Legge di stabilità 2014, Commissione Ue preoccupata per l’alto numero di emendamenti

Redazione 14/11/13
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tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

Ore frenetiche in Commissione bilancio per la scrittura del testo che verrà presentato all’aula del Senato sulla legge di stabilità 2014-2016. Ogni minuto che passa emendamenti vengono accolti, bocciati o riscritti, per aggiustare il tiro del Governo in vista dell’approvazione parlamentare. Principale obiettivo delle modifiche a Palazzo Madama è sempre la casa, ma su migliaia di modifiche arrivate, i temi toccati sono naturalmente molteplici.

Così, sulla casa, se appena una settimana fa sembrava scontato che al posto dell’Imu, già dal 16 gennaio, fosse in procinto di avviarsi il Trise, con la sua ripartizione in Tari e Tasi, relativamente a rifiuti e servizi indivisibili, ora sembra tutto rivisto con il Tuc, tributo unico comunale che potrebbe portare l’aliquota al 10,6 per mille (> l’emendamento).

Le trovate più strambe e irrealizzabili hanno trovato modo di imporsi, per qualche giorno, all’attenzione della politica nazionale. Alcune di esse, però, mentre proseguono le analisi della Commissione bilancio, sembrano già scongiurate. Una delle iniziative più clamorose che sembra rientrata è indubbiamente la vendita delle spiagge, che avrebbe previsto la parziale estromissione dal demanio delle località balneari sottoposte a concessione. Un’iniziativa sconfessata anche dal Ministro dell’ambiente Andrea Orlando, che ha apertamente parlato di “svendita”.

Stesso destino, a quanto si evince dai primi esiti dell’esame in Commissione, per l’ipotesi di introdurre una no tax area al di sotto dei 12mila euro di reddito, al momento fermo a 8mila euro per i lavoratori dipendenti e 7.500 per i pensionati. L’idea di questo allargamento dell’esenzione fiscale è però stata giudicata inammissibile per difetto di copertura dall’organo in sede referente e, dunque, cancellata dalla versione del testo che sta per approdare in aula.

Altre novità che dovrebbero trovare spazio nella discussione parlamentare riguardano, in primis, l’innalzamento dell’utilizzo del contante a 5mila euro, un provvedimento di segno radicalmente opposto alla proposta di poche settimane fa in cui, invece, si teorizzava un inasprimento delle norme sulla tracciabilità.

Altra modifica, che appare ormai certa, è l’incremento del canone Rai che dovrebbe ammontare a sei euro complessivi, i quali finiranno in un apposito Fondo di nuova istituzione nel Ministero per lo sviluppo economico. Ancora da valutare, invece, la proposta per la nascita di una piattaforma per l’accesso delle imprese al credito, in discesa libera anche nel 2013.

E veniamo infine al cuneo fiscale, a parole al priorità assoluta del Governo per la legge di stabilità 2014: dopo i conteggi che hanno stimato l’incremento in busta paga di 14 euro mensili, e analoghe proposte di 200 euro una tantum all’anno, si sta vagliando l’ipotesi di tagliare il costo del lavoro fino ai 30mila euro, che dovrebbe fornire un beneficio consistente alle buste paga tra i 15mila e i 20mila euro.
Ed è proprio sulle tasse sul lavoro che la Commissione Ue è preoccupata: “Nonostante le misure già prese e quelle annunciate nel 2014, resta alta in Italia la tassazione sul lavoro e il capitale”, il cosiddetto cuneo fiscale: così la Commissione Ue nel suo rapporto sull’applicazione delle riforme contenute nelle Raccomandazioni specifiche per Paese pubblicate a maggio scorso.
“La Commissione Ue è preoccupata per l’elevato numero di emendamenti” alla legge di stabilità “ma ho spiegato che è una parte normale del processo e che il Governo è impegnato a mantenere i saldi, pur essendo aperto a modifiche”, ha detto il Ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni al termine del colloquio col commissario Olli Rehn. “Sappiamo che l’Italia ha un elevato debito che è il risultato dell’economia contratta dal 2011, ma anche del fatto che per accelerare la ripresa abbiamo spinto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione”, ha spiegato Saccomanni. Per il Ministro il debito elevato “non significa che abbiamo seguito politiche devianti dalle regole europee”, anzi, “abbiamo posto rimedio all’anomalia dei debiti accumulati”.

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