Logica interpretativa nel dibattimento

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Poiché l’uomo è l’unico essere vivente a noi noto in cui ci sia in certo qual modo incarnata la categoria della possibilità, e la cui realtà sia incessantemente contornata dalle possibilità, è l’unico ad avere bisogno della conferma” (Bauber,83)

 

Gli “eventi” nascono dalle interferenze dei singoli e formano “corsi di valore” ossia estensioni di relazioni (Frenge) che diventano elementi materiali, oggetti fisici da entità astratte e non concrete in contrasto con la nostra intuizione ontologica del mondo ( Russel), pertanto necessitano di essere classificati e normati.

I “corsi di valore” danno luogo alla “formazione del valore” in cui confluiscono necessità biologiche, sociali ed estetiche nel variare tecnologico dell’ambiente, i segni formano le categorie normative che a loro volta vengono definite mediante spiegazioni e contestualizzate con l’interpretazione ( Ricoeur).

Con il crescere delle possibili azioni disponibili ossia delle estensioni di relazioni vi è un’accrescersi dell’interpretazione quale sistemazione logica della caoticità, la crescita porta un aumento della complessità ( aumento dei link), ma questa complessità mantiene una certa regolarità e quindi una possibilità di normazione che si perde nella crescente caoticità della crisi ( albero di Feigenbaum) in cui i vecchi legami si spezzano in mille frammenti e solo una “normativa per attrattori” può sperare di uscire dalla caoticità stessa.

Mérò afferma che “benché la razionalità sia uno strumento di comunicazione molto efficace, tuttavia è meno efficace come elemento di pensiero e ancor meno come strumento generale per acquisire una conoscenza del mondo”, pertanto mentre la dialettica scientifica è un metodo atto a dimostrare e confrontare teorie, nella quotidianità tale razionalità dialettica perde molta della sua efficacia, infatti per i neurobiologi la capacità di prendere decisioni è strettamente connessa alle emozioni secondarie ossia a quelle manifestazioni emotive connesse all’immaginario (Damasio), proprio per la nostra difficoltà di analizzare conseguentemente tutte le nostre decisioni.

La parola di per sé differenzia e cataloga, conducendo a differenti razionalizzazioni e quindi a differenti metodi di razionalità adatti alle varie contingenze e analisi, l’unitarietà è piuttosto il risultato di una conoscenza mistica (Eikhart), che viene a perdersi nel quotidiano in cui vi è una frantumazione dell’essere secondo una specializzazione economico-produttiva, viene a mancare la “direzione unitaria” verso cui porre il succedersi delle decisioni, si reagisce se non per “urgenza”.

Nell’ urgenza dell’interpretazione dibattimentale vi è un “campo del gioco” dato dalle relazioni sociali, dei “regolatori” che forniscono le norme del gioco, in cui confluiscono gli aspetti culturali collettivi, gli “arbitri”, ossia i giudici, e infine i “giocatori”, le parti, questi ultimi due pregnati dalla propria cultura sintesi del gruppo di appartenenza e dell’individualità di origine.

Definito il quadro e la sua cornice la logica che appare più pregnante è quella fuzzy, dobbiamo considerare che vi è una zona grigia metagiuridica prodotta dall’agire umano sull’imprecisione dispositiva, nella quale intervengono le debolezze strutturali dei giocatori e dell’arbitro.

I sistemi reali sono un interagire complesso di insiemi di concetti nel quale si perde la progressione causale, occorre in queste ipotesi semplificare mantenendo volutamente l’imprecisione necessaria per una descrizione sufficientemente semplice ma al contempo esaustiva del sistema.

La mappa concettuale fuzzy si presenta come un grafo con nodi collegati ad arco, ogni nodo esprime un concetto fornito di un proprio valore che evidenzia la misura variabile nel tempo della presenza del concetto stesso nel dominio, ogni modo oltre che con gli altri nodi può collegarsi con se stesso indicando la variabilità futura del valore presente (Olivotto).

Fondamentale nel processo decisionale è la formalizzazione della descrizione delle alternative con i possibili risultati, in presenza di certezza o incertezza informativa.

Nonostante la certezza informativa i soggetti possono mancare di coerenza nell’analisi per condizionamenti da fattori soggettivi casuali o per accumulo di esperienza che genera resistenze, come al contrario nell’ipotesi di eccessi informativi si tende a ridurre le variabili effettivamente considerate con una conseguente crescente difficoltà di riconoscimento delle interazioni, ma anche la presenza di fattori di disturbo esterni può creare una incoerenza dei giudizi.

