L’effetto tunnel quale limite alla dispersione organizzativa

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La confusione è fonte di speranza e di conoscenza in quanto causa della ricerca
 
         La strategia umana, ma in realtà di qualsiasi essere vivente, ai fini della sopravvivenza può essere o individualistica o collaborativa. I benefici della seconda che permette di sfruttare le sinergie organizzative è evidente per qualsiasi osservatore, ma è altrettanto evidente che intervengono spinte individualiste tese a sottrarre parassitariamente risorse all’organizzazione mediante l’inganno, questa sarà una strategia potenzialmente vincente fintanto che non prevalga nella collettività portando alla paralisi e quindi alla morte dell’organizzazione stessa.
         Necessita pertanto l’impostazione di strategie atte a smascherare gli inganni e le truffe, spingendo a perfezionare il funzionamento dell’organizzazione stessa; l’ulteriore necessità sempre presente di un coordinamento atto a impedire il caos comporta la nascita di una leadership, sufficiente con le sue azioni a condizionare l’intero gruppo, che dovrà comunque essere controbilanciata perché non vi sia la sua degenerazione in un autoritarismo autocratico, a favore di pochi e a danno di molti.
         L’organizzazione di per sé tende ad espandersi assorbendo energia fino ad essere limitata ed integrata in altre strutture esterne, oppure per limiti interni informativi che portino all’entropia della struttura, ossia ad una distribuzione non ottimale delle risorse.
         Sia l’organizzazione che le regole che la sottendono sono espansioni nello spazio , ma considerando l’ordinamento giuridico come una proiezione bidimensionale della struttura organizzativa questo potrà essere originariamente visto come un’esplosione simultanea dello spazio giuridico senza un centro preciso, entro cui vi saranno espansioni e contrazioni di successivi settori giuridici nello spazio, mondi nuovi che verranno a formarsi, eventi diversamente interpretati a seconda del momento.
         L’inflazione dell’ordinamento comporta una fluttuazione di densità prevedibile in base alla storia dell’espansione stessa, in altre parole le modalità di espansione delle forme applicative attuate mediante le interpretazioni su fratture iniziali della norma daranno luogo a variazioni di densità progressivamente prevedibili, le cui tracce sono date dai filoni interpretativi. Si avrà il passaggio da campi scalari a campi vettoriali singoli, nei casi specifici applicativi della norma.
         Nella realtà al fine di superare questo effetto di vertigini che l’espansione improvvisa dello spazio giuridico comporta, si cerca di definire centri iniziali fornendoli di interpretazioni di tempo lineari, circostanza che in realtà non sussiste, vi è piuttosto una convettività dell’azione interpretativa e del tempo.
L’espansione non riguarderà solo il sistema giuridico nel suo complesso o settori dello stesso ma anche la singola norma, fonte di continui eventi giuridici.
Quanto finora detto comporta un’infinità dello spazio, che per quanto si tenda a contrarre codificando resta infinito, una proiezione della crescente complessità organizzativa in atto, un correre per restare immobili, questo d’altronde comporta che la capacità cogente della norma si perde con la sua espansione, ossia maggiore è l’applicazione e maggiore è la sua frantumazione.
         Dobbiamo considerare che l’espansione è un contesto all’interno del quale si costituiscono strutture semplici che si evolveranno in strutture complesse nel corso del tempo.
         Le norme d’altronde non ci permettono di vedere o immaginare altre realtà essendo legate alle dimensioni da cui sono nate, esse sono l’espressione della realtà codificata, solo gli eventi quali manifestazioni derivanti da altre realtà daranno contezza dell’esistenza di altri spazi organizzativi, nuove realtà elaborative di informazioni non altrimenti intercettabili. D’altronde la stessa norma varia in modo diverso in ogni punto dello spazio, avremmo bisogno pertanto di tenere traccia del modo in cui avviene il passaggio anche se di fatto vi è un fluttuare piuttosto improvviso, caotico.
         Abbiamo evidenziato all’inizio della presente nota le due possibili strategie impostate per la sopravvivenza, queste in realtà non sono alternative bensì si integrano fra loro mantenendo un difficile equilibrio, necessario per sostenere la libertà all’interno dell’organizzazione che altrimenti potrebbe collassate su se stessa in termini di capacità elaborative.
Più aumenta il numero dei membri e più crescono le probabilità di incroci favorevoli atti ad accrescere le capacità di adattamento della specie, ma parallelamente si espande la complessità di cui si tenta la regolamentazione normativa. Questo comporterà la possibile dispersione delle capacità elaborative ed il conseguente blocco per sovraccarico elaborativo o più semplicemente informativo, interviene l’effetto tunnel per cui l’attenzione si concentra solo sugli aspetti prossimi alla sopravvivenza, circostanza che da una parte limita le nostre capacità osservative ma dall’altra ci permette di sopravvivere in termini finalizzati alla continuazione della specie e quindi delle organizzazioni su cui la specie stessa poggia.
         Possiamo vedere tutto questo in termini di feed-back, l’effetto tunnel non è altro che il correttivo negativo di stabilizzazione del sistema il quale altrimenti andrebbe in un ciclo di auto-catalisi, con una crescita esponenziale catastrofica.
         Lo stesso concetto riportato nell’ordinamento giuridico fa si che l’attenzione verso settori limitati, da differenziarsi dalla coscienza, sia funzionale al sistema, permettendo la specializzazione, in realtà l’analisi complessiva del sistema appartiene a pochi in quanto può portare al blocco del sistema per dispersione dell’elaborazione, l’eccesso dell’informazione non viene ottimizzata.
 
 
 
Bibliografia
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( Vedere anche sul web ComplexLab. Com – Sez. Teoria del diritto e complessità)

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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