Lavoro pubblico, raggiunta l’intesa per la riforma

Redazione 07/05/12
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Nella giornata del 3 maggio è stata raggiunta l’intesa tra le organizzazioni sindacali e le parti datoriali pubbliche (Funzione pubblica, Regioni e Comuni) su un testo di protocollo concepito per rimodulare alcune componenti strategiche del lavoro pubblico. Nel documento si prevedono azioni di intervento sul piano normativo e contrattuale, che riguardano temi importanti per la pubblica amministrazione e per i lavoratori nell’ottica di favorire il diffondersi della cultura dell’ottimale organizzazione delle risorse, secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità.

Di seguito si illustrano i principali punti che interesseranno il cambiamento del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni.

 

Un nuovo modello di relazioni sindacali. Dovrà essere improntato alla definizione di criteri trasparenti e al coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nei processi di mobilità ex art. 33 D.Lgs. 165/2001. Viene inoltre condivisa un’azione d’intervento per il pieno riconoscimento del ruolo delle RSU nei luoghi di lavoro per l’individuazione, nell’ambito delle materie di informazione sindacale, di ipotesi di esame congiunto tra pubbliche amministrazioni e organizzazioni sindacali.

Semplificazione dei sistemi di misurazione, valutazione e premialità. Tali sistemi, unitamente al ciclo della performance, previsti dal D.Lgs. 150/2009, saranno oggetto di un’incisiva opera di razionalizzazione perseguita anche mediante il superamento della ripartizione dei dipendenti nelle fasce di merito di cui all’articolo 19 del medesimo decreto, prevedendo di conseguenza meccanismi atti ad assicurare la retribuzione differenziata in relazione ai risultati conseguiti.

Nuove regole riguardanti il mercato del lavoro pubblico. L’intervento normativo dovrà riguardare in particolare i seguenti punti: salvaguardare e rafforzare i principi costituzionali che regolano l’organizzazione degli uffici pubblici ed il reclutamento; confermare il principio del rilievo prioritario del lavoro subordinato a tempo indeterminato, quale «contratto dominante», e quale forma di rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche per far fronte al fabbisogno ordinario di personale; individuare e disciplinare le tipologie di lavoro flessibile utilizzabili nel settore pubblico per esigenze temporanee o eccezionali, con riferimento anche alle procedure di reclutamento e ai limiti di durata.

Sistemi di formazione del personale. Le Parti concordano sulla necessità che la formazione riacquisti una natura effettivamente funzionale volta ad incrementare la qualità e offrire a tutto il personale l’opportunità di aggiornarsi.

Dirigenza pubblica. L’intenzione manifestata nel protocollo d’intesa è quella di rafforzarne poteri e responsabilità al fine di garantirne una maggiore autonomia rispetto all’autorità politica. A tal fine si devono incrementare i poteri e le responsabilità dei dirigenti, garantendone una maggiore autonomia rispetto all’organo di indirizzo politico. Si reputa inoltre necessario, favorire la mobilità professionale e intercompartimentale dei dirigenti.

 

Al fine di attuare gli obiettivi del Patto il Governo promuoverà appositi provvedimenti normativi, anche attraverso l’emanazione di una delega, concordati con Regioni, Province e Comuni, nonché apposite direttive all’ARAN per le parti che possono essere attuate attraverso appositi accordi.

 

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