La Federazione Russa e i rapporti commerciali stranieri: la disciplina giuridica

Piras Andrea 22/09/11
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Le attività commerciali internazionali nella Federazione Russa si basano su otto principi1:

  1. l’unità della politica sugli investimenti esteri;

  2. il controllo unitario del commercio con l’estero;

  3. il controllo unitario sulle attività di export;

  4. l’unitarietà del sistema doganale;

  5. la priorità riconosciuta alle misure economiche destinate a regolare il commercio con l’estero;

  6. la non discriminazione dei partecipanti alle attività di commercio internazionale, in quanto gli operatori economici di questo settore si vedono riconosciuti una posizione paritaria;

  7. la tutela statale degli interessi dei partecipanti al commercio estero;

  8. l’esclusione di interferenze ingiustificate da parte dello Stato e dei suoi organi.

 

Durante il periodo della presidenza di Putin e Medvedev, e sino alla crisi del 2008, si sono presentate molteplici opportunità per gli investimenti stranieri in Russia2.

La favorevole situazione politico-economica che si è presentata, soprattutto nel 2007, oltre ad aver attirato importanti investimenti stranieri, ha anche comportato che gli stessi imprenditori russi preferissero gli investimenti domestici a quelli esteri3.

La maggior parte degli investimenti stranieri sono stati destinati al settore energetico. Successivamente, a seguito della recessione globale, il governo russo ha adottato una serie di misure restrittive, soprattutto in ambito agricolo4, e ha esercitato pressioni sulla compagnia Shell affinché abbandonasse il progetto Sakhalin II e sulla British Petroleum perché lasciasse la gestione della joint venture TNK-BP5.

Questi segnali inviati dal governo russo, combinati con un sistema legale poco favorevole agli imprenditori stranieri, hanno comportato un calo di entusiasmo da parte degli investitori esteri6.

A partire dal 2008, la Federazione Russa ha adottato delle modifiche alla precedente legge sugli investimenti stranieri del 19997, che limitano tali investimenti in aree considerate strategiche, come quella del settore energetico.

La legge sugli investimenti stranieri, tuttavia, fornisce delle indicazioni di principio, perciò questa deve essere, necessariamente, letta accanto ad altre fonti normative8.

La legge del 1999 definisce gli investimenti esteri come un contributo di capitale straniero ad una attività imprenditoriale svolta sul territorio della Federazione Russa9. Sono, tuttavia, esclusi da questa definizione gli investimenti alle banche, alle organizzazioni non-profit, e alle compagnie di assicurazioni.

L’investimento estero può consistere nel versamento di denaro, nel trasferimento di diritti di proprietà (compresa la proprietà intellettuale), in servizi o informazioni10.

La legge del 1999 stabilisce, inoltre, che gli investitori esteri possono essere tanto persone fisiche, con cittadinanza di altro Paese, quanto persone giuridiche straniere, e soggetti stranieri non dotati di personalità giuridica,11.

Trattamenti di favore sono previsti per due forme di investimenti: investimenti stranieri diretti ed investimenti stranieri prioritari.

Per investimenti stranieri diretti si intendono l’acquisto di capitale di una società russa, per un ammontare di almeno il dieci per cento del valore del capitale della società stessa, o di una contribuzione di capitale dello stesso ammontare a favore di una società russa di nuova creazione, o la medesima contribuzione alla filiale di una società straniera in Russia12.

Gli investimenti stranieri prioritari si qualificano come investimenti per un valore totale di almeno un miliardo di rubli, o investimenti diretti di almeno cento milioni di rubli nel capitale di una società in Russia13.

Gli imprenditori e gli investitori stranieri possono anche creare delle proprie società in Russia, o partecipare a società russe preesistenti. Gli imprenditori stranieri hanno la possibilità di selezionare una delle forme societarie previste dal codice civile russo, così come possono creare, in Russia, un ramo o una filiale della loro società. Se l’imprenditore straniero desidera costituire una società in Russia, dovrà rispettare le forme previste dal diritto commerciale e civile russo. Laddove, invece, volesse aprire un ramo d’azienda o una succursale, l’imprenditore straniero deve registrarsi presso l’apposita agenzia federale incaricata di coordinare gli investimenti stranieri in Russia14.