Nell’ipotesi inversa in cui vi è presenza di incertezza il giudizio olistico può soffrire delle distorsioni derivanti dalla violazione dei principi statistici, dall’errore nella rappresentatività delle informazioni percepite erroneamente come esatte e complete, infine di fenomeni di ancoraggio che portano all’uso di solo una parte delle conoscenze disponibili.

Le difficoltà di giudizio vengono a loro volta affrontate o “approfondendo” la descrizione degli eventi mediante complesse generazioni di giustificazioni sulle ragioni a supporto o meno di una probabilità, costruzioni di possibili scenari e con lo spostamento della prospettiva temporale degli eventi, o più semplicemente con la “semplificazione”, ossia una riduzione della complessità che bilanci i due modelli dell’interpretazione intuitiva ed analitica.

L’interpretazione dibattimentale agisce in quello spazio dato dall’area dell’incertezza in cui vi è un senso probabilistico essendo la struttura del problema chiara o al più complicata come le sue determinanti, del tutto differente è l’area della complessità nella quale non vi sono modelli paragonabili quando mancano riferimenti normativi o giurisprudenziali consolidati a cui riferire l’evento.

Pertanto uno dei modi più immediati mediante il quale è possibile maneggiare la complessità è la semplificazione, sostituendo il calcolo analitico con quello approssimato, una imprecisione dei processi cognitivi che può essere rappresentata dalla logica sfocata per cui si può attribuire un elemento a un insieme anche in modo parziale.

Vi è in questa logica innanzitutto una sfocatura del concetto in modo da raccordarlo con l’oggetto descritto, l’incertezza è espressa in gradi di verità dell’affermazione da 0, falso, a 1, vero, in modo da rappresentare l’imprecisione e la sfocatura che impedisce il raccordo nella casualità della probabilità; nella probabilità noi cerchiamo di inserire i termini della decisione ma nella realtà è interessante secondo una logica fuzzy perseguire quella decisione? E se sì in che misura ?

Una volta fornite le basi del ragionamento approssimato, sulla base delle regole si ottiene l’inferenza e la propagazione dei valori alle conclusioni, si deve considerare che le proposizioni fuzzy sono costituite da predicati ( efficace, interessante, equilibrato, ect.), da modificatori ( molti, pochi, usualmente, ect.), da valori di verità ( vero, falso, molto vero, più o meno vero, ect.) i quali combinati fra loro in affermazioni permettono di sviluppare ragionamenti sfumati su verità di affermazioni imprecise. Dobbiamo, infatti, considerare che le affermazioni tratte dal linguaggio naturale avvengono in termini qualitativi piuttosto che quantitativi, che i giudizi si formano a seguito di dibattiti tra soggetti che possiedono convinzioni non omogenee sui modelli disponibili e che questi spesso risultano insufficienti come riferimenti (Olivotto).

La categoria dell’essere è la possibilità, ma questa lo può travolgere nell’infinità così che “la sostanza rischia di dissolversi nella potenza. Il caos vorticoso, “groviglio e scompiglio” ( genesi 1,2), ha fatto irruzione…, così, una volta penetrato, il caos delle possibilità dell’essere diventa caos delle possibilità di fare.” (Buber) e l’essere travolto dalla vertiginosa frenesia perseverando in essa cerca un possibile riflusso alla normalità di una propria coerenza.

 

Bibliografia

  • P. Ricoeur, La sfida semiologica, Armando ed. 1974;

  • B. Russel, Logica e conoscenza. Saggi 1901-1950, Longanesi 1961;

  • G. Frege. Conceltual Notation and Related Articles, in Bynum T.W., Oxford University Press 1972;

  • R. A. Damasio, L’errore di Cartesio: Emozioni, ragione e cervello umano, Adelphi 1996;

  • L. Mérò, Calcoli morali, Dedalo 2000;

  • J. Eikhart, Sermoni tedeschi, Adelphi 1985;

  • A. Martelli, Analisi strategica mediante scenari, Etas 1992;

  • A. Micalizzi, Opzioni reali, Egea 1997;

  • L. Olivotto, Valore e sistemi di controllo, Mc Graw-Hill 2000;

  • M. Bauber, Immagini del bene e del male, Ed. di Comunità 1981.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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