Con la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2025, il legislatore interviene in modo trasversale su servizi pubblici locali, trasporti, sanità, professioni, sicurezza dei prodotti e trasferimento tecnologico, rafforzando controlli, obblighi di trasparenza e responsabilità. Per i giuristi – in particolare amministrativisti, civilisti d’impresa, esperti di regolazione e diritto sanitario – la legge introduce nuovi snodi interpretativi e potenziali aree di contenzioso.
Indice
- 1. Servizi pubblici locali: vigilanza, atti di indirizzo e responsabilità
- 2. Sanzioni ANAC e rafforzamento della trasparenza amministrativa
- 3. Trasporto pubblico e mobilità elettrica: concorrenza regolata
- 4. Sicurezza dei prodotti: nuove fattispecie e compliance legale
- 5. Sanità e accreditamento: concorrenza e continuità assistenziale
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1. Servizi pubblici locali: vigilanza, atti di indirizzo e responsabilità
Uno degli interventi di maggiore impatto riguarda il rafforzamento delle verifiche sulla gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. La riforma del d.lgs. n. 201/2022 impone agli enti affidanti non solo di monitorare l’andamento economico e qualitativo dei servizi, ma anche di individuare le cause dell’eventuale andamento negativo.
Quando la gestione risulta “insoddisfacente” per responsabilità del gestore, l’ente deve adottare un atto di indirizzo vincolante, imponendo la predisposizione di un piano correttivo con misure, tempi e obiettivi. Si tratta di una novità rilevante sul piano giuridico: l’atto di indirizzo diventa un provvedimento amministrativo tipizzato, suscettibile di valutazioni in sede di controllo e, potenzialmente, di impugnazione.
2. Sanzioni ANAC e rafforzamento della trasparenza amministrativa
La legge introduce un nuovo regime sanzionatorio affidato all’ANAC, che può irrogare sanzioni pecuniarie agli enti locali in caso di omissione o incompletezza delle relazioni periodiche, mancata pubblicazione o mancata adozione degli atti di indirizzo.
Per i giuristi, ciò comporta un rafforzamento del principio di responsabilità organizzativa dell’ente e dei dirigenti, con possibili ricadute anche in termini di responsabilità erariale e disciplinare. La trasparenza non è più un adempimento formale, ma un vero e proprio presupposto di legittimità dell’azione amministrativa nel mercato dei servizi pubblici.
3. Trasporto pubblico e mobilità elettrica: concorrenza regolata
Nel settore del trasporto pubblico regionale, le regole sui servizi pubblici locali vengono estese anche agli affidamenti ferroviari e su gomma, rafforzando l’obbligo di programmazione, pubblicità e controllo. Le regioni devono trasmettere e pubblicare i calendari delle gare, aumentando la prevedibilità del mercato e riducendo gli spazi per proroghe opache.
Sul fronte della mobilità elettrica, la legge introduce criteri esplicitamente pro-concorrenziali: le procedure comunali devono favorire la pluralità di operatori e, a parità di condizioni, privilegiare soggetti con una quota inferiore al 40% delle infrastrutture già presenti. Per l’amministrativista e l’esperto di concorrenza, si tratta di un chiaro esempio di regolazione asimmetrica finalizzata a prevenire posizioni dominanti locali.
4. Sicurezza dei prodotti: nuove fattispecie e compliance legale
Particolarmente rilevanti per i giuristi d’impresa e penalisti sono le modifiche in materia di cosmetici, biocidi e presidi medico-chirurgici. Vengono ampliate le ipotesi sanzionatorie e, in alcuni casi, penali, includendo anche l’uso non professionale in violazione delle condizioni autorizzative quando derivi un pericolo per la salute o l’ambiente.
Il legislatore rafforza così il nesso tra tutela del consumatore, sicurezza sanitaria e corretto funzionamento del mercato, aumentando l’importanza dei sistemi di compliance e di controllo interno delle imprese.
5. Sanità e accreditamento: concorrenza e continuità assistenziale
Nel settore sanitario, la legge interviene sulla revisione del sistema di accreditamento e degli accordi contrattuali con il Servizio sanitario nazionale. Il principio di concorrenza deve essere bilanciato con l’esigenza di garantire la continuità assistenziale, differenziando le procedure tra rinnovi e nuove richieste.
Questo equilibrio apre spazi di riflessione giuridica sul rapporto tra libertà di iniziativa economica, programmazione sanitaria e tutela dei diritti fondamentali, con possibili sviluppi anche sul piano costituzionale.
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