Il tempo dell’uomo tra diritto ed etica

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La coerenza e la trasparenza dell’homo sexualis non sono mai esistite, come non sono esistite quelle dell’homo economicus” ( J. Baudrillard, Della seduzione, 49).

Il tempo è per l’uomo un istante, il momento in cui vive, la proiezione del futuro è una speranza, come il passato una raccolta di frammenti ricomposti a posteriori con un senso logico, in una differenziazione fra memoria breve e lunga, tanto che la totalità dei ricordi è un’eterna sofferenza.

Il percorso dell’uomo nel tempo è una parabola in cui da un tempo 0 senza passato e futuro diretto, se non attraverso le indirette emozioni materne, vi è un progressivo rapido tendere al futuro ( Fu) inteso come speranza, desiderio e timore, mentre il passato ( Pa) lentamente si accumula in frammenti di ricordi e sensazioni ricevute.

Il tempo istante ( Ti) costituito da una miscellanea di Emozioni e Ragione, scorre su questa parabola costruita sugli assi cartesiani ( y = Fu; x = Pa) di un futuro e di un passato fino a raggiungere un vertice posto nei pressi dell’asse del tempo medio ( Tm), per cui il tempo umano ( Tu) non è che una funzione tra Passato e Futuro : Tu = f ( Fu; Pa), se tuttavia per l’uomo lo scorrere del tempo è un insieme di istanti che vivono nel futuro fino a divenire un unico passato, la depressione non è che un tempo in regressione senza pulsioni nel futuro.

Se le curve del tempo sono per ciascuno specifiche sovrapporle in un interagire sociale e produttivo ai fini di sicurezza e produzione, pone la necessità di fornire una unitarietà temporale che permetta la durata dei rapporti nel tempo, nasce l’esigenza di una normazione che è innanzitutto un problema etico privato proiettato nel pubblico, nei quali vengono ad interagire elementi Estetici, Culturali e Biologici.

L’etica è un identificarsi e contemporaneamente un contrattare tra etiche in un progressivo divenire, in cui l’etica diventa pubblica quale incontro/scontro tra leadership ed esigenze, pubbliche e private.

Nell’ insufficienza di una etica privata che si risolva nell’azione economica in una etica pubblica, appare del tutto insufficiente un ricorso diretto ad una etica normativa matrice dell’etica pubblica, perché chi deciderà la norma ? La società espressa nelle sue istituzioni, ma come tale incarnata da politici e burocrati forniti di propri interessi ? Dalle varie comunità e per questo frammentata ?

Vi è quindi l’esigenza di una condivisione di valori comuni ( Arrow), che tuttavia nella rivendicazione dei vari diritti viene sempre più a sfilacciarsi, tanto da contrapporre concezioni generali della vita all’interno della stessa società e in tal modo porre in dubbio “l’ identificazione di uno spazio pubblico” ( Viano).

Bauman precisa che una comunità trattiene in sé gli individui finché resta “inconsapevole di essere una comunità”, l’appartenenza è una naturalità, ma attualmente, in cui la naturalità viene meno, l’individuo è riportato all’interno della comunità dalla riduzione del suo essere alla ricerca del “momento” in cui la vita è “rapido apprendimento; e pronta dimenticanza” in un incessante movimento alla ricerca dell’ impossibile soddisfazione, che acquista una valenza di per sé “etica” per il singolo atomizzato nella struttura sociale, favorendo un “ordine dell’egoismo” destinato a generare sfiducia e sospetto reciproci, secondo una “manipolata probabilità comportamentale” dell’obbligo della scelta presentata quale libertà di scelta ( Bauman).

La normazione da omogenea e stabile diventa parcellizzata e instabile con una interpretazione negativa del concetto di flessibilità, l’etica pone Regole che rientrano nell’ordine dell’obbligo, al contrario della Norma che è la sede della costrizione e del divieto ( Baudrillard) per cui in assenza di una coincidenza tra Regole e Norme acquista senso il trasgredire la Legge.

Mentre la norma quale rappresentazione di un enunciato è soggetta all’interpretazione e alla decifrazione, la regola è valida di per sé indifferente alle modalità dell’enunciato ( Baudrillard).

La legge pretende di tracciare attraverso una istanza di totalizzazione del reale un sistema di senso e di valori universali ( Baudrillard), il diritto diventa un “modo di essere” e quindi anche un “modo di avere”, esso esiste solo in una contrapposizione e sfuma nel silenzio dell’indifferenza, pertanto anche il negarlo diventa una sua affermazione, così che il silenzio crea un modo di essere autonomo dalla legge.

L’inesistenza normativa nasce nell’indifferenza sul valore delle norme e dei diritti da essa affermati.

Se prendere partito per i processi primari non è che un effetto dei processi secondari ( Lyotard), dobbiamo ricordare che nessuno “ crede” mai a niente ( Baudrillard) e che la Norma non è che un modello di spazio prospettico del reale nel quale la ripetitività è al contempo consolidamento ma anche congelamento dell’essere.

 

Bibliografia

  • K. J. Arrow, Scelte sociali e valori individuali, Etas, 1977;

  • Z. Bauman, L’etica in un mondo di consumatori, Laterza, 2010;

  • J. Bauderillard, Della seduzione, Se, 1997;

  • E. R. Kandel, Alla ricerca della memoria, Codice ed., 2007;

  • C. A. Viano , Etica pubblica, Laterza, 2002.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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