Le differenti comprensioni della complessità

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         Le organizzazioni sono sistemi sociali che producono senso, anche se singolarmente in termini retrospettivi attraverso la ricostruzione degli eventi passati e presenti, in termini tecnici la “costruzione del significato” (Weick). La società è pertanto composta da una rete elastica di giochi linguistici, capaci di connettersi fra loro per produrre nuove interrelazioni e nuovi sensi.
         Secondo la teoria generativa di Greimas il percorso generativo del senso prima che sul piano della manifestazione avviene su quello sottostante dell’immanenza in cui si stratificano il bacino dei valori, la narratività e la discorsività data dallo spazio, dal tempo, dai temi, dagli attori. Il combinarsi di questi elementi comporta il gioco delle significazioni soggiacenti (Floch).
         Dilthey afferma che è l’esperienza vissuta o rivivente che permette di cogliere la realtà storica nei suoi caratteri specifici, la realtà umana è qualcosa che si può comprendere solo dal di dentro.
         Il comprendere può essere inteso in varie sfaccettature, quale rapporto dell’oggetto con un valore determinato (Rickert), atto di proiezione di uno stato rappresentativo o volitivo della personalità (Simmel), o ancora quale spiegazione causale specifica tesa a riconoscere il nesso particolare fra determinati fenomeni (Max Weber).
         Da un aspetto puramente meccanicistico Scheler passa alla connessione con la vita emotiva, nega la proiezione delle esperienze interne dell’io nell’altro al fine del riconoscere e si rifà ai fenomeni di espressione quali rivelatori delle esperienze intime, non il ragionamento ma una percezione primitiva ci induce alla conoscenza; la comprensione si fonda su aspetti originari e solo successivamente sul ragionamento.
         Quanto detto implica che il comprendere si basa non su l’identità degli stati d’animo delle persone ma piuttosto sull’alterità, inoltre vi è un rapporto simbolico tra esperienze interne e la loro espressione che induce alla comprensione.
         Heidegger aggiunge alla sfera emotiva già individuata da Scheler la nozione di possibilità di un progetto o previsione che chiama visione considerandola essenziale all’Esserci, ossia all’esistenza umana. Spiegazione e comprensione vengono quindi identificate dalla nozione di possibilità.
         Vi è pertanto un forte riferimento alla fisica moderna in quanto prevale la probabilità sulla determinatezza.
         Come afferma Stevenson il significato emotivo, da affiancarsi al significato simbolico o descrittivo, è un significato nel quale risposta dell’ascoltatore e stimolo del parlatore non sono che un complesso di emozioni, infatti il significato è parte del concetto di comprensione.
         Da quanto finora detto emerge chiaramente che la complessità e il termine che lo denota non possono essere intese in termini identici presso le varie culture, sebbene vi siano elementi scientifici comuni di gestione della stessa essa, proprio perché riferita all’azione umana, presenta variabilità proprie di ciascuna cultura , significati e azioni differenti.
         Ciò che può essere complessità e difficoltà per uno, può avere una diversa valenza per un altro.
         Come afferma Church “Diremo che un nome denotanomina la sua denotazione ed esprime il suo senso. Meno esplicitamente possiamo parlare di un nome che ha una certa denotazione ed ha un certo senso. Del senso diciamo che determina la denotazione o è un concetto della denotazione” (Introduction to Mathematical Logic, 1956, par. 01).
         Ne consegue, che siamo sicuri di dare una corretta valutazione della complessità sociale ogni volta che affrontiamo un sistema? In altre parole, è veramente una complessità o piuttosto siamo noi che creiamo le difficoltà aumentando la caoticità? E’ il nostro agire concentrato su una visione personalistica, chiuso e incapace di una circolarità del pensiero a favorire un ulteriore stato di complessità? Tanti ego contrapposti e diffidenti, opachi nell’agire che nel creare stati differenti di complessità creano un’ utile foschia entro cui navigare, la complessità come occasione per perseguire interessi non esprimibili.
 
 
 
 
Bibliografia
 
 
·        S, Contesini, la produzione del senso nelle organizzazioni, Complexlab, 1997;
 
·        A. J. Greimas, Del senso , Bompiani, 1974;
 
·        A. J. Greimas, Del senso II, Narratività, modalità, passioni, Bompiani, 1998.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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