio Tremonti, della semplificazione Roberto Calderoli, del Ministro per i rapporti con le regioni Raffaele Fitto, il vicepresidente dell’Anci Graziano Delrio ha invece ricordato che il fondo di riequilibrio ammonta a circa 11 miliardi e che il taglio previsto era di un miliardo. “Abbiamo chiesto al Ministro Tremonti di istituire il tavolo subito dopo l’approvazione della manovra e ci siamo detti disponibili ad avviarlo prima della fine dell’estate. Purtroppo non c’è stata una discussione dei criteri quantitativi. Il Governo ha già stabilito i parametri per il nuovo patto di stabilità, noi avevamo chiesto che venissero concertati e c’è l’impegno ad aprire un tavolo che speriamo verrà onorato”. Un incontro positivo che ha confermato lo stop al taglio del fondo per il riequilibrio fiscale anche se restano da definire le modifiche al patto di stabilità, sottolinea il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione. “Abbiamo compreso lo spirito con il quale il Governo, sulla base della grave situazione internazionale ha accelerato l’iter della manovra – ha affermato Castiglione – abbiamo ottenuto qualche apertura importante e, come province, abbiamo mostrato un grande senso di responsabilità. Abbiamo ottenuto il ripristino del fondo per il riequilibrio fiscale che rischiava di minare il processo del federalismo fiscale. Lo avevamo chiesto. Nell’incontro si è anche convenuto – ha aggiunto – di riscrivere i criteri di virtuosità degli enti locali e su questo si aprirà un tavolo tecnico con il governo per valutare gli effetti della manovra. È stata insomma una riunione positiva in cui il governo ha mostrato un atteggiamento di grande responsabilità verso gli enti locali che nel 2013-2014 soffriranno molto”. Negativo invece il parere dei presidenti delle Regioni. Di una manovra squilibrata, che conferma i tagli, che pesa sostanzialmente sugli enti locali impedendone il corretto svolgimento delle funzioni, parla il presidente delle Regioni, Vasco Errani. “Abbiamo detto al Governo e al Ministro Tremonti che la nostra condivisione c’è per senso di responsabilità verso il Paese e per questo la manovra deve essere approvata rapidamente. Abbiamo presentato alcuni emendamenti e il nostro giudizio sulla manovra è molto chiaro: fa sì che le regioni non siano in grado di svolgere le proprie funzioni. I tagli pesano per il 47% sulle Regioni che a loro volta incidono per il 16% sulla spesa pubblica: è una manovra senza equilibrio”. Errani ha poi sottolineato che subito dopo l’approvazione della manovra “le Regioni chiederanno al Governo di fare il punto su alcune cose: le conseguenze della manovra sul livello dei servizi ai cittadini e alle imprese e di chi è la responsabilità di questi tagli. Noi non ci stiamo al gioco del cerino. Inoltre – ha aggiunto – con questa manovra è definitivamente chiaro che il federalismo fiscale non è attuabile. Chiediamo perciò una verifica complessiva sui decreti attuativi perché non si può parlare di federalismo e trovarsi in questa situazione”. Errani ha poi messo l’accento sul Patto per la salute. “Non è possibile – ha sottolineato – che ci sia un intervento unilaterale perché questo sarebbe incostituzionale. Ribadisco che tagliare 7 miliardi tra il 2013 e il 2014 nella sanità porterà tutte le Regioni a dover fare piani di rientro e a tagliare i livelli di assistenza”. “Noi – ha aggiunto – abbiamo presentato degli emendamenti che dimostrano come siamo disponibili a partecipare alla manovra per quanto riguarda il taglio della spesa pubblica e abbiamo confermato il nostro sì a una commissione sugli sprechi. Le Regioni sono pronte a scegliere le priorità e quali servizi lo Stato può fornire. Non si può andare avanti senza fare chiarezza su questo aspetto”. Rispondendo poi a chi gli chiedeva come avesse reagito il Ministro Tremonti di fronte alla posizione delle Regioni, Errani ha detto: “Tremonti ha preso atto del nostro senso di responsabilità sulla manovra e ha dato la sua disponibilità ad aprire questo tipo di confronto”. In definitiva, ha concluso, “di fronte a questa crisi dobbiamo prendere le mosse per capire le scelte e le politiche strategiche da fare. Occorre però reciprocità perché le scelte unilaterali non portano risultati per il Paese”. Da rilevare infine la presenza di una spinta alle privatizzazioni. Entro il 2013 arriverà infatti il via libera a uno o più piani. “Entro il 31 dicembre 2013 il Ministero dell’economia, previo parere del Comitato consulenza globale e di garanzia per le privatizzazioni, approva su delibera del Consiglio dei Ministri uno o più programmi per la dismissione di partecipazioni azionarie dello Stato e di enti pubblici non territoriali”. Le modalità di alienazione, si legge negli emendamenti del relatore alla manovra, sono stabilite con uno o più decreti del Tesoro nel rispetto del principio di trasparenza e di non discriminazione. Il ministro riferisce al Parlamento entro il 30 giugno di ogni anno sullo stato di attuazione del piano.

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