Legge di stabilità al varo

Redazione 13/10/11
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Fondi alle scuole, al cinque per mille e alle università. Arrivano nuovi tagli lineari per i ministeri inadempienti sugli obiettivi di riduzione della spesa

 

articolo di Giuseppe Manfredi tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

 

L’ex finanziaria ritorna sugli scudi. E alle viste ci sono nuove risorse anche per le amministrazioni locali. Il Consiglio dei ministri esaminerà prossimamente la legge di stabilità 2012, cioè le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, e del bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2012 e per il triennio 2012-2014. E prime indiscrezioni cominciano già a circolare sulla bozza della legge di stabilità, nota un tempo come finanziaria. Le risorse per il 2012 dovrebbero essere così ripartite: 1 miliardo in più per gli ammortizzatori “in deroga”, 242 milioni per le scuole non statali, 700 milioni per le missioni internazionali di pace, 150 milioni per il diritto allo studio, 400 milioni per il finanziamento ordinario delle università. Stessa cifra anche al settore dell’autotrasporto merci e al 5 per mille. Dovrebbe essere, infine, prorogata a tutto il 2012 la tassazione agevolata dei premi di produttività per “i titolari di lavoro dipendente non superiore nell’anno 2011 a 40 mila euro”. Nel d.d.l. figura anche un articolo di riscrittura del patto di stabilità, ma non è certo se la disposizione rimarrà nel d.d.l. o finirà nel decreto sviluppo. Intanto a proposito di scuola,il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha annunciato ieri che “per l’edilizia scolastica il governo ha già impiegato le cifre stanziate. Resta da decidere un ultimo stralcio da 398 milioni. Confido che il Cipe provvederà al più presto”. “Il ministero dell’istruzione ed il Ministero delle infrastrutture – prosegue Gelmini – hanno fatto il loro dovere. Domani (oggi, n.d.r.) lo spiegheremo alla Conferenza delle regioni”. Tornando al d.d.l. stabilità, arrivano nuovi tagli lineari per i ministeri inadempienti sugli obiettivi di riduzione della spesa. Per i ministeri che “non hanno raggiunto gli obiettivi in parola” sono previsti, si legge nella bozza della relazione illustrativa al provvedimento, “ulteriori interventi correttivi, mediante corrispondente riduzione lineare delle dotazioni finanziarie delle missioni e dei programmi di spesa di ciascun ministero interessato”. Misure di contenimento della spesa per i ministeri erano già contenute nelle ultime due manovre estive. Una stretta da 7 miliardi – che penalizza soprattutto il Ministero dello sviluppo economico (con rischi in particolare per i fondi Fas), il tesoro e la difesa – che i singoli dicasteri avrebbero dovuto ripartire capitolo per capitolo e inviare le proposte alla Ragioneria generale dello Stato entro il 4 ottobre. Ma sulla partita si è aperto un duro braccio di ferro fra via XX Settembre e gli altri dicasteri che hanno tardato nella presentazione delle tabelle con le iniziative su come rimodulare i propri budget.

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