Le principali forme di organizzazione dell’attività imprenditoriale straniera in Russia sono, in definitiva: la società a partecipazione straniera, la filiale, l’ufficio di rappresentanza15.

La società a partecipazione straniera richiede, come si è detto, la scelta tra una delle forme societarie previste dal codice civile russo. La forma societaria, oggi, più utilizzata per le Joint Venture nella Federazione Russa è quella della società per azioni chiusa16. A ben vedere, per altro, la legge Russa non fornisce una vera e propria qualificazione di Joint Venture17. In via generale si deve intendere la Joint Venture come una struttura che coinvolge due o più entità indipendenti che decidono di cooperare per la realizzazione di uno specifico progetto. Se di base risulta vero che la legge russa, oltre a non dare specifica definizione di Joint Venture, non indica particolari restrizioni alle attività che la Joint Venture può svolgere, è anche vero che vi sono delle limitazioni agli investimenti stranieri che portano, spesso, a creare Joint Venture offshore18. In questa maniera vengono a crearsi delle strutture di “holding straniera”, per cui le risorse della Joint Venture in territorio russo vengono controllate dall’esterno della Federazione Russa.

Questo tipo di situazione si concretizza, di solito, prima della chiusura dell’accordo di Joint Venture. I soci della Joint Venture trasferiscono le loro quote di partecipazione ai soci della “holding”, così i soci della Joint Venture, a loro volta, diventano soci della “holding”. In questo modo, i soci della Joint Venture diventano soci indiretti, potendo godere del regime fiscale tendenzialmente più favorevole di un altro Paese, ma rispettando le regole di partecipazione indiretta nella Federazione Russa19.

La filiale, invece, è una divisione dell’impresa straniera dotata di piena, o parziale, personalità giuridica20.

L’ufficio di rappresentanza è una divisione dell’impresa straniera priva di personalità giuridica21.

Queste ultime due forme di organizzazione imprenditoriale devono essere accompagnate da un accreditamento presso la Camera di Registrazione del Ministero della Giustizia della Federazione Russa, tale accreditamento opera anche per la registrazione degli uffici di rappresentanza e filiali22.

Per gli uffici di rappresentanza l’accreditamento ha valore di uno o due anni, mentre per le filiali l’accreditamento può valere per un periodo che oscilla da uno a cinque anni. Risulta sempre possibile ottenere la proroga dell’accreditamento decorsi i termini in questione.

L’accreditamento non risulta essere un vero e proprio obbligo generalizzato, infatti è richiesto solo in alcuni territori del Paese. Tuttavia le autorità amministrative locali potrebbero, in ogni caso, non riconoscere gli uffici di rappresentanza e le filiali prive di accreditamento23.

L’accreditamento, inoltre, conferisce vantaggi come l’esenzione dall’IVA per le spese di affitto dei locali e per le spese di alloggio del personale straniero24.

Le filiali e le rappresentanze straniere in Russia possono, inoltre, scegliere quali norme contabili applicare ai loro bilanci. Esse possono, infatti, adottare le norme contabili presenti nella Federazione Russa, o applicare le norme del proprio Paese di origine, purché non contraddicano i parametri degli International Accounting Standards25.

La scelta a favore delle norme contabili russe consente anche il mantenimento di una duplice contabilità: una nel rispetto delle norme russe, una nel rispetto delle norme nazionali della filiale o rappresentanza26.

La legge sugli investimenti esteri del 1999 prevede, inoltre, degli incentivi per attirare investitori stranieri in Russia. Tra questi si ricordi la possibilità di partecipare ai processi di privatizzazione, il diritto di rimpatriare i capitali frutto dell’attività commerciale svolta in Russia e la possibilità che le autorità locali possano garantire benefici, garanzie o supporto finanziario alle imprese straniere27.

