L’applicazione del capitolo VII della carta delle Nazioni Unite contro il Governo libico

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1.- Il progetto di risoluzione, di cui tratto più avanti, presentato dai governi francese, libanese e britannico ai 15 membri che compongono il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – possibilità di utilizzare l’azione coercitiva armata, secondo il Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite – chiedevano una cessazione immediata degli attacchi contro la popolazione civile e presentavano la richiesta al regime di Gheddafi di adottare ogni misura al fine di proteggere i cittadini e soddisfare i loro bisogni essenziali, consentendo il passaggio rapido e senza inibire l’assistenza umanitaria. Questo fine di prestare soccorso e protezione ai civili viene ribadito ad ogni livello di intervento.

La risoluzione include una serie di strumenti, come, ad esempio, la messa in essere di una no fly zone. È possibile, comunque, constatare, in questa bozza risolutiva, il rafforzamento dell’embargo sulle armi in acque internazionali, un’azione di assistenza umanitaria e di protezione di cittadini coordinata dalla Lega araba, il congelamento di tutti i beni e risorse economiche dell’entourage del rais libico, il divieto dei voli commerciali da e verso il territorio libico, ad eccezione di quelli autorizzati, l’estensione dell’elenco dei soggetti privati interdetti di spostamento o di cui i beni sono congelati, la messa in opera di un equipe di esperti.

La risoluzione determina l’istituzione di un’interdizione di tutti i voli nello spazio aereo della Libia. Autorizza gli Stati membri delle Nazioni Unite ad adottare ogni utile misura per rendere concreta questo divieto e prevenire gli attacchi aerei contro la popolazione inerme. Ogni Stato e le organizzazioni regionali, come la NATO, L’UE, la Lega araba, ecc., sono chiamati a prestare ogni assistenza. Gli Stati interessati sono in dovere di informare il Segretario Generale delle Nazioni Unite come pure quello della Lega araba. Una serie di voli possono essere effettuati, purché abbiano come fine quello umanitario, quello di evacuazione dei cittadini stranieri presenti sul territorio libico e i voli effettuati dagli Stati che agiscono sotto il mandato delle Nazioni Unite.

L’embargo sulle armi, già enunciato nella risoluzione n.°1970, è molto aspra. Gli Stati membri possono ispezionare tutte le navi e aeromobili, che sono destinati verso la Libia o che provengono da essa, sul loro territorio – compreso porti ed aeroporti – ed in alto mare, se sono in possesso di informazioni che questo trasporto serva per aggirare l’embargo. Sempre il Consiglio di Sicurezza autorizza gli Stati membri ad utilizzare ogni misura che si adatti alle circostanze per effettuare tali ispezioni e chiede di fare un coordinamento circoscritto tra loro e il Segretario Generale delle Nazioni Unite.

È la Lega araba che, assieme agli altri Stati, si è impegnata ad adottare tutte le misure necessarie per proteggere i civili e mettere a disposizione l’assistenza umanitaria. Inoltre, tutti i voli commerciali libici, inclusa la compagnia aerea Libyan Air, viene interdetta come il decollo, l’atterraggio e il sorvolo sul proprio territorio, tranne se il volo non sia stato autorizzato dal commissione delle sanzioni.

2.- Il testo della risoluzione, che porta il numero 1973, che impone misure di coercizione armata contro la Libia è stata adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con 10 voti a favore e 5 astenuti. E riprende l’essenziale delle disposizioni previsti nella bozza di risoluzione presentata dalla Francia, dalla Gran Bretagna e dal Libano, di cui si è dato qualche elemento come la no fly zone, la protezione dei civili, il divieto dei voli libici, l’estensione del congelamento di tutti i beni economici della Libia, il comitato di esperti.

Per no-fly zone – zona di interdizione al volo – si intende una porzione di cielo sovrastante un territorio che, mercé un continuo pattugliamento aereo viene sottratta per un certo tempo al “sovrano territoriale” – in questo caso lo Stato libico – per impedire tutte le attività di volo generata all’interno dell’area sottostante. Nel caso della Libia, serve ad impedire al colonnello Gheddafi l’uso dell’aviazione per reprimere i rivoltosi, distruggere i depositi caduti nelle loro mani e danneggiare le fonti delle risorse petrolifere.

Dopo un veloce paragone con la bozza della risoluzione, poi approvata dalle Nazioni Unite, quattro elementi sono stati inseriti nel testo finale della risoluzione 1973:

  • tenendo in considerazione nel sottolineare che il divieto di tutti i voli nello spazio aereo dello Stato libico rappresenta un elemento fondamentale per la protezione dei civili così come la sicurezza del supporto dell’assistenza umanitaria e un passo decisivo per la cessazione delle ostilità sul territorio libico;

  • Un appello ad un cessate il fuoco immediato e la fine completa e non più solo immediata, della violenza e di tutti gli attacchi ed abusi contro la popolazione civile;

  • La necessità di intensificare gli sforzi per trovare una soluzione alla crisi, rispondendo alle richieste del popolo della Libia;

  • Il capitolo sulla protezione dei civili è ribadito e riscritto. Continua ad autorizzare ciascuno Stato membro ad adottare tute le misure necessarie per proteggere i civili sotto la minaccia di un attacco in Libia, in particolare Bengasi. Ciò non include una forza di occupazione straniere sotto qualche forma o parte del territorio libico quale che sia. È il punto importante che è nuovo e soddisfacente sia per la Lega araba che per la Russia, al fine di evitare un teatro simile all’Afghanistan.

Il testo di questa risoluzione delinea un ruolo chiave della Lega araba, ma sotto una forma diversa, riconoscendo un importante ruolo nel quadro relativo al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale della regione e chiede agli Stati membri della Lega araba di collaborare con gli altri Stati membri delle Nazioni Unite per la messa in atto di questa protezione della popolazione civile.

Paccione Giuseppe

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