L’IMU 2012 scopre le carte

Redazione 21/05/12
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Circolare con i chiarimenti sull’imposta: aliquota agevolata solo per una pertinenza, sconto per i figli anche se non fiscalmente a carico

Giuseppe Manfredi  

L’Imu scopre le carte: con la circolare n. 3/DF diffusa venerdì scorso dal Dipartimento delle finanze si chiariscono alcuni punti della normativa del tributo rimasti oscuri. Per la casa di abitazione, una sola a famiglia, si parte a giugno con l’aliquota di base del 4 per mille. Stessa imposta con “sconto” anche sulle pertinenze (box, cantine o tettoie) ma varrà per solo uno di questi immobili a categoria. Se dunque i garage o le cantine di proprietà sono due o di più l’agevolazione riguarderà solo uno degli stessi. Un solo sconto anche a famiglia. Non si potrà far valere il fatto che i coniugi siano residenti in case diverse per avere il doppio sconto. Sull’abitazione dove risiede normalmente la famiglia varrà l’aliquota per la prima casa, mentre sull’altra si dovrà pagare la più onerosa tassa riservata alle seconde abitazioni. Questo discorso non vale però se i coniugi abitano in due Comuni differenti. ‘In tale ipotesi – si spiega nella circolare – il rischio di elusione della norma è bilanciato da effettive necessità di dover trasferire la residenza anagrafica e la dimora abituale in un altro Comune, ad esempio, per esigenze lavorative. L’amministrazione finanziaria è stata di manica larga con le detrazioni legate ai figli sotto i 26 anni: ai 200 euro di detrazione per la casa di abitazione si possono aggiungere 50 euro a figlio, fino a 400 euro, considerando dunque fino a otto figli. E sempre a tal proposito, di rilievo la precisazione relativa allo stato “fiscalmente a carico” dei figli. Per poter usufruire della maggiorazione per i figli non è infatti richiesto che questi siano fiscalmente a carico, poiché le uniche condizioni richieste dalla legge sono che i figli abbiano un’età non superiore a 26 anni e che dimorino abitualmente e risiedano anagraficamente nell’abitazione principale. Su un altro dei punti caldi della normativa, quello relativo ai terreni agricoli, la circolare n. 3 specifica che sono esenti dall’Imu i terreni classificati montani o parzialmente montani di cui all’elenco dei comuni italiani predisposto dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) rinvenibile su www.istat.it. Ai fini dell’esenzione è sufficiente che il fabbricato rurale sia ubicato nel territorio del comune ricompreso in elenco, indipendentemente dalla circostanza che il comune sia parzialmente montano; i terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina delimitate ai sensi dell’art. 15 della legge 27 dicembre 1977, n. 984 (l’elenco è contenuto nella circolare n. 9 del 14 giugno 1993). Quanto alle scadenze, il primo appuntamento è fissato al 18 giugno. Le indiscrezioni di stampa per le quali il termine potrebbe essere rinviato non trovano al momento conferme. Un rinvio creerebbe problemi di gettito – fanno notare addetti ai lavori – e la necessità di ricalendarizzare le rate.
Intanto il Tesoro conta di incassare a giugno i primi 10 miliardi dei 21 complessivi attesi dall’Imu e quindi di non dover rimettere mano alle aliquote per il saldo di metà dicembre. Lo ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, che conferma anche che l’impatto della nuova imposta municipale unica, la riedizione dell’Ici, sarà modesta: mediamente 200 euro a famiglia. Rivedere le aliquote a dicembre “è un’ipotesi che preferisco non considerare – dice Ceriani – perché verremmo criticati moltissimo sia se le abbassiamo, sia se le alziamo. Ci accuserebbero di voler prendere troppo”. Ma Cgil, Cisl e Uil partono comunque all’attacco e chiedono di aumentare di 400 euro le detrazioni per redditi da lavoro e pensione entro 55mila euro e abolire l’Imu su prime case non di pregio per famiglie con un solo immobile. Ma secondo il Tesoro l’impatto non sarà così dirompente e dal punto di vista degli adempimenti “non ci sarà niente di sconvolgente”, dice Ceriani. E i problemi dei comuni e degli imprenditori agricoli sono diversi da come prospettati. Ad esempio per quanto riguarda i comuni che lamentano meno entrate con l’Imu Ceriani spiega: nel passaggio dall’Ici all’Imu i comuni ci guadagneranno 3 miliardi. Le minori risorse lamentate dai comuni dipendono dall’effetto delle manovre di correzione dei conti e quindi dai tagli ai trasferimenti. E l’ammanco lamentato dai comuni? “L’attendibilità del dato è assolutamente dubbia”, replica il sottosegretario. Inoltre la quota di Imu che andrà allo Stato (9 miliardi sui 21 previsti) “è molto simile come importo al fondo di riequilibrio dello stesso Stato per comuni e province”. Quindi questi 9 miliardi “servono proprio a finanziare lo stesso comparto. Sono cifre molto vicine”. Ma l’Anci contrattacca: il governo “non deve stupirsi”, dice il presidente Graziano Delrio ribadendo “di non essere d’accordo con il governo. Ma questo è un dibattito che è ormai in corso da mesi. Speriamo di sbagliarci”.

(tratto da www.lagazzettadeglientilocali)

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