La legge sugli investimenti, per altro, prevede una regola di “stabilizzazione” che protegge gli investitori stranieri dalle eventuali modifiche legislative28. Tale regola di stabilizzazione si applica solo alle attività commerciali, il cui capitale è per almeno il 25% di proprietà di investitori stranieri, ed ai progetti di investimenti prioritari. La stabilizzazione opera per un periodo massimo di sette anni. Nel caso, però, in cui si considerino investimenti destinati alla creazione di infrastrutture particolarmente costose con periodi di recupero superiori a sette anni, il Governo può estendere la regola di stabilizzazione.

La legge russa, inoltre, garantisce agli investitori ed imprenditori stranieri anche una tutela contro l’espropriazione. In via generale, una prima forma di protezione è approntata dalla Costituzione russa, che consente il ricorso all’espropriazione solo per soddisfare necessità statali ed a condizione che vi sia un’equa compensazione29.

Il codice civile russo, a sua volta, prevede una forma di tutela in caso di nazionalizzazione, per cui lo Stato deve corrispondere al soggetto espropriato il valore intero dei beni soggetti a nazionalizzazione e il valore delle eventuali perdite30.

La legge sugli investimenti esteri del 1999 prevede, a sua volta, delle garanzie contro l’espropriazione degli investimenti stranieri, che si accostano a quanto generalmente previsto dalla Costituzione e dal codice civile russo31.

La legge sugli investimenti esteri, però, stabilisce che la proprietà di investitori stranieri non possa essere oggetto di nazionalizzazione e non possa essere requisita o confiscata, se non nel rispetto della legge o dei trattati internazionali32. Anche qualora la legge consentisse la nazionalizzazione, l’investitore straniero ha diritto ad essere compensato del valore della proprietà nazionalizzata e di eventuali perdite33.

Da ultimo si tenga presente che, allo scopo di attirare maggiori investimenti da parte di imprenditori stranieri, il Governo russo ha creato delle zone economiche libere. Tali zone godono di un regime di favore, in quanto le modalità di registrazione sono semplificate e le tasse sono ridotte rispetto agli altri territori della Federazione Russa34.

Delle 18 zone economiche libere che sono state create, attualmente solo due di queste, Kaliningrad e Nakhodka, operano su vasta scala35.

1 W. Butler, Russian law, Oxford University press, 2a edizione, 2003, Oxford, p. 646.

2 W. Burnham, P. Maggs e G. Danilenko, Law and legal system of the Russian Federation, Juris Publishing, 4a edizione, 2009, New York, p. 476. Si veda anche V. Kvint, Russia’s surging economy, su www.forbes.com, 8 gennaio 2008. L’autore sottolinea come la politica economica adottata da Putin dopo il 2007 ha avuto, in un primo momento, un effetto contrario. Risulta, però, vero che, considerando gli investimenti stranieri nella Federazione Russa in senso cumulativo, si è registrato un aumento del 55% degli stessi.

3V. Kvint, Russia’s surging economy, cit. Questo fenomeno ha anche comportato un forte stimolo alla crescita economica e alla creazione di nuovi posti di lavoro.

4Si veda Ben Aris, Russia reacts to recession with protectionism, su www.businessneweurope.eu, 15 dicembre 2008.

(http://www.bne.eu/story1402/Russia_reacts_to_recession_with_protectionism).

5Per una più approfondita analisi si veda l’articolo di A. Osborn, Shell cedes control of Sakhalin-2 as Kremlin exerts its iron fist, in The Indipendent, 12 dicembre 2006, e J. Bush, A new start for TNK BP, in Business Week, 4 settembre 2008.

6W. Burnham, P. Maggs e G. Danilenko, Law and legal system of the Russian Federation, cit., p. 475. Si veda anche H. Schmitt, Joint Venture in the Russian Federation, Joint Ventures in Europe, capitolo 10, Tottel Publishing, 2008.

7Legge 160-FZ, 1999. Modificata il 29 aprile 2008.

8In primo luogo deve essere considerata assieme al codice civile della Federazione Russa. In secondo luogo devono anche considerarsi normative più specifiche inerenti all’ambito tributario e commerciale.

