Impianti trattamento rifiuti: allineamento al target europeo

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Come riporta il quotidiano Il Sole 24 ore, per parlare del gap che spacca in due l’Italia nella gestione dei rifiuti, basterebbe vedere quale sia la differenza tra la Tari o tassa sui rifiuti pagata al Sud da un nucleo familiare di tre persone per una casa di 100 metri quadri e il corrispettivo pagato al Nord da una famiglia con le stesse caratteristiche.
Pari a 368 Euro contro 278.
La colpa andrebbe attribuita a una gestione molto frammentata e a un forte deficit di impienti, principalmente al Sud.
A parte questo, per allinearsi ai target Ue, che impone l’avvio a riciclo entro il 2025 di almeno il 55% dei rifiuti urbani e lo smaltimento in discarica sino a un massimo del 10% entro il 2035, al netto delle misure finanziate dal Pnrr, mancano tra i 6 e i 7 miliardi di euro.

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Indice

1. Il rapporto annuale rifiuti


Il rapporto annuale sul settore dei rifiuti urbani, promosso da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis, è stato presentato lunedì scorso a Roma ed è stato realizzato in collaborazione con Ispra e con la partecipazione di Enea e Ancitel Energia e Ambiente

2. I numeri del comparto


I numeri del comparto che, nel 2021, ha registrato quasi 13,5 miliardi di euro di fatturato, con quasi di centomila addetti diretti.
Numeri di sicuro rilevanti, per un comparto che deve fare un grande sforzo per riuscire a mettere a segno gli obiettivi comunitari con la finalità di aumentare la percentuale di riutilizzo e riciclo, al 48% e ridurre quella dello smaltimento in discarica che oggi vale il 19% dei rifiuti.


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3. La gestione


La federazione che riunisce le aziende speciali attive nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’elettricità e del gas, presieduta da Filippo Brandolini, sostiene che il fabbisogno impiantistico al 2035 è stimato in 4 – 5 miliardi di euro per il trattamento della frazione organica e per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili, ai quali si devono sommare 1,2 miliardi di euro per l’incremento della raccolta differenziata, 600 milioni di euro per mettere a regime le strutture rivolte al residuo fabbisogno di discarica del 10% e altri 300 milioni per implementare la tariffa puntuale.

4. L’allineamento al target UE


Lo stesso Filippo Brandolini ha dichiarato al quotidiano Il Sole 24 Ore:
parliamo di un fabbisogno di 6 – 7 miliardi euro, vale a dire, tra 0,5 e 0,6 miliardi di euro l’anno.
Il rapporto annuale rifiuti (green book 2023) evidenzia l’importanza di una gestione industriale dell’intero ciclo dei rifiuti, la necessità di realizzare impianti soprattutto al Centro-Sud e l’urgenza di superare le frammentazioni gestionali”.
Ricorda anche il rapporto della Fondazione presieduta da Stefano Pareglio, sull’urgenza di risolvere la forte discontinuità di tempo nella conduzione del servizio visto che l’85% delle gare per l’affidamento dura 5 anni o meno.
Con l’effetto di repentini cambi di gestione. 

5. Gli impianti innovativi


Un importante aiuto dovrebbe arrivare dal Recovery che vorrebbe imprimere uno sprint anche alla realizzazione di impianti per il recupero di frazioni separate con difficoltà dai cittadini.
A questo proposito Filippo Brandolini sostiene:
Le aziende associate a Utilitalia, grazie anche ai fondi del Pnrr sono adesso impegnate a realizzare impianti innovativi in filiere strategiche come la frazione organica,i rifiuti da    apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) e i tessili”.

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Dott.ssa Concas Alessandra

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