La proceduralizzazione del rapporto rischio – libertà

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            Di fronte alla volontà umana di vivere si erge il rischio della morte e della sofferenza che si vuole attualmente risolvere attraverso la sua negazione o esorcizzazione mediante la spettacolarizzazione, ma l’esperienza del nulla non può essere risolta con la doppia negazione non essendovi alcun positivo algebrico, né vi è una possibilità esperienziale se non come riflesso di una intersoggettività, la solitudine e il senso di angoscia che guardare il nulla comporta modifica nel rimanere nel mondo la percezione dello stesso, ma la paura diventa anche conservazione della propria singolarità, “soltanto ciò che è singolo può morire, e tutto ciò che è mortale è solo” (Rosenzweig), il timore determina una assunzione di responsabilità che supera la pura segmentazione temporale dell’Essere quale destino ( Heidegger).

            La logica è l’ambito della legalità conoscitiva che permane nel presente (Kant) cercando di riassumere in sé una probabile visione del futuro, raccogliendo al contempo l’essenza del passato nelle sue relazioni, la verità diventa un inveramento performativo in un presente imperativo, la verità risulta essere pertanto una verità nella verità in un continuo rimando (Rosenzweig), in cui distinguere una verità oggettiva data dalle relazioni tra enti da una soggettiva nella quale vi è una valutazione delle relazioni; nell’economicismo inteso quale moderna valutazione dell’efficienza dell’Essere si tende a oggettivare la valutazione in termini numerici restando tuttavia soggettiva la valutazione etica ed effettiva, il valore risulterà pertanto sia un valore numerico quantificato ma anche affettivo ed etico, nel tentativo di rapportare il valore affettivo ad un valore quantitativo si ha di fatto una valutazione soggettiva, quindi personalistica in termini circolari.

            L’uomo nel negare la morte ed il dolore, quindi il rischio che l’esistenza comporta, viene indotto ad aumentare il controllo attraverso una proceduralizzazione del vissuto sociale, l’Essere è riassunto in una serie di procedure che permettono il controllo della complessità crescente del circuito tecno-sociale; il rischio respinto dal sociale viene reinventato in termini economici e ludici, commercializzato, quale elemento privato di guadagno e controllo, il rischio viene quindi negato socialmente anche in termini giuridici con il circuito dell’accrescersi dei diritti individuali e la pretesa risarcitoria nel suo realizzarsi, si crea il mercato del rischio negato fino alla sua possibile paralisi, lo stimolo iniziale nella proclamazione e tutela del diritto nel compiersi, raggiunto un determinato punto qualitativo della curva di Laffer crolla in una inefficacia, premessa per l’inefficienza.

Essendo l’esistere proceduralizzato la verità diventa una procedura da valutare nella sua violazione, la procura è temporalizzazione che permette di misurare e quindi raffrontare eventi che si perderebbero , è una cronologia che permette di ricreare e fissare il passato per progettare un futuro, creando la memoria e su questa il mercato e l’obbligo, la proceduralizzazione viene a deresponsabilizzare da un punto di vista etico, si è responsabili dell’efficienza procedurale ma non dei risultati etici esternalizzati, l’annichilimento dei diritti attraverso l’abuso del diritto proclamato avviene con l’estremizzazione dello stesso, nella ricerca dell’assoluto mercantile nel quale la qualità sostanziale nel suo utilizzo diventa pura quantità, se pertanto vi è la ricerca dell’utile nella perdita economica di chi innesca il sistema vi è il riequilibrio, in una corresponsabilità sia di colui che progetta che di colui che esegue.

Jaspers vede una possibilità nel distinguere tra “Essere oggetto”, in cui vi è la conoscenza, dove vi è una libertà e verità puramente procedurale, “Essere io”, in cui vi è l’esistenza, dove la libertà è interprocedurale e la verità puramente soggettiva, infine nell’ “Essere in sé”, dove prevale il pensiero metafisico, in un sistema sociale complesso la libertà risulta nella scelta che il singolo può effettuare entro le procedure previste, ma la libertà consiste anche nel creare assemblando in termini nuovi elementi già esistenti, per la necessità del controllo si proceduralizza nella ricerca di un equilibrio in stabilità, sicurezza, servizi ed efficienza economica, attraverso le procedure si ottiene la libertà oggettiva misurabile e raffrontabile, la libertà soggettiva rimane negli interstizi procedurali tanto pubblici che privati, se nell’oggettività collettiva si incontrano libertà e verità, nel soggettivo diventano fede.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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