9Articolo 2 della legge 160-FZ, 1999.

10Articolo 2, paragrafo 2, della legge 160-FZ, 1999.

11Articolo 2, paragrafo 1, della legge 169-FZ, 1999.

12Articolo 2, paragrafo 3, legge 160-FZ, 1999.

13Articolo 2, paragrafo 5, legge 160-FZ, 1999.

14Sull’obbligo di registrazione anche per le società e gli imprenditori stranieri, si confronti H. Oda, Russian commercial law, Kluwer International, 2002, The Hague., pp. 98-99.

15M. Conserva, Russia: commercio internazionale e investimenti esteri, Ipsoa, 2007, Lavis, pp. 193-194.

16H. Schmitt, Joint Ventures in Russia, cit. In merito alla presenza delle Joint Ventures in Russia si veda anche H. Oda, Russian commercial law, cit., p. 234.

17A partire dal 1987, il termine Joint Venture indicava, genericamente, qualsiasi tipo di entità commerciale creata da soggetti occidentali e soggetti dell’URSS. Si veda H. Schmitt, Joint Ventures in Russia, cit.

18H. Schmitt, Joint Ventures in Russia, cit.

19H. Schmitt, Joint Ventures in Russia, cit.

20M. Conserva, Russia: commercio internazionale e investimenti esteri, cit., p. 194.

21W. Butler, Russian law, cit., p. 653.

22M. Conserva, Russia: commercio internazionale e investimenti esteri, cit., p. 193.

23M. Conserva, Russia: commercio internazionale e investimenti esteri, cit., p. 193.

24M. Conserva, Russia: commercio internazionale e investimenti esteri, cit., p. 193. Si consideri, comunque, che le società straniere che hanno una rappresentanza nella Federazione Russa sono tassate tanto per i profitti derivanti dalle loro attività, quando per il possesso, uso e proprietà dei beni che, in Russia, appartengono alla rappresentanza stessa. H. Oda, Russian commercial law, cit., p. 330.

25M. Conserva, Russia: commercio internazionale e investimenti esteri, cit., p. 194. Gli International accounting standards sono dei principi contabili previsti a livello internazionale dall’International accounting standards comittee, allo scopo di omogeneizzare le regole contabili dei vari Paesi (www.iasb.org).

26 Si veda la legge 129-FZ, 1996.

27Articolo 17 della legge 160-FZ, 1999. In merito alle tutele previste a favore degli investimenti stranieri, si veda anche W. Butler, Russian law, cit., pp. 634-638.

28Articolo 9, legge 160-FZ, 1999. La regola di stabilizzazione non protegge l’imprenditore e l’investitore straniero dalle modifiche relative ai dazi per scopi di protezione della economia russa, dalle modifiche relative alle somme che devono essere obbligatoriamente versate al fondo pensione, e, più in generale, da modifiche che coinvolgano la stessa Costituzione russa.

29Articolo 35, Costituzione della Federazione Russa.

30Articolo 235, codice civile russo.

31Si vedano gli articoli da 6 a 15 della legge 160-FZ, 1999. Si confronti anche W. Burnham, P. Maggs e G. Danilenko, Law and legal system of the Russian Federation, cit., p. 481. Secondo gli autori le tutele approntate dalla legge 160-FZ, 1999, non sembrano aggiungere particolari novità a quanto già generalmente previsto nella Costituzione e nel codice civile russo.

32Articolo 8, legge 160-FZ, 1999.

33Articolo 16 legge 160-FZ, 1999.

34W. Butler, Russian law, cit., p. 639. La riduzione delle tasse applicate nelle zone economiche libere, tuttavia, non può essere inferiore al 50% delle tasse applicate negli altri territori della Federazione. Si confronti anche W. Burnham, P. Maggs e G. Danilenko, Law and legal system of the Russian Federation, cit., pp. 484-485.

35W. Butler, Russian law, cit., p. 641. La particolare disciplina della zona di Kaliningrad è contenuta nella legge 13-FZ, 1996.

Piras Andrea

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