Le reti normative

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Nel contrapporsi tra la teoria del relativismo linguistico, per cui il linguaggio influenza il pensiero (ipotesi Sapir-Whorf), e la teoria universalistica, per cui i processi cognitivi e quindi il linguaggio sono gli stessi per tutto il genere umano (Chomsky), si è rivelato promettente l’approccio mediante la teoria delle reti che sembra confermare nella definizione dell’architettura del linguaggio l’approccio di sintesi proposto da Kay.

La struttura del linguaggio si fonda su una organizzazione per categorie che si legano fra di loro con delle relazioni di significato che mediante associazioni collegano proprietà diverse, vi sono in questa rete termini “ponte” che permettono di aumentare l’interconnessione necessaria alla navigazione, esistono termini che sono sinonimi con significato analogo accanto a parole polisemantiche indicanti oggetti e ambiti differenti, questa apparente ambiguità riveste una notevole importanza nella struttura della rete linguistica.

Si è osservato che nella dimensione estremamente contenuta della rete, in cui la distanza media di due termini non è maggiore di sette gradi, oltre all’esistenza di innumerevoli triangoli, tutti elementi che favoriscono la formazione e circolazione dei concetti (Sigman-Cecchi), la velocità è determinata dalla presenza di non molti super-connettori che creano enormi possibilità nel collegare strutture linguistiche altrimenti isolate, questi elementi sono stati individuati nelle parole polisemantiche necessarie nel creare discorsi intorno a concetti altrimenti sparsi, creando la possibilità di veloci coesioni logiche in un equilibrio tra poche ambiguità potenziali e infinite definizioni circoscritte.

La complessità del linguaggio si realizza su più livelli, in termini di raccordo non modulare tra l’informazione grammaticale e quella semantica si ché non vi è una separazione tra sintassi e semantica, è l’insieme che crea il senso risultato di un apprendimento esperienziale (Ina Bornkessel  e Matthias Schlesewsky), questa capacità di ricombinazione e associazione avviene attraverso la ricorsitività e la compositività, ossia la capacità di creare strutture linguistiche di dimensioni illimitate accompagnate dalla capacità di interpretare le relazioni insite nel contesto della frase dando ad esse un senso ulteriore rispetto alla semplice somma del significato delle parole (Chomsky), è tuttavia l’esistenza di pochi termini di uso frequente rispetto alla restante moltitudine di parole che permette di comunicare con un minimo sforzo (Zipf), combinando la precisione di una moltitudine di termini poco frequenti con l’ambiguità di pochi termini generici molto frequenti, a questo si sovrappone la capacità culturale dell’uomo che accelera i processi comunicativi e quindi interpretativi.

Su questa struttura linguistica generica si sovrappone una struttura linguistica specifica quale è quella tecnica normativa, vi è la necessità di un interloquire tra precisione ed elasticità, ossia capacità di adattarsi all’evoluzione sociale e culturale; la continua ricerca di definizione e categorizzazione viene ad incontrarsi con la necessità di adattamento alle varie ricombinazioni umane che si verificano nell’evoluzione, nella determinazione di un nesso causale occorre considerare lo sfondo delle aspettative teoriche (Geymonat) in cui si forma il paradigma che diventa la matrice disciplinare su cui costruire la discussione critica, finché l’evolversi del contesto non ne determina la crisi con la conseguente perdita delle precedenti intuizioni e pratiche (Kuhn), gli elementi categorizzati che determinano mediante la lente culturale il nostro punto di vista non sfuggono tuttavia a una certa causalità anarchica, nella ricombinazione di fatti e concetti in cui subentra alla logica deduttiva l’intuizione (Feyerabend).

E’ proprio la presenza di questi termini generici non altamente definiti che permette di legare secondo nuove necessità i termini giuridici estremamente definiti, vi è pertanto la necessità che nella rete vi siano snodi da definire volta per volta al fine di impedire la trasformazione della complessità nel caos in un espandersi all’infinito dell’interpretazione, questo avviene attraverso il doppio nodo dell’autorità calata nella cultura dominante, tutte le formule giuridiche utilizzate non fanno che evidenziare questo aspetto costituito dal rapporto tra logica e psicologia, all’affermazione auto assertiva del sé si affianca la necessità dell’integrazione evitando la netta separazione tra valori e fatti, la necessità di una sempre maggiore catalogazione e quindi definizione dell’evento giuridico viene adattato ai valori dominanti del contesto attraverso la flessibilità dei termini generici, le strutture rigide di dominazione e controllo delle gerarchie sociologiche umane si integrano nell’ordine a più livelli propri della natura (Capra).

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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